Le Beatitudini

 

La versione di Luca è piú corta ed è formulata nello stile del discorso diretto (Lc 6, 20-23):

"Alzati gli occhi verso i suoi discepoli, Gesú diceva:
Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio.
Beati voi che ora avete fame, perché sarete saziati.
Beati voi che ora piangete, perché riderete.
Beati voi quando gli uomini vi odieranno
e quando vi metteranno al bando e v'insulteranno
e respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa del Figlio dell'uomo.
Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli.
Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i profeti".

In Luca, alle beatitudini, e quasi in opposizione ad esse, seguono le condanne (Lc 6, 24-26):

"Ma guai a voi, ricchi,
perché avete già la vostra consolazione.
Guai a voi, che ora siete sazi, perché avrete fame.
Guai a voi che ora ridete,
perché sarete afflitti e piangerete.
Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi
Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i falsi profeti".

Mentre la forma delle beatitudini di Luca sembra piú diretta ed originaria rispetto alla forma di Matteo, le condanne in Luca non dovrebbero essere originali ma dovrebbero risalire all'evangelista di Luca.

La versione di Matteo delle beatitudini (Mt 5, 3-12), che normalmente viene citata, ha al contrario un effetto piú solenne e maestoso Inoltre, contiene quattro beatitudini in piú:

"Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati gli afflitti, perché saranno consolati.
Beati i miti, perché erediteranno la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno
e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia.
Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.
Cosí infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi".

 

 

1° intervento

 

  1. Le beatitudini in generale
  2. L’uomo amato e quindi Beato.
  3. L’amore di Dio per chi aderisce al suo progetto riempie l’uomo dei suoi doni. Beato chi ..... perché......

     

  4. "Beati i poveri (in spirito)

Un lieto messaggio per i poveri (anavim) (Lc. 4,18)

Farsi poveri per il regno - come bambini

 

Il giovane ricco (Mt. 19) non segue Gesù perché non è disposto a tutto. È legato.

Anche a noi Gesù rivolge una chiamata durante questo ritiro e non potremo accettarla se siamo ricchi, se cioè siamo legati alle nostre categorie, ai nostri schemi, ai nostri pregiudizi, al nostro modo di vedere la vita, ai nostri peccati... a tutto. Bisogna farsi poveri, nulla perché il Signore ci possa riempire.

 

Gli ostacoli alla nostra povertà

- gli idoli, gli assoluti

- "il tesoro e il cuore" (Mt. 6,19-21 || Lc. 12,33-34. Cf. Gc. 5)

 

La vera povertà = libertà per condividere (At. 4,32-35 || 2,44)

 

"Possedere il regno" (non solo entrare nel ....)

Lo possono ricevere perché non portano nulla con sé ma attendono tutto dall’alto. Essi sono liberi dal peso delle ricchezze e di quello della propria boria, quindi liberi per Dio. Solo a chi è cosciente nel profondo del proprio nulla può essere donato tutto.

 

2° intervento

Beati i puri di cuore

(non presente in Luca. Esplicitazione della povertà. "Povero dentro" assumo nei confronti delle persone e delle cose il modo di vedere di Dio)

L’occhio limpido (Mt. 6,22-23 || Lc. 11,34-36).

La sapienza del cuore (Sal. 90(89),12 ; cf. Sap. e Sir.).

La sapienza della croce (Cf. 1 Corinti cap 1, specialmente vv. 18-25).

Visione "dall’uno di Dio" delle persone e delle cose (il progetto di Dio sull’uomo ed il creato).

Puntare sempre lo sguardo nell’unico Padre di tanti figli, poi, guardare le creature tutte come figlie dell’unico Padre. Oltrepassare sempre col pensiero e con l’affetto del cuore ogni limite posto dalla natura umana e tendere costantemente come stile di vita alla fratellanza universale in un solo Padre : Dio

Viviamo schiavi di molte divisioni ma bisogna spalancare il cuore rompere tutti gli argini e mettersi in cuore la fratellanza universale ...vedendo in ogni prossimo un candidato a condividere con me questo stile di vita.

La nostra vita così si semplifica. Comprendiamo subito chi è il prossimo che Gesù mi invita ad amare: è il fratello che mi passa accanto attimo per attimo nella mia vita.

Come fare allora per amare il fratello e coinvolgerlo nel mio stile di vita? La strada è una sola: servirlo perché servendo lui servo Gesù, fin nelle piccole cose, nei particolari.

Tutta la sapienza del cristianesimo sta in una parola, e anche tutta la sua rivoluzione, e questa parola è : "servire". Nel mondo si cerca di stare a galla, di opprimere gli altri, di comandare. Gesù ha proprio detto l’opposto e ci ha dato l’esempio con la lavanda dei piedi, lui che era il Signore e il Maestro. Lui vuole che serviamo tutti. Allora serviamo sempre, serviamo tutti, serviamo bene!

Se vediamo Cristo in ogni prossimo con cui trattiamo : genitori, professori, amici, ecc... (Gesù ritiene fatto a sé quanto facciamo agli altri, specialmente ai più deboli) ci sarà più facile questo atteggiamento.

Ma bisogna servire con intelligenza in modo che l’altro si senta amato. Come fare?

Per amare con cuore puro ci sono due parole magiche: "farsi uno con l’altro". L’altro soffre? Sentire in noi i dolori; l’altro gode? Sentire in noi le gioie; l’altro ha una preoccupazione? Sentire in noi la preoccupazione. Insomma sciogliere questo cuore che è di sasso e avere un cuore di carne per amare gli altri, per sentire con gli altri, per vivere gli altri. Questo è servire.

Farsi uno in tutto tranne nel peccato. Avere coraggio di perdere tempo per l’altro. Amare senza fretta, fino in fondo, disinteressatamente.

 

I fondamenti della malizia che abita nel cuore dell’uomo espressione del peccato che abita in noi. (Gc. 3,13-4,12)

 Educare il cuore a vedere il bene e a guardare all’altro con amore.

 

"Vedere Dio"

Non tutti vedranno Dio, ma solo i " puri di cuore ". Questa espressione indica l'intima sincerità e chiarezza che rende il cuore dell'uomo trasparente alla pienezza della luce del Signore, come un vaso perfettamente puro e limpido. Il cuore viene inquinato dai peccati di ogni specie: " Ciò che esce dalla bocca, viene dal cuore; e questo è che contamina l'uomo. Infatti dal cuore provengono pensieri cattivi, omicidi, adulteri, fornicazioni, furti, false testimonianze, bestemmie" (15, 18 ss.). Il male nasce nel cuore e, contaminando il cuore, contamina tutto l'uomo (cf. 6, 22 ss.). " Puri di cuore " invece sono quelli, dal cui interno sgorga il bene, i pensieri di amore e di misericordia, la nostalgia di Dio e della sua giustizia. Tale nostalgia sarà appagata, quando Dio stesso si concederà, vittorioso e beatificante, al nostro occhio.