PROGETTO PASTORALE DEI VESCOVI ITALIANI PER GLI ANNI '90

EVANGELIZZAZIONE E TESTIMONIANZA DELLA CARITA'

 

Gli orientamenti pastorali proposti per gli anni '90 dai vescovi italiani hanno per titolo "Evangelizzazione e testimonianza della carità". Già il documento è stato presentato ad Alpignano, nel corso di un convegno parrocchiale, da don Sergio Baravalle. Ma si rende necessario - come un po' ovunque si sta facendo - un riavvicinamento del documento per attivarne la applicazione nelle singole comunità.

Il testo esprime un obiettivo che comporta non solo un rinnovamento, ma una vera e propria riforma della pastorale, di tutto quel cammino cioè che conduce la comunità cristiana a realizzare il progetto di parrochia-comunione come emerge dal Concilio Vaticano II° e ad attuare la missione di aprire a tutti la strada che conduce a Cristo ed al suo Vangelo.

Alcune espressioni tratte dal n° 9 aiutano ad aver presente il senso e la portata del pensiero dei nostri vescovi. "Sempre e per natura sua la carità sta al centro del Vangelo e costituisce il grande segno che induce a credere al Vangelo e forma la via maestra dell'evangelizzazione....La nuova evangelizzazione (di cui oggi sentiamo particolare ed urgente necessità) consiste anzitutto chi viene toccato dalla testimonianza dell'amore a percorrere l'itinerario conduce, non arbitrariamente ma per logica interna dello stesso amore cristiano, alla professione esplicita della fede e all'appartenenza piena alla Chiesa...La carità - centro del Vangelo e dell'annuncio dell'amore di Dio per gli uomini - ricorda che l'evangelizzazione deve passare in modo privilegiato attraverso la via della carità reciproca, del dono e del servizio.

Allo scopo di "scrutare la verità della carità per innervarla sempre più nel tessuto del pensiero e della prassi cristiana", vi offriamo le riflessioni che seguono in tre punti: il vangelo della carità nell'insegnamento della Scrittura; il vangelo della carità nella vita delle nostre Chiese e di fronte alle sfide del nostro tempo; alcune scelte prioritarie della nostra pastorale".

Le prime due parti continuano certamente ad interpellarci perchè la carità è il dono della vita di Dio agli uomini e, di conseguenza la natura profonda della Chiesa, la vocazione e l'autentica realizzazione dell'uomo, il tessuto della parrocchia. Già s. Agostino sottolineava: "Chiunque crede di aver capito le divine Scritture o una qualsiasi parte delle medesime, se mediante tale comprensione non riesce ad innalzare l'edificio di questa duplice carità, di Dio e del prossimo, non le ha ancora capite". Una certa applicazione alla vita parrocchiale di questi Orientamenti Pastorali era stata presentata al Card. Saldarini in occasione della visita pastorale con il nostro volumetto "Linee di formazione alla vita ecclesiale in parrocchia come base di un progetto pastorale. Verso un profilo della comunità." Ad esso bisognerà ritornare nella ricerca e nella attuazione di un disegno organico di parrocchia.

E' opportuno però prendere in consegna in modo particolare la terza parte del documento dell'episcopato italiano che indica tre vie per annunciare e testimoniare il vangelo della carità, che costituiscono un terreno di lavoro oggi indispensabile (num. 43 e seguenti)

 

1. Educare i giovani al vangelo della carità

(Sintesi dei numeri 44, 45, 46 del Doc.) "Il mondo dei giovani vive e sperimenta, con intensità tutta particolare, le contraddizioni e le potenzialità del nostro tempo. Subendo le forti pressioni della società dei consumi, non di rado i giovani si mostrano fragili e incostanti, incapaci di dare un senso al proprio vivere, prigionieri del 'tutto e subito'. Anche dal punto di vista della evangelizzazione assistiamo al crescere di fenomeni come l'indifferenza e la dificoltà di accedere all'esperienza di Dio...Ma nonostante il diffuso disagio giovanile, i giovani esprimono anche oggi le attese dell'umanità e portano con sé gli ideali che si fanno strada nella storia: il rispetto della libertà e della unicità della persona, la sete di autenticità, un nuovo concetto e stile di reciprocità nei rapporti fra uomo e donna, il riconoscimento dei valori della pace e della solidarietà, la passione per un mondo unito e più giusto, l'apertura al dialogo con tutti, l'amore per la natura...

Il compimento della trasmissione del patrimonio della fede alle nuove generazioni e della loro educazione ad una integrale esperienza e testimonianza cristiana diventa quindi di una essenziale priorità pastorale"

I vescovi suggeriscono in questa prospettiva alcuni orientamenti di contenuto e di metodo, insieme ad alcune scelte operative: (in corsivo ciò che è già in via di attuazione)

* un progetto educativo (gli animatori dell'oratorio fanno riferimento al progetto educativo elaborato dal confronto con le indicazioni della diocesi agli oratori)

* la costante attenzione alla preparazione spirituale, culturale e pedagogica di coloro che sono educatori alla fede (il gruppo animatori dell'oratorio si raduna una volta alla settimana per curare la propria formazione e per aiutarsi a programmare le attività. Gli animatori del gruppo giovani prepara spiritualmente e organizzativamente l'incontro settimanale ed il programma)

* puntare su proposte essenziali e forti, che non chiudano i giovani in prospettive di compromesso: tener presente che il rapporto dei giovani con gli adulti rimane essenziale (il gruppo 'Albatros' è nato per offrire un itinerario di formazione evangelica e di preparazione al servizio)

* evangelizzare tutta l'esperienza giovanile, con particolare attenzione alla fondamentale esigenza dell'amore umano che ha bisogno di essere purificata dalle sue chiusure e deviazioni egoistiche (Ci sono stati momenti di preparazione specifica sia nel gruppo giovani adulti che negli altri gruppi giovanili, anche se c'è bisogno di interventi più continuativi)

* valorizzare gli ambienti educativi dove i giovani vivono, in particolare la famiglia, la scuola, l'oratorio, la comunità cristiana. (Si cerca di valorizzare in oratorio il rapporto tra animazione e famiglia)

* una attenzione particolare agli adolescenti valorizzando l'itinerario di preparazione alla cresima. (Gli incontri per il dopo-cresima hanno scadenza quindicinale)

* un atteggiamento di servizio nei confronti della devianza giovanile nella direzione del ricupero dei giovani già coinvolti, ma ancor prima mediante la prevenzione educativa (Si ritiene positivo il contributo della vita di oratorio e della catechesi per la formazione personale e di gruppo anche in vista della prevenzione educativa)

 

** Nel progetto di formazione giovanile dobbiamo certamente tener presente questo: la formazione giovanile è frutto della vita di tutta la comunità parrocchiale in cui giovani ed adulti, educatori e ragazzi sono chiamati a confrontarsi ed a camminare insieme.

 

2. Servire i poveri nel contesto di una cultura della solidarietà.

"L'amore preferenziale per i poveri si mostra come Un'opzione, o una forma speciale di primato nell'esercizio della carità cristiana, testimoniata da tutta la tradizione della Chiesa. Essa si riferisce alla vita di ciascun cristiano, in quanto imitatore della vita di Cristo, ma si applica egualmente alle nostre responsabilità sociali e, perciò, al nostro vivere, alle decisioni da prendere coerentemente circa la proprietà e l'uso dei beni. Senza questa solidarietà concreta, seza attenzione perseverante ai bisogni spirituali e materiali dei fratelli, non c'è vera e piena fede in Cristo...

La carità evangelica, poichè si apre alla persona intera e non soltanto ai suoi bisogni, coinvolge la nostra stesssa persona ed esige la conversione del cuore. Può essere facile aiutare qualcuno senza accoglierlo pienamente. Accogliere il povero, il malato, lo straniero, il carcerato è infatti fargli spazio nel proprio tempo, nella propria casa, nelle proprie amicizie, nella propria città, nelle proprie leggi. La carità è molto più impegnativa di una beneficenza occasionale: la prima coinvolge e crea un legame, la seconda si accontenta di un gesto.

Il Vangelo della carità ci stimola inoltre alle opere di misericordia spirituale...come, ad esempio, l'aiuto dato a chi ricerca la verità e a chi ha bisogno di riscoprire il senso di Dio e del suo amore, la presentazione dei valori autentici a chi li ha smarriti, la vicinanza e la condivisione a chi soffre di solitudine e di angoscia, perchè ritrovi un significato ed una speranza di vita "

Dopo aver portato l'attenzione dei cristiani sulle antiche e nuove povertà, il documento dei vescovi invita a prendere in considerazione "il crescente fenomeno immigratorio... I credenti e l'intera comunità ecclesiale, senza ignorare la complessità dei problemi e impegnandosi per rimuovere le cause che spingono questi nostri fratelli ad abbandonare i loro paesi, devono sempre avere in cuore e addurre in scelte di vita le parole del Signore: Ero forestiero e mi avete ospitato". (Il testo è sintesi dei numeri 47, 48, 49 del documento dei vescovi)

Per ciò che riguarda la nostra parrocchia , noi conosciamo il prezioso servizio compiuto in modo stabile e capillare dal gruppo Charitas a favore di situazioni di povertà materiale, spirituale e di emarginazione. Più volte sono stati fatti conoscere la complessità dell'impegno caritativo ed il corrispettivo economico dei vari interventi, compiuti a nome della comunità. Il rapporto tra la comunità parrocchiale ed il gruppo caritativo è chiamato a crescere perchè tutti si sentano coinvolti nelle opere di misericordia che sono il primo tessuto della carità.

Anche nel campo del volontariato ci sono energie, molteplici e generose, che sono testimonianza del servizio che la chiesa offre in risposta alle diverse povertà ed esigenze e sono segno della generosità e della gratuità dell'amore cristiano. Si è spesso alla ricerca di forze nuove per fare fronte a situazioni che non sempre possono essere seguite.

Queste presenze hanno anche il compito di essere nella parrocchia fermento ed ispirazione, coscienza viva, perchè la dimensione della carità non si riduca ad essere occasionale, ma diventi costitutiva dell'essere e dell'agire cristiano.

Tra i problemi concreti da affrontare rimane consistente quello del rapporto tra parrocchia e gli extracomunitari tenendo presente gli orientamenti della Caritas diocesana

in proposito, i suggerimenti dei Centri di accoglienza, le esperienze di altre parrocchie.

3. Una presenza responsabile dei cristiani nel sociale e nel politico.

Tra le nuove frontiere

della testimonianza della carità c'è certamente quella di essere lievito di valori cristiani nella società. Il documento dei vescovi richiama questa "sfida" ai numeri 40-42 e 50-52. E' una proposta di riflessione ed una ricerca di attuazione di quanto il Concilio Vaticano II° indicava per qualificare il rapporto fra Chiesa e mondo contemporaneo (cfr. i capitoli: i beni della terra e la loro destinazione a tutti gli uomini; l'attività economico-sociale ed il regno di Cristo; la comunità politica e la Chiesa, la promozione della pace....). Alcune espressioni ci richiamano la dimensione socio-politica dei cristiani.

"I cittadini coltivino con magnanimità e lealtà l'amore verso la patria, ma senza ristrettezze di spirito, cioè inmodo tale da prendere contemporaneamente sempre in considerazione e volere il bene di tutta la famiglia umana, che è unita con ogni sorta di legami tra razze popoli e nazioni.

Tutti i cristiani devono prendere coscienza della propria speciale vocazione nella comunità politica; essi devono essere di esempio, sviluppando in sé stessi il senso della responsabilità e la dedizione al bene comune; così da mostrare pure con i fatti come possano armonizzarsi l'autorità e la libertà, l'iniziativa personale e la solidarietà di tutto il corpo sociale, la opportuna unità e la proficua diversità.... I partiti devono promuovere ciò che, a loro parere, è richiesto dal bene comune; mai però è lecito anteporre il proprio interesse al bene comune.

Bisogna curare assiduamente la educazione civile e politica, oggi tanto necessaria, sia per l'insieme del popolo, sia soprattutto per i giovani, affinché tutti i cittadini possano svolgere il loro ruolo nella vita della comunità sociale e politica. Coloro che sono o possono diventare idonei per l'esercizio dell'arte politica, così difficile, ma insieme così nobile, si preparino e si preoccupino di esercitarla senza badare al proprio interesse e al vantaggio materiale. ... Si prodighino con sincerità ed equità al servizio di tutti, anzi con l'amore e la fortezza richiesti dalla vita politica" (Gaudium et spes, n° 75, EV. 1,1576 e seguenti).

Anche nella nostra parrocchia c'è bisogno di rifarci a questa mentalità conciliare. Per cominciare a riflettere e a sensibilizzare su questo compito e questa missione dei credenti ha cominciato a fare qualche passo un piccolo gruppo di impegno sociale che sente il bisogno di conoscere di più la dottrina sociale della Chiesa e le strade affinché sia attuata, a beneficio di tutti, perchè fondata sui valori portati da Gesù sulla terra.

 

All'inizio del nuovo anno pastorale, con il ricostituirsi della comunità che riprende insieme il proprio cammino, siamo chiamati da questo importante documento - Evangelizzazione e testimonianza della carità - a vivere gli orientamenti pastorali per gli anni '90. Questi richiedono la ricerca e l'attuazione di un progetto organico di parrocchia che svolge le molteplici attività nel disegno dell'unità che è il supremo desiderio di Cristo. Nel percorso che conduce la Chiesa ad essere "segno e strumento dell'intima unione con Dio e dell'unità di tutti gli uomini fra di loro" gli orientamenti pastorali dei nostri vescovi invitano ad approfondire tre vie privilegiate, che sono particolarmente legate alla situazione del nostro tempo: l'educazione dei giovani alla fede, la solidarietà con i poveri, la presenza nell'ambito sociale. E' quanto cercheremo di fare nostro nella prospettiva del nuovo anno pastorale.