77

L'invito di Maria

In: "Città Nuova", 32 (1988), n. 1, p. 11.

Siamo nell'Anno Mariano, che ricorda in modo particolare la presenza sempre viva di Maria nella Chiesa e la sua costante e materna influenza sugli uomini di ogni tempo. Anche oggi Maria agisce e la sua realtà parla all'uomo del nostro tempo e lo invita ad una grande scelta, gli indica quale deve essere lo scopo per cui vivere, quale ideale deve animarlo; chi dovrebbe prendere il primo posto nel suo cuore.

Oggi, come sempre, gli uomini, tutti gli uomini, danno un perché alla loro vita, agiscono sotto la spinta d'un fine da raggiungere.

Nel mondo occidentale, ad esempio, l'ideale che fa più presa nelle masse è la piena autonomia della propria personalità individuale. Si direbbe che vi è uno sforzo dell'umanità di diventare autonoma e adulta; vi è una ricerca di essere, che però punta di fatto più sull'avere che sull'essere. In concreto questo modo di vedere le cose si traduce per gli adulti di oggi soprattutto in una esigenza di benessere e di libertà in ogni campo.

Ma - anche se ci sono aspetti positivi in queste tensioni, come la difesa dei diritti umani, della libertà, di un minimo di benessere, della pace, della sicurezza - non si può negare che tale visione delle cose sia alquanto negativa e pericolosa.

L'uomo moderno, infatti, per raggiungere questi suoi sogni, è impegnato a superare barriere e pregiudizi, ma anche valori non certo trascurabili, né rinunciabili del passato. Egli pone in secondo ordine e spesso trascura la dimensione trascendente della vita e delle regole etiche tradizionali. Tutte tendenze disapprovabili che influiscono anche, per un particolare o per l'altro, sulla gente che crede, specie sui giovani.

Ed ecco Maria che, ben conoscendo come la realtà non si limiti a questa terra, parla al cuore di questi uomini moderni e li invita a non fare dell'affermazione di sé, della propria autonomia o del benessere (tutti ideali destinati a passare) lo scopo per cui vivere, ma a mettere al primo posto nella propria anima Dio, così come ha fatto lei.

Maria è vissuta di Dio, della fede in Dio. Per lei Dio era tutto.

È solo Dio, d'altronde, che dà il pieno senso alla vita che conduciamo su questa terra; è solo lui che dà significato alla vita ultraterrena che, anche se l'uomo moderno spesso non ne tiene conto, esiste e non finirà mai.

Sì, occorre che l'uomo d'oggi faccia questa grande conversione: non più se stesso al centro del suo interesse, ma Dio.

Ma come Maria presenta Dio all'uomo d'oggi?

Maria non lo può presentare che così come l'ha conosciuto. Testimone dell'amore di Dio Padre che ha mandato il suo Figlio ad incarnarsi nel suo seno ed a vivere ed a morire per amore verso l'umanità, lo presenta col suo vero nome: Amore. Il Dio vero, infatti, il Dio dei cristiani, è Amore.

Così l'uomo contemporaneo, conosciuto Dio come Amore, può rendersi presto conto che non è solo a gestire la propria esistenza, che c'è con lui Qualcuno che lo ama, che lo pensa, che gli è più Padre di un padre terreno.

Un Padre che sa intervenire per ogni sua necessità, come dice Gesù quando afferma: "Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa indosseremo? (...) Il Padre vostro celeste sa che ne avete bisogno" (cf. Mt 6, 31).

Maria, dunque, spinge l'uomo d'oggi a far di Dio l'ideale della sua vita e lo invita a credere al suo amore.

Ciò può dare inizio ad un capovolgimento nell'esistenza di ciascuno e nella società, perché l'uomo si sente legato a Dio e Dio è legato all'uomo e quando Dio entra in contatto con l'uomo non se ne conoscono le infinite benefiche conseguenze.

Speriamo che l'uomo d'oggi dia retta a questi spirituali impulsi di Maria.

Speriamo che, in quest'anno dedicato a Maria, ella faccia piovere sul mondo grazie su grazie.