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Come Maria madre

In: "Mariapoli", 4 (1987), n. 5, pp. 8-9.

Carissimi, siamo ormai alle porte dell'anno mariano: un anno nel quale, anche assieme ai nostri fratelli d'Ideale ortodossi, anglicani, evangelici, luterani, riformati, ecc., vogliamo approfondire la conoscenza di Maria, la madre di Gesù, per poter amarla meglio e onorarla adeguatamente.

Da più parti del Movimento m'è stato richiesto come è risuonato in me l'annuncio dell'anno mariano e quali propositi mi sono fatta per viverlo bene.

Ho risposto che il sapere d'aver davanti a noi un intero anno nel quale si starà spiritualmente più vicini a Maria (perché la si pregherà di più, si andrà a visitare i suoi santuari e le sue basiliche, si leggeranno le encicliche a lei dedicate, si seguiranno i programmi di conferenze che la riguardano, gli studi, le trasmissioni televisive che la Chiesa sta approntando, ecc.), ha portato nel mio animo un'atmosfera di gioia e di festa. E questo perché c'è ormai qualcosa di molto forte che ci lega a Maria ed anche semplicemente perché le vogliamo bene.

In quanto poi ai propositi che mi sarei fatta, ne ho annunciato uno, che comunico anche a voi - come ho già fatto con Loppiano e con i partecipanti a due corsi del centro Mariapoli di Castelgandolfo.

È un proposito che vorrei formulassero almeno tutti gli interni dell'Opera di Maria...

In un anno tutto dedicato a Maria noi dovremmo trovare il modo di onorare la Madre di Dio. E di farlo nel modo migliore.

Ma c'è maniera e maniera d'onorarla.

Lo si può fare parlandone, lodandola, pregandola, visitandola nelle chiese a lei dedicate, dipingendola, scolpendola, innalzandole inni, adornando le sue effigi di fiori...

Ci sono tanti modi di onorare Maria.

Ma ce n'è uno che supera tutti: è quello di imitarla, di comportarsi come altra lei sulla terra. Credo che questo modo sia quello a lei più gradito perché le dà la possibilità di ritornare in certo modo sulla terra.

Noi, senza escludere tutte le altre possibilità che abbiamo di onorare Maria, dobbiamo puntare su questa.

Imitarla.

Ma come imitarla? Cosa imitare di lei?

Imitarla in ciò che è essenziale. Ella è madre, madre di Gesù e spiritualmente madre nostra. Gesù ce l'ha data come tale sulla croce nella persona di Giovanni.

Dobbiamo essere un'altra lei come madre.

Dobbiamo in pratica formulare questo proposito: durante l'anno mariano mi comporterò verso tutti i prossimi che avvicinerò, o per i quali lavorerò, come fossi madre loro.

Così facendo costateremo in noi una conversione, una rivoluzione. E non solo perché a volte ci troveremo a fare da madri magari a nostra madre o a nostro padre, ma perché assumeremo un atteggiamento particolare, specifico.

Una madre accoglie sempre, aiuta sempre, spera sempre, copre tutto. Una madre perdona ogni cosa al suo figlio, fosse anche un delinquente, un terrorista.

L'amore di una madre infatti è molto simile alla carità di Cristo di cui parla Paolo (cf. 1 Cor 13).

Se noi avremo il cuore di una madre o, più precisamente, se ci proporremo d'aver il cuore della Madre per eccellenza: Maria , saremo sempre pronti ad amare gli altri in tutte le circostanze ed a tener vivo perciò il Risorto in noi. Ma anche fa

remo tutta quella parte che è richiesta a noi per mantenere presente Gesù, il Risorto, in mezzo a noi.

Se avremo il cuore di questa Madre, ameremo tutti e non solo i membri della nostra Chiesa, ma anche quelli delle altre. Non solo i cristiani, ma anche i musulmani, i buddisti, gli induisti, ecc. Anche gli uomini di buona volontà. Anche ogni uomo che abita sulla terra: perché la maternità di Maria è universale come è stata universale la redenzione

Anche se lei non è a volte riamata, ama sempre, ama tutti.

Ecco, dunque, il proposito per i prossimi quindici giorni: vivere come Maria, come fossimo madri di tutti gli uomini.