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Così Maria diventa nostra madre

In: "Mariapoli", 2 (1985), n. 5, pp. 6-7.

Carissimi, siamo ancora nel mese di maggio, e con questo collegamento vorrei che in tutti i nostri cuori fosse ravvivato ancor di più l'amore a Maria, madre e capo della nostra Opera.

Spesse volte, infatti, specie da membri del Movimento di altre Chiese (come quella luterana o anglicana o riformata) mi si chiede di parlare di Maria. E sotto questa domanda si avverte un desiderio di rapporto con lei.

Altre volte, e più spesso da parte di membri cattolici, mi si domanda che via intraprendere, che cosa escogitare per accrescere nella propria anima l'unione con lei, per sentirsi in pratica figli di Maria.

Proprio in questi giorni, leggendo degli scritti su Maria, mi sono resa conto della validità dell'esperienza del Movimento in questo campo, e cioè come la nostra spiritualità possa aprire a molti il tesoro di un'unità filiale con Maria.

Il noto teologo Laurentin, in un capitolo del suo libro La Vergine Maria, dice come sin dai primi secoli venisse indicata, ad esempio, da Origene, nel III secolo, la strada per ricevere da Gesù, Maria come madre, così come l'ha avuta san Giovanni. Questa via è vivere il Vangelo.

"...Coloro, infatti - commenta Laurentin - che comprendono e vivono (il Vangelo) si identificano a Cristo e questa identificazione permette di chiamarli, secondo san Giovanni 19, 26, "figli di Maria""

"... I cristiani (che vivono il Vangelo) con l'aiuto della grazia agiscono in modo tale che essa diventa la loro Madre".

Dello stesso avviso è san Nilo del V secolo, il quale afferma che Maria è "Madre di coloro che vivono in modo evangelico". Vivere il Vangelo è dunque il modo per aver Maria come madre.

Per noi è una gran gioia sapere questa cosa, che spiega l'esperienza fatta dal Movimento in questo campo.

Chi vive, infatti, l'Ideale, il quale non è che Vangelo, avverte a un dato punto che Maria è sua madre; affiora sul suo labbro nei confronti di lei la parola: mamma. E la forte impressione che se ne può avere è tale da ricordare quel primo momento per tutta la vita.

Una seconda esperienza che si può fare è quella di costatare nel proprio animo quanta differenza passi fra Maria, sentita ormai come nostra madre, e la nostra mamma terrena. L'amore, sempre grande, perché raffinato e purificato dalla carità soprannaturale verso la nostra mamma terrena è minimo nei confronti di quello che lo Spirito ha deposto nel nostro cuore per Maria.

E così, con gli anni, vivendo l'Ideale con perseveranza, il rapporto con la Mamma celeste cresce anche se fra pause e cali.

Cresce. Finché dopo anni e anni, si avverte che è più costante; che quel qualcosa che prima velava in certo modo il nostro rapporto con Maria (mentre magari quello con Gesù era più deciso) scompare e Maria è tutta lì presente, di fronte alla nostra anima e possiamo intrattenerci con lei senza più timori, come figli con la propria madre.

Se poi si continua a camminare nella via del Vangelo, Maria prende un gran posto nel nostro cuore accanto a Gesù, come porta che s'apre su di Lui.

E quest'amore a Maria può divenire intenso, intensissimo.

Maria diventa anch'essa con Gesù e per Gesù l'amore del nostro cuore.

È l'aspirazione dell'anima, il meglio dopo Gesù a cui può attingere il cuore, il modello che ci attrae e sempre irraggiungibile; è la dolcezza della nostra anima, la nostra (questo il sostantivo che più s'addice) "delizia". Proprio così E possono sgorgare dal cuore, anche a lei rivolte, quelle parole che l'amore soprannaturale fa dire a Gesù: Sono tutto tuo, sono tutta tua, "Totus tuus".

Poi, chissà quali altre esperienze si possono fare nei suoi confronti vivendo il Vangelo. Già si avverte, però, che anche il passo più difficile, quello della morte, è raddolcito dalla sua presenza là, sull'altra sponda. È lei il porto sicuro.

E, allora, se è così, se già nei primi secoli si vedeva nella vita evangelica il modo per aver Maria come madre, non c'è che da camminare guidati dalla Parola di Vita.

Questi ultimi giorni di maggio continuiamo a raccogliere fiori: sono espressione del rinnegamento di noi stessi e del nostro amore ed abbraccio alla croce. E tutto questo è Vangelo.

Rinneghiamo noi stessi soprattutto nell'amare i fratelli ed abbracciamo le croci che questo amore comporta. Sono queste, del resto, le croci su cui noi siamo chiamati ad inchiodarci in modo tutto particolare: le croci che sono insite nel comandamento nuovo.

Poniamo allora la nostra attenzione soprattutto ad essi in questi giorni. Ci offriranno la possibilità di un legame tutto particolare con Maria perché il comandamento nuovo è Vangelo, anzi il concentrato del Vangelo. E quando si possiede in cuore l'unità con Maria, la vita è veramente un'altra cosa.

Fiori dunque a Maria, colti dall'amore reciproco vissuto.