CHI FA IL PRIMO?
Emmanuel era proprio arrabbiato.
Così, come al solito, si confidò con Gesù: "Mio papà non mi
capisce proprio. Adesso che la mamma lavora tutto il giorno come
lavandaia, tocca a me fare i lavori di casa. Al mattino a scuola, al pomeriggio
in casa... L'unico momento che posso correre, saltare e giocare
un po' è alla sera dopo cena. Ma niente da fare! Mio papà incomincia
ad urlare che è stanco e ha mal di testa, e così devo star
fermo e zitto! Possibile che non capisca che ho anch' io bisogno
di giocare?". Pensava che Gesù almeno lo comprendesse e gli
dicesse: "Poverino, hai ragione!". Invece Gesù, con
molta dolcezza ma anche con voce decisa, gli rispose:
"Emmanuel, ma tu lo capisci tuo papà?".
Poi sembrò distrarsi e guardò
nel cielo una cosa che stava capitando: ormai era autunno e c'era un
bel gruppo di uccelli migratori (quelli che vanno in vacanza nei
paesi tropicali quando è inverno), che si preparava a partire. Ma nessuno
degli uccelli si decideva, e continuavano a volare in cerchio su e
giù. Ad un certo punto uno partì per primo, dritto verso sud.
Allora tutti lo seguirono, sparendo velocemente all'orizzonte.
"Vedi, - disse Gesù -
bisogna sempre che qualcuno faccia il primo. Ti ricordi all'inizio
della scuola, quando ci siamo conosciuti? Se anch'io avessi fatto come
te e non mi fossi avvicinato, aspettando che fossi tu a cambiare posto, forse
non saremmo mai diventati amici. Prova a far lo stesso con tuo papà. Non
pensare a quello che lui dovrebbe fare per te: pensa invece tu
per primo a quello che lui desidera. Poi vedrai...".
Emmanuel non era proprio
convinto...; ma, dato che glielo aveva detto Gesù, ci provò
subito quella sera stessa. Prima che il papà tornasse, cercò di immaginare
tutta la fatica che aveva fatto nei campi. Forse era anche stato trattato
male dai suoi capi... e certo adesso desiderava mettersi comodo e tranquillo,
rinfrescarsi e bere qualcosa di caldo. Così appena il papà arrivò, Emmanuel
gli corse subito incontro portandogli le pantofole. Gli preparò
dei cuscini per sedersi e una bacinella di acqua fresca per
lavarsi. E infine gli servì una bella tazza di brodo caldo. Il
papà rimase stupefatto, lo ringraziò, ma non disse nient'altro.
La cosa continuò così per molte sere. Ma una volta il papà
arrivò più tardi del solito, perché era l'ultimo giorno di
vendemmia. Poi avrebbe avuto un po' di vacanza e certamente -
pensò Emmanuel - avrebbe passato tutti quei giorni chiuso in
casa a riposare. Così Emmanuel avrebbe dovuto star quieto anche
durante la giornata! Pazienza... Voleva comunque continuare a
fare come Gesù gli aveva detto.
Invece quando il papà arrivò,
ci fu una sorpresa. Egli lo chiamò vicino a sé e gli disse con affetto:
"Emmanuel, ho visto che sei diventato proprio un bravo figliolo.
Mi capisci quando arrivo a casa stanco e ti sacrifichi, stando quieto ed
essendo gentile con me. Allora ho pensato che anch'io devo fare qualcosa che
piace a te: domani, invece di stare a casa a riposare, ti porterò tutto
il giorno fino al grande lago giù nella pianura a pescare".
Emmanuel pensava di scoppiare dalla gioia! Certo, aveva dovuto "fare il primo" per tanto tempo, ma ora riceveva la ricompensa, cento volte tanto.