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Due grandi amori

In: Saper perdere, cit., pp. 60-61.

Per esser come Maria, dobbiamo modellare il nostro spirito e tutto il nostro essere sul Crocifisso e specialmente sui suoi dolori spirituali, senza troppe analisi che ci portano nel puramente "umano", mentre l'abbraccio di essi, voluto e goduto, come si può, ci porta nel divino.

Non c'è cristiano senza la croce. Essa - al dir di Montfort - ci precederà in cielo e per essa avremo gloria; per essa siamo "membri legittimi di Cristo".

La croce è la radice della carità. Non possiamo esser figli di Dio se non siamo come il Figlio di Dio, che è Salvatore per la croce.

Con essa abbiamo una vita solida, ben piantata, protetta contro le tempeste, non esposta a variazioni. Con essa si cammina sicuri.

Ci purificherà e ci farà atti a portar il Regno di Dio alle anime, il che va pagato, come va pagato l'esser "generatori" di Cristo fra noi.

Due grandi amori deve possedere il nostro cuore: Maria come punto d'arrivo e la croce come mezzo per essere un'altra lei nel mondo, e adempiere i disegni di Dio.

Dio ci vuole piccoli salvatori, che guardano in faccia i mali del mondo e vi pongono rimedio; che sanno di non esser venuti per i sani ma per i malati, non per i giusti ma per i peccatori e i lontani.