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Come essere un'altra Maria

In: "Mariapoli", 2 (1985), n. 5, pp. 1-2.

Carissimi, come sapete in quest'ultimo tempo mi sono dedicata ad una prima stesura degli Statuti dell'Opera a cui tutti noi apparteniamo e, dovendo descrivere la sua natura, ho spiegato come sono le sue caratteristiche.

Essa per un verso rispecchia la Chiesa: ha affermato Giovanni Paolo II nella sua visita al Centro Mariapoli che nella nostra Opera si scorgono i lineamenti della Chiesa postconciliare, per un altro verso essa rispecchia Maria di cui desidera essere, nel suo insieme e nei suoi singoli membri, una continuazione, una presenza sulla terra.

Ebbene, in questo mese di maggio appena iniziato, dedicato a Maria, mi viene continuamente in mente questa sua seconda caratteristica e mi sembra che in nessun modo noi potremmo onorare meglio la Madre di Dio che col vivere la nostra tipica vocazione.

Un tempo, quando eravamo piccoli (parlo di noi persone adulte), maggio era un mese atteso, che portava nel nostro cuore un'onda di gioia, di freschezza, di purezza, e durante tutti i suoi trentun giorni si onorava Maria portandole fiori abbellendo il suo altare, anzi erigendo pure nelle nostre case piccoli altari a lei dedicati, anche se non si mancava di offrirle fiori spirituali.

Ora, come spiega Foco ' in una pagina stupenda del suo diario, narrando la sua esperienza, è soprattutto la nostra anima che deve essere il suo altare, l'altare di Maria.

E come possiamo far questo? In che maniera intronizzare Maria, far sì che Maria prenda posto, in certo modo, nella nostra anima, come spiega anche Grignon de Montfort? Come, in pratica, continuare con la nostra vita Maria?

Maria, lo si sa, è un monumento di carità e di tutte le altre virtù. Lo rivela nella sua desolazione e lo cantano le sue litanie: ella è purissima, castissima, amabile, così attenta alla voce dello Spirito Santo da esser "Madre del buon consiglio"; è prudentissima, potente, clemente, fedele, "specchio di giustizia", "sede della Sapienza", "causa di letizia", per tutti; così mortificata in ciò che è meramente terreno da essere "un vaso spirituale"; così raccolta da essere definita "vaso d'insigne devozione"; è forte come una "torre d'avorio" e così via.

Ebbene, noi dovremmo vivere in modo tale che si possa dire qualcosa di simile anche delle nostre persone.

Come si fa? La risposta la conosciamo: amando Gesù abbandonato, facendo sì che diventi realtà per noi il "Non conosco che Cristo e questi crocifisso" (1 Cor 2, 2), per non dar valore che a Lui, a Lui nei dolori, a Lui nei distacchi, nello sforzo che comportano le virtù, specie la carità verso tutti i fratelli, specie i nemici, specie i più simili a Lui. Con Lui saremo come Maria, forti, amanti, puri, amabili, prudenti, potenti, sapienti, clementi, fedeli, ecc. Ma anche come lei saremo "rosa mistica", perché dal nostro bocciolo usciranno tanti petali: l'amore a Gesù Abbandonato, nostro sposo, ci farà, infatti, madri e padri di molte anime. Saremo come lei "casa d'oro", "domus aurea" perché custodiremo la presenza, splendente come l'oro, del Risorto in noi; saremo "arca dell'alleanza" perché non romperemo il patto fatto con Lui di amarlo sopra ogni altra cosa; "porta del cielo" per molti che per il nostro amore si salveranno; "stella mattutina" perché come lei brilleremo nel mondo tenebroso; saremo "salute degli infermi" perché faremo ogni cosa per sollevare chi soffre; "rifugio dei peccatori" perché a noi s'orienteranno quando il loro cuore vorrà aprirsi; saremo "consolatrice degli afflitti" perché porteremo gioia nei cuori ulcerati; e "aiuto dei cristiani" per il dialogo che intavoleremo...

Molto di Maria potremo imitare amando Gesù abbandonato. Anzi oso affermare che quelli che si sono proposti di amare Gesù Abbandonato, assomigliano già un po' a Maria, almeno in alcune di queste sue caratteristiche. Non si può chiamare prudente una persona che tace ciò che non deve dire? Forte chi amando Gesù Abbandonato vince le battaglie della vita? Puro chi allontana per Gesù Abbandonato le tentazioni? Non si è consolatori degli afflitti ogni volta che per amore di Gesù Abbandonato si fa sorridere chi piange, e rifugio dei peccatori quando essi, per l'amore che portiamo a Gesù Abbandonato in loro, si sfogano con noi?

Sì, la figura di Maria, per grazia di Dio, già sta apparendo nelle persone che amano Gesù Abbandonato !

Ed allora non c'è che da andare avanti, in questo mese di maggio, e da continuare a contare gli atti d'amore a Lui abbandonato, o meglio a cogliere fiori e a portarli a Maria perché li offra a Gesù. Ci troveremo alla fine del mese, ancor più simili a lei, e avremo portato l'Opera tutta a corrispondere meglio alla sua meravigliosa vocazione: ripetere, continuare Maria nel mondo.

Il nostro motto sia allora: fiori a Gesù Abbandonato per essere un'altra Maria.