I GIOCATTOLI DI GESÙ
Il giorno dopo Emmanuel non poté
andare a scuola ! Proprio ora che gli era passata la paura e aveva
una voglia matta di incontrare di nuovo il suo amico...
Era dovuto rimanere a casa per
guardare la sorellina - che aveva solo 5 anni - e per dar da mangiare
alle galline...: due lavori molto antipatici, soprattutto quello
di dover sopportare quella smorfiosa di Miriam! Ma i1 papà stava fuori
tutto il giorno, perché doveva lavorare da bracciante nei campi
per guadagnare un po' di soldi, e la mamma era andata al mercato
fino alla città sul lago per cercare di vendere alcune delle
ceste che faceva a tempo perso e, col ricavato, comperare qualche
vestito. Emmanuel era triste ed aveva il muso lungo. Così tutte
le volte che la sorellina gli si avvicinava, la mandava via in malo
modo.
Ma nel pomeriggio ci fu una
sorpresa... Sentì chiamare il suo nome dalla strada e riconobbe subito
la voce: era Gesù. Sul momento pensò di non rispondere: si
vergognava un po' di far vedere al suo amico la sua casa così povera
e inoltre... era vestito di una tunica tutta rattoppata, l'unica
che aveva (oltre a quella un po' più bella che usava solo per
andare a scuola). Ma poi la gioia di incontrare Gesù fu troppo
forte: così si affacciò alla porta, lo salutò con affetto e lo
fece entrare in casa.
Gesù aveva portato un sacco, che
subito aprì, tirando fuori tre meravigliose focacce e dei giocattoli
fatti col legno: un carretto, alcuni animali, una casetta da
montare... "Le focacce le ha fatte la mia mamma perché
facessimo merenda insieme. - disse - E i giocattoli sono per
te".
Emmanuel rispose che, il papà
non era contento che lui prendesse delle cose degli altri.
"Non sono mie - disse subito Gesù - sono NOSTRE. Vedi, io a casa
ho tanti giocattoli e tu non ne hai. Questo non è giusto:
bisogna che io te ne dia finché ne abbiamo tutti e due in modo
uguale".
Emmanuel non capiva ancora.
Allora Gesù lo condusse fuori casa e gli fece osservare un campo
pieno di fiori. "Di chi sono quei fiori?", gli chiese.
"Del mio vicino", rispose Emmanuel. "No, -
continuò Gesù sorridendo - sono di Dio: è Lui che li ha creati
e 1i fa crescere. Dio li ha affidati al tuo vicino, perché lui
ne abbia cura. Ma non sarebbe giusto che se li tenesse tutti per
sé. Egli deve distribuirli un po' a tutti i vicini come un dono
che Dio fa. Così deve capitare per tutto quello che
abbiamo".
Emmanuel rimase a bocca aperta. E
pensò: "Certo. Se tutti facessero davvero come dice Gesù, non
ci sarebbero poveri e ricchi e si vivrebbe veramente insieme
tutti contenti".