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Alcuni stralci mariani

Dalla Prolusione tenuta al Convegno sulla Mulieris dignitatem organizzato dall'Università Cattolica e dalla diocesi di Spoleto, a Roccaporena, il 1.6.1989.

In: "Città Nuova", 33 (1989), n. 11, pp. 33-40.

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Ma, anzitutto, chi è la donna secondo la Mulieris dignitatem? Lo si studierà a fondo in questi giorni. Ora solo qualche accenno.

Il Santo Padre fa emergere l'originale identità e vocazione della donna dalle profondità stesse della Parola di Dio. Percorrendo la storia della salvezza, dal Protovangelo all'Apocalisse egli descrive e fonda, sul dato dell'antropologia biblico teologica, chi è la donna nell'universale piano che Dio ha sull'umanità, così come ce lo ha rivelato e ne va guidando l'attuazione nella storia.

In primo luogo il Papa richiama la figura di Maria, la Madre di Dio, la Theotòkos (cf. MD 4-5), e ci mostra la straordinaria dignità cui Dio eleva la donna in lei.

Egli mette in evidenza con ciò come l'unione con Dio, cui sono chiamati tutti gli uomini, in Maria si realizzi nel modo più eminente: per questo Maria, "la donna", è la rappresentante di tutto il genere umano, è il prototipo di ogni uomo e di ogni donna. D'altra parte nella Theotòkos si attua - come afferma la Mulieris dignitatem - "una forma di unione col Dio vivo, che può appartenere solo alla "donna" (...): l'unione tra madre e figlio" (MD 4). Per cui Maria, che raggiunge la pienezza della perfezione anche in "ciò che è caratteristico della donna" (MD 5), è in modo particolare prototipo della donna.

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Quando, infatti, si tratta di compiere l'opera più grande della storia - la riconciliazione e la riunificazione di tutti gli uomini con Dio e fra loro -, Dio si rivolge a Maria e le. chiede il suo libero consenso perché in lei possa compiersi l'incarnazione del Figlio, il Redentore. Dunque, rileva il Papa, la Nuova Alleanza "ha inizio con una donna, "la donna", nell'annunciazione a Nazareth. Questa - egli afferma - è l'assoluta novità del Vangelo" (MD 11). È un "segno" indicativo che in Cristo "non c'è più uomo né donna" (Gal 3, 28), cioè che la reciproca contrapposizione tra l'uomo e la donna viene essenzialmente superata, perché in Lui si è "tutti uno" (cf. MD 11).

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Viene quindi in luce, nella Chiesa, la realtà dell'amore, la santità, cui tutti siamo primariamente chiamati, il sacerdozio regale, che tutti dobbiamo vivere. E "nella gerarchia della santità proprio la "donna", Maria, è "figura" della Chiesa": ci "precede" tutti; in lei "la Chiesa ha già raggiunto la perfezione" (MD 7).

La donna, per la sua singolare relazione a Maria, è perciò chiamata in modo particolare a riflettere sulla terra l'amore, l'amore intratrinitario, a testimoniarlo e comunicarlo nel mondo creato fino al suo compimento escatologico, come fa intendere il richiamo, che il Papa fa, alla "donna vestita di sole" dell'Apocalisse.

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Lo sfondo mariano, sotteso in genere a queste spiritualità (delle nuove aggregazioni ecclesiali), ha un'attrattiva per la donna.

Esse sottolineano la Parola di Dio non perché sia solamente annunciata, ma vissuta con radicalità e perseveranza da quanti ad essi aderiscono, sì da somigliare alla Madre di Gesù, che era più vita della Parola che Parola annunciata.

Esse spingono ad esporre la propria fede attraverso la comunicazione della propria esistenza, come ha fatto Maria con Elisabetta quando, mossa dallo Spirito Santo, nella sua esuberanza femminile, ha comunicato la sua, grande e divina, nel Magnificat.

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E per questo vivere l'amore e l'amore reciproco, per questo "generare" spiritualmente Cristo fra gli uomini, le donne si sentono particolarmente vicine a Maria che ha dato Gesù fisicamente al mondo.

Ma in tutto esse si modellano su di lei, perché tipo della vergine, della fidanzata, della sposa, della madre, della vedova e, allo stesso tempo, aperta ed interessata ai vasti problemi dell'umanità, come rivela nel Magnificat.

O. meglio, forse è Maria stessa che, sentendosi oggi anche lei da Dio ingaggiata nel restituire alla donna la sua dignità, come i tempi esigono, modella queste donne su di sé. E insegna anzitutto a loro qual è il segreto primo del vero amore cristiano: la croce, il sacrificio. Con esso, in modo particolare, Gesù ha mostrato il suo amore al mondo. Con esso Maria, partecipando alla passione del Figlio, è diventata madre di tutti gli uomini.

Queste donne, seguendo lei, devono imboccare la stessa via per divenire anche esse, in qualche modo, madri di tanti.

(...)

Così la donna, vivendo la sua vocazione in pienezza, con la fede, la nobiltà, l'amore di Maria, può essere la rivelazione per la Chiesa della "dimensione mariana della vita dei discepoli di Cristo", può contribuire a tener vivo e al manifestarsi di quel profilo mariano della Chiesa di cui, di tanto in tanto, parla il Papa e che egli dichiara "altrettanto - se non di più - fondamentale e caratterizzante (...) quanto il profilo apostolico e petrino".

Esistono dunque donne che sono una reale speranza ed un esempio per molte, perché lo Spirito Santo è all'opera in loro favore. E chissà quali sorprese ancora egli sta preparando...

Che Maria, nel terzo millennio che si apre, aiuti le donne ad essere una reale concreta vasta risposta all'attenzione d'amore che il Santo Padre ha condensato nella bellissima Mulieris dignitatem.