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Maria e i Gen

Discorso al III Congresso Internazionale Gen, estate 1969,

in: Colloqui con i Gen, Città Nuova, Roma 1974 (4 a ed. 1979), pp. 91-97.

(...) Vi ho detto che avrei risposto questa sera alle domande che mi sono state fatte dalle Gen di varie nazioni qui rappresentate.

Certo, i problemi che voi mi avete posto sono scottanti, tremendi. Essi manifestano le piaghe del mondo, che ogni giorno si incontrano, e meriterebbero risposte evangeliche rivoluzionarie, come i "guai", che Gesù ha detto nel suo Vangelo, e che noi vogliamo gridare con la nostra vita al mondo.

Risponderò intanto ad una domanda.

Voi sapete che oggi tutti sono in contestazione. E noi in

testa.

Ma purtroppo qua e là si contestano anche le cose più belle di questo mondo e anche del cielo.

Si contesta il Papa, la sua autorità, e persino Maria, la Madre di Dio!

La domanda è questa: "Nella nostra nazione non si capisce Maria. In questo Congresso non abbiamo parlato ancora di lei. Vorresti tu dirci qualche cosa?...".

Sono molto contenta di parlare di Maria e dal vostro applauso posso dedurre che soprattutto Gesù in mezzo a noi è contento che se ne parli.

Ricordo la frase della Sacra Scrittura che la Chiesa attribuisce anche a Maria: "Chi mi illustrerà avrà la vita eterna...".

Perciò noi stasera, parlando di Maria, possiamo avere la speranza che Dio ci conceda - magari per questo solo discorso - la vita eterna.

Dicevamo che si contesta Maria.

Ebbene: si sta contestando la più grande contestatrice che ci sia mai stata, dopo Gesù! E qui è l'assurdo del mondo, dove domina il principe delle tenebre, acerrimo nemico della Madre di Dio.

Vorrei dimostrarvi un po' come Maria sia veramente una contestatrice!

Maria - e lei che è madre nostra ci permette queste parole - è la tipica Gen!

Ma, poiché non bastano le affermazioni, cercherò di spiegarmi.

Ci insegna la tradizione che Maria a tre-quattr'anni, miniGen quindi, da sola, va al Tempio e si dona a Dio, fa la scelta di Dio per tutta la sua vita, consacrandosi nella verginità.

Ecco Maria che incomincia la sua strada di gen, in contestazione con il costume comune e le aspirazioni del tempo.

Più tardi, quando ha dodici-tredici anni, appare un angelo, che le dà un annuncio: quello che lei credeva essere la volontà di Dio su di sé, la verginità, si mantiene; ma Dio la vuole anche Madre del Salvatore.

E Maria accetta.

Ma a che cosa acconsente, dopo aver fatto da piccola la scelta di Dio? Non alla propria volontà, al suo modo di vedere, ma alla volontà di Dio e dice il suo "sì".

Non è forse Maria, anche in quest'occasione, una perfetta gen?

Qualche mese dopo va da Elisabetta, e già il mistero di Dio si sta compiendo in lei.

Ella non è una contestatrice a parole: passa ai fatti, come una vera gen. Percorre un lungo tratto di cammino per andare a compiere un'opera di carità (una di quelle piccole-grandi opere di misericordia che sono state menzionate qui stamane), a cui tutti i Gen si dedicano.

Andava dalla cugina Elisabetta per aiutarla. Quindi vi si recava per amare.

Ma poiché Elisabetta era ispirata da Dio e comprendeva il prodigio che si compiva nella eletta parente, Maria ha potuto narrare la sua meravigliosa, eccezionale esperienza.

Ha raccontato quello che Dio stava operando in lei. E, senza tema - giacché Elisabetta la comprendeva - mettendo la luce sul moggio, inneggiò a Dio, che aveva compiuto in lei cose mirabili.

Nel suo "Magnificat" ha annunciato che sarebbe venuto Uno, il quale avrebbe "deposto i potenti dal trono e innalzato gli umili; rimandando a mani vuote i ricchi e riempito di beni gli affamati..." (Lc 1, 52-53).

Maria, giovane ancora, contestava già col mondo e, quale profetessa, vedeva il futuro fino a noi ed oltre. Affermava che solo Gesù sarebbe stato capace di cambiare la faccia di questa terra, di innalzare gli umili, di sfamare i bisognosi e togliere - perché liberamente li avrebbero dati - i beni ai ricchi.

Ora, una creatura, che canta un inno religioso-sociale così splendido, come nessuno ha mai fatto, non è forse da venerare anche oggi in modo particolarissimo? Non può esser lei la più alta ispiratrice di tutto il movimento sociale che oggi è di tanto interesse?

Poi Maria va a casa e, dopo alcuni mesi, dà Gesù al mondo.

E cosa vuol fare il Movimento Gen? Non desidera pure esso donare spiritualmente Gesù al mondo?

E qui vorrei parlare in modo speciale a quelli che si trovano in zone particolarmente difficili.

Ricordatevi: a nessuno manca nulla per offrire Gesù alla società di oggi; perché non occorre la libertà di stampa, non servono tanto le prediche, non sono indispensabili le chiese in muratura. Niente è necessario, quando Dio ci toglie tutto!

C'è una presenza di Gesù, che è possibile avere in tutti gli ambienti, in tutti i paesi. È una presenza venuta in particolare luce ora, col Concilio Vaticano II ed anche col nostro Movimento: è quella che Dio ci offre là dove due o più sono uniti nel nome di Cristo, siano essi in America, o in Africa, o in Russia.

Dovunque si può ripetere Maria, rendendo presente Cristo, salvezza del mondo!

Maria s'è portata in seguito dal vecchio Simeone.

A chi è stata detta quella fatidica frase, che ha formato il motto del nostro Congresso: "Questo bambino sarà posto come segno di contraddizione" (cf. Lc 2, 34).

Quali orecchie hanno udito queste parole?

Quelle di Maria: di Maria che oggi il mondo vuol contestare, che molti non vogliono capire.

E il venerando sacerdote soggiunse: "Una spada trafiggerà il tuo cuore" (Lc 2, 35).

Fu in quel momento, pensiamo, che Maria ha compreso che, per fare la volontà di Dio, per poter attuare la scelta di lui, avrebbe dovuto abbracciare la croce. E "meditava queste cose nel suo cuore" (Lc 2, 51).

Quando poi sono giunti i dolori, come la fuga in Egitto, lei, ricordando quella spada, ha affrontato con coraggio ogni persecuzione, sapendo che Dio era dalla parte sua, e che i disegni di Lui si sarebbero compiuti.

Ad un dato momento poi, in seguito, a Maria è toccato di smarrire Gesù, fermatosi nel Tempio.

Quando voi Gen ritornerete nei vostri paesi e sentirete tutto il freddo e vi sembrerà che quanto è successo qui sia stato un sogno, un grande sogno, un meraviglioso sogno, che non si ripeterà più, ricordate Maria!

Anche Maria, la nostra condottiera, ha smarrito Gesù! Ed ha provato il dolore umano di una mamma che perde il proprio bambino.

Infatti, ritrovatolo dopo tre giorni, gli ha detto: "Ma perché hai fatto questo?" (Lc 2, 48). E Gesù ha risposto a lei e a Giuseppe: "Non sapevate che io devo fare quello che vuole il Padre mio?" (Lc 2, 49).

Quando, partiti da qui, non sarete più avvolti da questo clima, sarà lì che Gesù vedrà se le vostre decisioni d'amarlo, espresse così chiaramente in questi giorni in tante lettere, saranno vere.

Allora - ripeto - ricordatevi di Maria.

Gesù a noi potrebbe dire: "Se adesso mi allontano, dimostrami il tuo amore; ripetimi che è la croce che tu vuoi abbracciare; dichiarami che credi al dolore, aborrito dal mondo, più potente delle più potenti bombe atomiche: il dolore sul quale anche questo Congresso è stato fondato".

Non è stato forse il nostro Charles, che in USA ha seminato nel sangue per voi? Credo che in Paradiso tutti i nostri che sono là gli abbiano fatto una grande festa ed abbiano pregato per il successo di questo incontro, al quale egli stesso doveva partecipare, e che è iniziato invece col suo sacrificio.

E torniamo a Maria. Più tardi, dopo la fuga in Egitto, ecco che ella gode la presenza di Gesù, perché Gesù è con lei!

Sono trent'anni ineffabili, dei quali non conosciamo nulla. Ma in paradiso forse sapremo qualcosa.

E qui sono tutti i misteri che voi, giovani, forse non potete ancora capire: misteri della comunione, della unione, di quel qualche cosa di straordinario, che supera immensamente l'amore umano, ed è l'amore divino.

Se noi infatti abbracciamo la croce, staremo poi con Gesù e vedremo che tutti i nostri desideri umani saranno appagati: che la felicità, tanto agognata dal mondo, sarà completa, perché nel suo testamento Egli parla di pienezza di gioia che noi dobbiamo offrire alla gioventù del nostro tempo.

Dobbiamo - come ci ha detto il Papa - mostrare sempre il viso luminoso e sorridente, perché la nostra è la religione della vita.

Uno solo è risorto: Cristo, che ha vinto la morte!

Ora, ditemi voi: è una religione triste la nostra? È una religione che vince tutti, anche quelli che vogliono raccogliere tutta la felicità della terra.

Io vi assicuro che pochi cuori al mondo hanno gioito, hanno sentito l'unione con Dio come l'hanno provata i santi, perché hanno vissuto da veri Gen.

Ora, tutto questo noi dobbiamo dire all'umanità, questo dimostrare, questo esperimentare.

E Maria, nei trent'anni, in unione con Gesù, ha vissuto così! E in quell'unità profonda s'è rafforzata, per affrontare poi con lui la vita pubblica.

Voi sapete come il primo incontro di Gesù col mondo sia stato drammatico: appena ha iniziato a parlare lo volevano uccidere, ma non era giunta ancora la sua ora e, "passando in mezzo alla folla, se ne andò" (Lc 4, 30).

Vennero poi i suoi meravigliosi discorsi, i miracoli, i dolori, la morte - e Maria era ai piedi della croce, Maria era sempre con Lui.

Ella, una semplice creatura, dotata però da Dio di grazie straordinarie, riesce a tenere in braccio, nella desolazione, il suo Creatore; "Stabat" senza piegarsi.

Ma, ditemi voi: una donna di questo genere, con virtù così eroiche, così straordinarie, che regge Dio morto e ancora crede, e ancora ama, e ancora spera, non è forse eccezionale, non è una figura appassionante, che può far rimanere estatiche tutte le anime?

Sì.

È per questo che noi ci consacriamo a lei e le assicuriamo che il Movimento Gen è pronto ad essere lanciato nel mondo dove lei vorrà, perché Dio trionfi al più presto su tutta la terra!

E, in nome di Maria, concludiamo il Congresso Gen 1969.