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... E pregare meglio

(sulla preghiera del Rosario)

In: "Mariapoli", 7 (1990), n. 1, pp. 2-3.

(...)

Questa volta parliamo del rosario.

Lo so che sto parlando non solo a cattolici, ai quali il rosario è familiare, ma anche ad altri cristiani di Chiese e comunità ecclesiali che lo conoscono poco e non lo praticano. Ma, per l'amore reciproco che esiste fra tutti noi, sono certa che anch'essi sono contenti di sapere cos'è il rosario per noi. D'altra parte esso contempla non solo preghiere rivolte a Maria, ma altre comuni a tutti.

Ma perché il rosario?

Per un fatto, al quale, oggi, quasi nessuno accenna e che pure è presentissimo nel mondo ed abbraccia il brano di storia che stiamo vivendo. Siamo convinti, infatti, che negli avvenimenti dell'Est europeo, che hanno segnato la fine del 1989 e continuano a svolgersi, giorno dopo giorno, nel 1990, fra nuove conquiste ed inevitabili difficoltà, c'è di mezzo la Madonna. È questo anche il pensiero del Santo Padre. C'è di mezzo in maniera discreta, come è suo stile, perché vuole che tutta la gloria sia data a Dio, ma c'è. L'aveva promesso a Fatima (e Fatima, con tutto ciò che significa, è una cosa seria, se due Papi l'hanno visitata e con ciò approvata). Aveva promesso che "finalmente" il suo Cuore immacolato avrebbe trionfato. Su cosa? Sull'ideologia materialista, sull'ateismo, liberando popoli annientati. E lo ha fatto e lo sta facendo e tutti lo vedono.

Ma di lei - come ho detto - non si parla.

Noi però, che siamo Opera di Maria, non possiamo sottacerlo. Dobbiamo dirlo almeno fra noi. Dobbiamo soprattutto ringraziarla, lodandola, e pregarla di intercedere ancora presso Dio perché porti a termine quest'opera che interessa tutti, perché dà un nuovo assetto all'Europa e ha conseguenze sul mondo intero.

Possiamo fare ciò non moltiplicando le preghiere, ma perfezionando quelle che già pratichiamo.

Nell'Ave Maria, ad esempio, che recitiamo cinquanta volte nel rosario (perché chi ama non smetterebbe mai di ripetere il proprio amore) abbiamo modo di lodarla: "piena di grazia" - diciamo: "il Signore è con te", "tu sei benedetta fra le donne...". Dobbiamo ripetere queste parole con il cuore gonfio d'amore, come a dire: se tale sei, capiamo perché hai potuto tanto.

E poi nella Salve Regina: "madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra", "avvocata nostra", "clemente, pia, dolce Vergine Maria".

Nell'Ave Maria abbiamo modo anche di pregarla, chiedendole di intercedere ancora: "prega per noi peccatori adesso", in questo tempo così eccezionale.

Nella Salve Regina: "A te ricorriamo", "a te sospiriamo", "i tuoi occhi misericordiosi rivolgi a noi".

Ma nel rosario non si prega solo Maria: c'è il Gloria che tutti possiamo innalzare al cielo, nel quale si dà sfogo al proprio cuore che vuole gridare la gloria della SS. Trinità; c'è il Padre nostro con cui tutti possiamo implorare: che sia santificato il suo nome anche là dove è stato messo sotto silenzio; che venga il suo regno, con la dilatazione della Chiesa, dovunque, e anche là dove è stata perseguitata; che sia fatta la sua volontà e non quella degli uomini; che sia dato il pane che tanto manca (è il primo problema da risolvere in quei Paesi), che vinca il perdono reciproco, che ogni tentazione di reciproca sopraffazione stia lontana.

E nel rosario si passano in rassegna i misteri della nostra fede, la storia della nostra salvezza, comune a tutti i cristiani.

Sì, dobbiamo migliorare - ognuno come può - questa preghiera, il rosario, per riconoscere la dolcissima protagonista di quanto è successo e succede di grande, perché non dimentichi che ora, crollati i muri, occorre con quelle pietre - come ha detto il Papa - costruire la casa comune europea, un pezzo di quella unità del mondo in cui, come bambini, speriamo.

Dobbiamo anche pregarla perché, come è intervenuta nel nostro continente, così intervenga in quelle nazioni dell'Asia dell'Africa, dell'America centrale , dove non bastano gli sforzi umani per liberare i popoli, ma occorrono interventi soprannaturali come quelli cui abbiamo assistito. Poi dobbiamo pregarla per tutta l'umanità, per tutti i problemi. Lei è madre di tutti e di ognuno, abbraccia il mondo ed ogni singola persona, appunto perché madre.

Gesù non predicava soltanto, non faceva solo miracoli, non chiamava solo discepoli a seguirlo: s'immergeva nella preghiera al Padre. Maria poi era tutta devozione, tutta inabissata in Dio. La preghiera non può non aver un posto di privilegio anche nella nostra vita. È uno dei segreti della fecondità del nostro agire.

Perciò attenzione alla preghiera e, in particolare, al rosario.

Perché si può intuire come ha fatto Maria a intervenire nella storia che viviamo. Ha soprattutto pregato. Ha pregato così bene, così a lungo, da ottenere. Certamente lei ha ottenuto perché era la tutta santa, la tutta bella, l'onnipotente per grazia. Per quanto possiamo, dobbiamo anche noi essere santi, almeno nel presente; essere cioè il nostro ideale vivo, sempre nell'amore...

Se la nostra preghiera al Padre, alla SS. Trinità, a Gesù, a lei, poggerà su questa realtà, sarà gradita a Dio.