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"Stabat" impotente
In: Saper perdere, cit., p. 65.
Amare la Desolata significa mille cose: non solo "perdere", saper perdere nel cuore di Gesù tutto ciò che abbiamo e siamo, per ritrovarlo poi, al momento opportuno, cresciuto e moltiplicato; ma è spesso star come Maria ai piedi di qualche crocifisso vivo, e non riuscire, non poter togliere da quell'anima e da quelle carni lo strazio che le tormenta quasi fino alla disperazione.
Preferiremmo essere noi a quel posto. E invece ci tocca assistere senza far nulla di fronte al chicco di grano che, morendo, geme, sicuri della risurrezione e dei frutti; ma per ora in uno "stabat" doloroso che sale non a conforto di chi amiamo, ma dritto in cielo, come incenso, ad implorare pietà per noi che, assieme, consumiamo la nostra vita.
È lo "stabat" impotente.
Madonnina nostra, tu che ci conosci, tu che conosci certi dolori, allevia chi soffre e anticipa i tempi, accelera l'ora del sollievo.