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Posso parlargli sempre

Discorso al Congresso Gen, 20 gennaio 1981,

in: "Gen", 15 (1981), n. 3, pp. 4-5.

Vorrei dirvi quello che in questi giorni è la preghiera per me. Ho fatto una scoperta, una di quelle scoperte che lo Spirito Santo ti fa fare una volta e poi una seconda e poi ancora.

A un dato momento ho capito questo: per parlare con una persona devo attendere magari tanto tempo, devo farla venire, oppure devo chiederle un'udienza. Invece Dio, che è così grande, immenso, inaccessibile, lui mi può ascoltare subito e sempre, di notte e di giorno, quando sto bene e quando sto male. Come? Io posso pregare e lui sempre mi ascolta. Sapevo questa cosa ma è stata una riscoperta. Io non solo "debbo" pregare, ma "posso" pregare, "posso" parlargli sempre, anche adesso.

Allora, se la preghiera è così, se Dio sempre mi sente, sempre mi ascolta e sempre è con me, bisognerebbe che pregassi tutto il giorno. Ed ho capito la frase della Scrittura: "Conviene sempre pregare" (cf. Lc 21, 36), che va intesa però come l'essere sempre uniti a Dio e pregare nelle ore in cui si deve pregare. Certo, vi confido gen, che da quella volta ho cominciato a prendere le preghiere: il Padre nostro, l'Ave Maria, la Messa, il rosario, la meditazione, ecc., in tutt'altra maniera!

Ora le parole vengono fuori lente, perché parlo con qualcuno che mi sente, cerco di influire sul suo cuore, domandandogli tutto quello che occorre: è una cosa meravigliosa!

Anche qui mi ha aiutato un santo: san Francesco di Sales, che dice che non bisogna moltiplicare le preghiere, ma piuttosto far bene quelle che si fanno.

Ma fra le tante preghiere della giornata ce n'è una che a me piace, particolarmente perché la nostra è l'Opera di Maria, e che qualche volta noi non abbiamo tanto menzionato per rispetto, per esempio, dei nostri gen non cattolici, ma siccome so che molti non cattolici ormai recitano questa preghiera, perché l'hanno capita, stasera ho pensato di parlarvene...

È moderna questa preghiera? È modernissima, perché la Madonna anche nelle ultime apparizioni parla del rosario, perché il Papa dice che è una preghiera meravigliosa e la recita sempre, perché la Chiesa la consiglia, perché insomma è bella, proprio bella!

Ricordo una volta che mi trovavo ad Assisi ed ero con dei fratelli cristiani non cattolici e per caso ho trovato su un muretto, proprio fuori della basilica del santo, un rosario. Allora un pastore luterano mi ha detto: "Cos'è il rosario per voi? Come mai si dice Ave Maria e poi ancora Ave Maria, cinquanta volte Ave Maria?". Ed io: "Ma lei ama la Madonna? Quando si ama una mamma si vorrebbe dirle ben più di cinquanta volte: ti amo, ti amo. Quando si ama qualcuno si vuole continuare a dirlo, anzi se ci si frena a un dato momento, sembra che si spenga l'amore". E lui ha capito.

Ma quello che volevo confidarvi oggi è come dico io il rosario.

Il rosario è intramezzato dai cosiddetti misteri, che sono degli avvenimenti biblici, in genere, proposti alla nostra meditazione e per questo, penso, che anche i nostri fratelli non cattolici ameranno il rosario, se già non lo amano.

I consiglieri spirituali dicono che si può dire l'Ave Maria, quasi meccanicamente, e intanto pensare al mistero che si menziona all'inizio della decina.

Io ho provato a fare così e ho visto che, pensando a questi misteri, mi faccio una ripassata di tutto l'Ideale'. Allora ho pensato: "Ma è proprio quello che ci vuole, che tutte le mattine io sappia tutti i miei doveri".

Cominciamo con i misteri gaudiosi cioè quelli che portano gioia.

Nel primo che cosa si medita? L'angelo che va dalla Madonna, cioè si medita l'Incarnazione. Cosa penso io allora? Penso subito all'Incarnazione, cioè al Verbo di Dio che si fa carne nel seno di Maria. Allora ricordo che anche a me è stato detto un verbo, una parola un giorno, quando ho conosciuto l'Ideale e che quel verbo deve farsi carne in me ogni giorno. Poi si può pensare alla Parola di Vita che ogni mese si rinnova. Così quando dico il primo mistero gaudioso penso alla Parola di Vita e che quella Parola deve incarnarsi in me.

Poi arriva il secondo: la visita della Madonna a santa Elisabetta. Qui viene in evidenza l'amore e il suo valore. Noi abbiamo scoperto che nell'amore c'è tutto! Allora l'anima si mette subito sull'attenti e dice: "Tutti i prossimi che vedrò mi metterò ad amarli, cercheremo di amarci a vicenda, cercheremo di essere perfetti nell'amore".

Poi arriva il terzo: la nascita di Gesù Bambino.

Ah sì, nel mio focolare devo tener Gesù in mezzo, devo portar Gesù in mezzo, dappertutto. Questo è il cristianesimo vissuto in: mezzo a noi c'è Cristo glorioso, risorto; dobbiamo farlo nascere in noi, generarlo in mezzo a noi.

Poi viene il quarto mistero: Gesù viene portato al Tempio; si dice di Gesù che è segno di contraddizione. Ecco il "controcorrente"; bisogna andar controcorrente. Allora durante il giorno cercherò di non vedere quella cosa, di mortificarmi in quell'altra, di tagliar corto, farò morire la mia volontà e praticherò tutte le mortificazioni: non guardare, non vedere, non toccare, non assaggiare. E poi io faccio così: siccome ho l'impressione di aver amato poco il mio angelo custode durante la vita, dò tutto il mio controcorrente, tutte le mortificazioni del mio io all'angelo custode per farlo contento, perché le porti lui a Gesù ed ho l'impressione di pagare un debito.

Arriviamo al quinto. La Madonna perde Gesù Bambino. Ecco allora "saper perdere", perdere tutto, perdere tutto quello che non è Dio, che non è la volontà di Dio. La grande sapienza del perdere!

Poi, il primo doloroso. Gesù nell'orto, proprio quando ha detto: "Non la mia volontà ma la tua sia fatta" (cf. Mt 26, 39). Ah! La volontà di Dio. Allora rivedo tutte le bellezze della volontà di Dio che vi sto raccontando in questo anno. La volontà di Dio, per la quale Maria Maddalena de' Pazzi andava in estasi quando la sentiva nominare. Allora mi dico: "Farò la volontà di Dio, mi "calerò" nella volontà di Dio, mi "arrenderò" alla volontà di Dio.

Poi: Gesù flagellato. E sì, arriveranno forse i dolori fisici, e anche questa stanchezza che ho adesso la offro subito, unita alla passione di Gesù, perché così ha tanto valore.

Poi il terzo che è l'incoronazione di spine. Lì io mi sono arrangiata un po' così: siccome arrivano anche dei dolori morali, li offro tutti in questo mistero.

Ma viene il quarto. Il quarto è la condanna a morte di Gesù. Qui mi fermo sempre a fare un po' di meditazione. Verrà il giorno nel quale ci sarà la mia condanna a morte, un giorno che non avrà il tramonto su questa terra. Allora cosa devo fare? Accettarlo subito, immediatamente. E dico a Gesù: "Quando verrà la mia condanna a morte, come te voglio accettare la morte. Ma come? Quando tu vuoi, dove tu vuoi, come tu vuoi: anche sotto un auto, con la malattia, anche di lebbra, anche subito, anche fra dieci anni. Io l'accetto, io la voglio".

Poi, il quinto. La morte di Gesù Abbandonato. Qui mi trovo di fronte al mio sposo e gli dico: "Ti riscelgo, mi consacro a te, voglio amarti, sempre, subito, con gioia".

Poi vengono i misteri gloriosi e c'è la risurrezione. È meravigliosa la risurrezione! Vi confido una cosa: proprio in questi giorni dicevo: "Che bella la vita facendo la volontà di Dio, è troppo bella, Gesù; in questi giorni non ho che da offrirti olocausti di gioia invece che di dolore: come è stupenda la vita, come è bella la vita! È bella perché ti amo, ma - soggiungevo - un giorno finirà".

Ora, ecco che una mattina mentre facevo meditazione col rosario sulla risurrezione, sembrava che Gesù mi dicesse: "Ma no Chiara, ti sbagli, non finirà, perché la vita che tu ami è la vita soprannaturale, è la vita dell'amore a Dio, è la vita del far la volontà di Dio. In cielo tutti fanno la volontà di Dio. Perché ti lamenti che finirà, no, la vita cambia, ma non finisce".

"Ah - gli rispondo - è vero! La vita che io amo continua, non finisce mai!".

Capite, gen, che meraviglia!

E poi viene l'Ascensione e in questo mistero io dico: "Oggi meglio di ieri, domani ancor meglio di oggi". Perché bisogna salire, come Gesù.

Poi viene la discesa dello Spirito Santo. Qui mi rivolgo allo Spirito Santo, col quale sono un pochino in debito, perché ho amato tanto Gesù, ho amato tanto anche il Padre, ma lo Spirito Santo non così come vorrei. Allora io dico che voglio veramente rimediare e che voglio veramente amarlo, che so che lui è il protettore dell'Opera, e gli offro qualche cosa della mia giornata: le preghiere, la mia meditazione, l'"andare in profondità", la S. Messa, ecc., insomma tutto quello che è l'anima del Movimento.

Poi, il quarto: la Madonna assunta in cielo. Lì mi trovo di fronte a Maria, un altro mistero della nostra vita. Allora le dico: "Sono tutta tua, se mi faccio santa sarà un piccolo dono che farò a te. Dammi una mano, ho una mamma e questa sei tu".

Poi arriva l'ultimo mistero glorioso dove si contempla Maria regina del cielo e della terra e tutti i santi. Qui parlo un po' con la Madonna, con i santi che sono arrivati, li prego di aiutarmi, di aiutare tutti i gen, di aiutare tutto il Movimento, di portarci avanti, di far nascere tanti tanti santi tra di noi e così finisce il mio rosario.

Non vi sembra bello, gen?