53

Alcuni stralci su Maria

Citati da E. Robertson, in: Chiara (traduzione dall'inglese), Città Nuova

Roma 1978, pp. 114.117-120.

Maria è il fiore sbocciato dalla radice: Gesù Abbandonato. Maria è l'altra faccia di quella medaglia. (...)

Maria è tutta sapienza, è tutta bellezza, tutta profumo di mistero, tutta grazia, la "piena di grazia" (Lc 1, 28); non c'è posto per null'altro in lei, anche se Dio le ha chiesto una porzione di dolore come a nessuno mai: "... osservate e vedete se esiste un dolore simile al dolore che m'è stato inflitto" (cf. Lam 1, 12).

Maria è la porta che ci porta a Dio. La porta non è porta se non si apre per lasciar passare.

La Vergine è il nulla, il vuoto, l'oblio, la dimenticanza, la purezza..., tutte le virtù del Vangelo, perché è creatura e la creatura è amore, se è un nulla riempito da Dio. Una porta sempre chiusa è un muro. Chi si ferma alla porta non arriva a Dio. La porta è per Gesù. L'unità punta sul fine ed ha in sé il mezzo. Il mezzo scompare di fronte al fine. Ma solo chi ha veramente raggiunto il fine benedice il mezzo. Chi vive l'unità è chi veramente, sinceramente più ama Maria.

San Paolo non parla che di Cristo. E Maria è glorificata da lui perché è glorificato il Figlio. Maria non sarebbe quella che è se il Figlio non fosse Dio... Ella brama esser trattata come Gesù la trattava: come un'altra creatura. Perché la grandezza sua sta appunto nella sua bassezza: esser creatura e nonostante tutto Madre del Creatore!

Se il Verbo, la Parola, è la bellezza del Padre, Maria sostanziata di Parola di Dio era d'una bellezza incomparabile. Fu così forte la nostra impressione a questa comprensione che tuttora non la possiamo dimenticare, anzi capiamo come allora ci sembrasse che solo gli angeli potessero balbettare qualcosa di lei.

Amore al quale essa - evangelicamente - rispose manifestandosi per quello che era: Madre di Dio. Theotòkos. Madre di Dio !

Non solo la giovinetta di Nazareth, la più bella creatura del mondo, il cuore che contiene e supera tutti gli amori delle mamme del mondo, ma "la Madre di Dio"

Basta una minima intuizione di questo mistero per ammutolirci adoranti in azione di grazie verso Dio per aver operato tanto in una creatura.

In quel momento - non senza una grazia di Dio - Maria ci svelò, ci sembra, una sua nuova dimensione che a noi era fino allora rimasta completamente ignota.

Sì, perché prima vedevamo Maria di fronte a Cristo e ai santi - per far un paragone - come nel cielo si vede la luna (Maria) di fronte al sole (Cristo) ed alle stelle (i santi). Ora no: la Madre di Dio abbracciava, come un enorme cielo azzurro, il sole stesso.

Rimanemmo stupite della grandezza di Maria, come la conoscessimo per la prima volta; eravamo come di fronte all'intuizione di un mistero: Maria è Madre di Dio certamente, perché è madre dell'umanità dell'unica Persona del Verbo, che è Dio, il quale ha voluto farsi uomo. Il Verbo però non si può mai pensare diviso dal Padre e dallo Spirito Santo.

Gesù stesso, figlio di Maria, dice a Filippo che gli chiede di mostrargli il Padre: "Chi ha visto me ha visto il Padre... Io sono nel Padre e il Padre è in me" (Gv 14, 9-10).

San Paolo, parlando di Gesù, che è Dio, dice che "annientò se stesso" (Fil 2, 7), e ciò iniziò nel seno di Maria.

E a questa comprensione della grandezza di Maria la nostra anima avrebbe gridato: solo ora abbiamo conosciuto Maria!

Se Maria è Madre di Dio, è ben diversa da ogni altro cristiano; se Dio stesso l'ha abbellita tanto da compiacersene, da esaltarla, come dicono le parole dell'Angelo, a lei spetta un posto speciale accanto a Dio.

Ecco allora che si comprendono vicino al tabernacolo nelle chiese cattoliche le effigi di Maria e prende senso ogni manifestazione d'affetto che gli uomini le porgono.

A noi capire più profondamente Maria.

Qualcuno ha detto che il dono più grande che Dio possa fare è il dono della maternità o paternità spirituale. Noi tutti possiamo essere padri e madri di anime.

Imitiamo dunque Maria, diventiamo simili a lei e nascerà spontaneo nel nostro cuore l'amore per lei!