Lettura del Vangelo - Domenica 3a del Tempo Ordinario - Anno A

 

SCHEDA BIBLICA - 31

 

 

DAL VANGELO SECONDO MATTEO (4,12-23)

Gesù, (12) avendo saputo che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea (13) e, lasciata Nazaret, venne ad abitare a Cafarnao, presso il mare, nel territorio di Zabulon e di Neftali, (14) perché si adempisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: (15) "Il paese di Zabulon e il paese di Neftali sulla via del mare, al di là del Giordano, Galilea delle genti; (16) il popolo immerso nelle tenebre ha visto una grande luce; su quelli che dimoravano in terra e ombra di morte una luce si è levata". (17) Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: "Convertitevi, perché il Regno dei cieli è vicino". (18) Mentre camminava lungo il mare di Galilea vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano la rete in mare, poiché erano pescatori. (19J E disse loro: "Seguitemi, vi farò pescatori di uomini". (20) Ed essi subito, lasciate le reti, lo seguirono.(21 ) Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo di Zebedeo e Giovanni suo fratello, che nella barca insieme con Zebedeo, loro padre, riassettavano le reti; e li chiamò. (22) Ed essi subito, lasciata la barca e il padre lo seguirono. (23) Gesù percorreva tutta la Galilea insegnando nelle loro sinagoghe e predicando la buona novella del Regno e curando ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo.

 

IL CONTESTO

L'antefatto della vita pubblica di Gesù presentato da Mt. è dato da due contesti letterari diversi: la storia dell'infanzia di Gesù (1,1-2,23) e la preparazione alla vita pubblica (3,1-4,11). Nella prima di, queste due brevi unità letterarie, Mt. raduna varie tradizioni riguardanti la nascita del Nazareno, che egli interpreta alla luce delle profezie veterotestamentarie: lo presenta come il Messia atteso, colui che ricostituirà il regno di Davide, però a un livello diverso da quello politico-nazionale sognato dalle varie categorie di persone del popolo eletto. Questo Gesù sarebbe stato il nuovo Mosé che avrebbe ricostituito il popolo in una nuova liberazione dall'Egitto del peccato, attraverso l'Esodo della morte e risurrezione. La preparazione più immediata all'attività galilaica di Gesù, serve a Mt. per completare il quadro della figura di Gesù-messia. E gli colloca a questo punto l'invito a conversione proposto dal Battista e che prelude a quello di Gesù (3,2=4,17b), la testimonianza di Giovanni, la voce dal cielo che ratifica l'investitura di Gesù a "Figlio diletto" e la tentazione seguita ai quaranta giorni di digiuno nel deserto.

Se da un lato Mt. mette in rilievo il successo che Gesù riscuote presso il popolo, fin dall'inizio fa trasparire i momenti di rottura con il mondo ufficiale e la netta presa di posizione contro 1a concezione di un Messia politico. Il nostro testo quindi, che si ricollega direttamente all'episodio della tentazione (4,1-11) e descrive la prima comparsa di Gesù in Galilea, la chiamata dei discepoli e l'attività cherigmatica e risanatrice di Gesù, propone in un certo senso un sommario dell'opera di Gesù.

 

L'ESEGESI DEL TESTO

v. 13: Sono citate le località toccate da Gesù e che saranno l'ambiente in cui vivrà: "Cafarnao, presso il mare (=lago di Genezaret), nel territorio di Zabulon e di Neftali. Egli parte dal suo villaggio di Nazaret e va ad abitare a Cafarnao.

v. 14: Per questo fatto Mt. riporta la dimostrazione scritturistica, un atteggiamento tipico dell'evangelista. Si compie in ciò la parola del profeta Isaia. Non si tratta di una citazione presa da un unico passo, ma dall'insieme di vari passi del profeta. Si vuole cosi giustificare perché Gesù dimora nella disprezzata Galilea. È un territorio di diaspora (Galilea delle Genti) perché non ha contatto immediato con Sion. Si parla di uomini che dimorano "in terra e ombra di morte".

v. 17: qui Gesù inizia a predicare, di qui egli si presenta pubblicamente. Gesù si presenta nella funzione di un araldo. Egli è il plenipotenziario di Dio. Il contenuto dell'annuncio è: "Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino". Questa frase è il sommario di tutto il messaggio di Gesù nella prospettiva di Mt. Conversione vuol dire anzitutto cambiamento di mentalità; implica inoltre cambiamento del modo di agire.

v. 18: Gesù vaga come un predicatore ambulante. Vede due pescatori e li chiama a seguirlo. Una formula stilizzata di vocazione nella quale riecheggia il rapporto che lega il maestro al discepolo presso gli ebrei. Il discepolo segue il maestro e viene istruito lungo il cammino. Gesù cerca discepoli. Egli afferma di essere maestro. Oltre che come araldo, ora viene tratteggiato come maestro che insegna agli uomini la sapienza di Dio. Pescatori di uomini, fuori di immagine, significa che i discepoli dovranno fare altri discepoli, oppure essere loro stessi un giorno maestri.

v. 23: Tre sono le attività attribuite a Gesù: a) maestro: ha i discepoli che istruisce, vive con loro per formarli; insegna anche nelle sinagoghe; b) araldo: proclama un unico messaggio il "messaggio del regno"; c) medico: guaritore, terapeuta. Gesù compie ciò che dice. Non solo proclama la salvezza ma la opera.

 

IL MESSAGGIO

Se uno di noi oggi si presentasse sulla piazza di una grande città e proclamasse ai passanti: "Convertitevi, il Regno di Dio è vicino"! quali reazioni si noterebbero? Non sarebbe la maggioranza disinteressata e divertita? Anche in un pubblico "di chiesa" desterebbe le reazioni più diverse.

 

È L'INIZIO CHE CONTA

L'inizio è sempre importante. Qualsiasi cosa facciamo...i primi passi sono sempre determinanti. Dopo alcuni anni, dopo alcune sconfitte, un interrogativo ritorna immancabile: che ne è stato di ciò che si voleva all'inizio?

Matteo racconta uno di questi inizi: Gesù si presenta in pubblico. Nei primi capitoli abbiamo sentito parlare dell'infanzia di Gesù, poi dell'apparizione di Giovanni Battista. Dopo questa ouverture inizia ora il dramma: Gesù agisce, inizia la sua opera. Dato però che l'inizio ha questa enorme importanza, chiediamo con molta semplicità al vangelo d'oggi quali furono le prime azioni e le prime parole di Gesù.

 

COSA FECE GESÙ ALL'INIZIO?

Matteo ci dispiega davanti la carta geografica della Palestina e indica la regione dalla quale Gesù inizia la sua missione: la Galilea. Vista da Gerusalemme, la capitale, quella terra era politicamente periferica e religiosamente sospetta, per la mescolanza con i pagani. Invece proprio di lì si diffonde quella "luce" sulla quale abbiamo meditato nelle scorse domeniche.

Lì Gesù proclama la venuta del Regno di Dio e cerca gli amici con i quali fare l'esperienza della salvezza e ai quali chiedere collaborazione. Siamo cristiani perché c'è stato quell'inizio, possiamo ascoltare la parola di Dio perché c'è stato quell'annunzio. In seguito, dalla vicenda di Gesù e dal movimento da lui iniziato saranno coinvolte Gerusalemme e Roma... ma tutto comincia là, nel "territorio dei pagani".

Iniziando la sua attività in Galilea Gesù delinea il suo programma ancora prima di dire o fare qualcosa: egli intende rivolgersi agli esclusi, ai lontani. A lui non interessano coloro che sanno tutto, ma quelli che hanno problemi, non quelli che possiedono molto, ma coloro che hanno bisogno di tante cose.

Abbiamo noi, ha la nostra Chiesa, conservato l'indirizzo di questo inizio? Verso chi indirizziamo il nostro primo passo?

 

COSA DISSE GESÙ ALL'INIZIO ?

"Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino"! Normalmente noi ricordiamo sempre la prima parte "convertitevi". Matteo invece l'ha intesso come un lieto annuncio. "Convertitevi!". Ma a che scopo? Quando ci si deve convertire si deve avere un motivo. Dipende dalla motivazione, e questo motivo è il regno dei cieli.

Noi cristiani abbiamo troppo spiritualizzato, e spesso sospinto nell'aldilà, il progetto di Gesù. È necessario invece comprenderlo in tutta la sua integralità. Gesù fa appello a ogni singola persona con un invito esigente: "convertitevi". È qualcosa che ciascuno deve cominciare a fare, personalmente. Nessuno lo può sostituire. È una via difficoltosa e lunga, da ricominciare sempre da capo. Perché non ha scelto la via più corta e proficua del cambiamento delle istituzioni, delle sommosse popolari, dei mutamenti politici?

Gesù non è un illuso idealista e rispetta i modi umani di organizzarsi e di governarsi della società, anche se non li assolutizza. Egli sa che la politica è utile ma non risolutiva. Egli non è portatore di un programma per risolvere i problemi contingenti. Egli punta su una trasformazione delle persone che a loro volta contribuiranno a un miglioramento dei rapporti e anche delle strutture. È per questo che comincia dalla periferia, che chiama al suo seguito gente comune, che punta diritto al cuore: convertitevi...seguitemi...Questi richiami risuonano anche oggi.

 

CONVERTITEVI ...

È questo il contenuto della "predica" di Gesù: preparatevi, abbandonate le cose vecchie che vi tengono legati. Chiarite i vostri desideri, le vostre aspirazioni, il regno dei cieli è vicino.

Ma che sarà il regno dei cieli? Credo avrà un aspetto diverso per ciascuno. "Mi sento al settimo cielo", "mi sento in paradiso" diciamo quando siamo felici. E il momento in cui siamo felici è quando amiamo e siamo riamati.

Un esempio: la lotteria! nell'estrazione vengono sorteggiati de terminati numeri. È necessario prendere in mano l'elenco dei biglietti estratti e...controllare! Se si hanno certi numeri...! Tradotto in lettere, il numero del biglietto con cui vinciamo la fortuna della vita è la parola AMORE! Chi possiede l'amore possiede la felicità, il cielo. Ma il confronto zoppica! Nella nostra vita infatti la fortuna non ha un ruolo così importante come nella lotteria. L'amore, se vogliamo, lo possiamo destare in noi, lo possiamo vivere. Le occasioni si ripetono ogni giorno; ogni ora ciascuno di noi porta in sé il numero fortunato. Gesù ha veramente portato un lieto annunzio. Così per lo meno era all'inizio: lo è ancora oggi...?

 

... SEGUITEMI

I1 Vangelo ci presenta un Gesù itinerante, sempre in movimento, senza fissa dimora. Nel suo passaggio Gesù mette anche in movimento delle persone. Non lascia niente e nessuno al proprio posto. "Passare" è il verbo tipico dell'incarnazione. È Dio che non sta al proprio posto. Ma scende al livello dell'uomo, per incontrarlo nel suo terreno concreto.

Gesù non passa mai accanto all'uomo in maniera neutrale. I1 suo passaggio determina o il rifiuto o l'adesione al suo movimento. Obbliga l'uomo a uscire allo scoperto. A dichiararsi. La vocazione dei primi discepoli si può sintetizzare con due verbi: "vide" e "disse". Uno sguardo e una voce. Uno sguardo che mette a fuoco un individuo, uno sguardo che elegge, sceglie, strappa alla folla. Una voce con un timbro unico, inconfondibile.

La vocazione cristiana non è una conquista, ma un essere conquistati. La risposta è espressa ancora con un verbo: lasciare! Tuttavia non bisogna mai separare il verbo "lasciare" dal verbo "seguire"! Discepolo non è uno che ha rinunciato a qualcosa. È uno che ha trovato "Qualcuno "!