VANGELO SECONDO MARCO

 

proclamato da
Sergio Saccomandi e Grazia Ferrero

INTRODUZIONE

 

La "buona novella", espressa dal termine Vangelo è la venuta del regno di Dio. Già preparata nell’Antico Testamento, viene annunziata da Gesù che "proclama" il vangelo, "evangelizza" il regno ed invita a credervi. Questo regno è giunto nella persona stessa di Gesù. Dopo di Lui, i suoi discepoli porteranno il vangelo in tutto il mondo.

Marco è un discepolo di Gerusalemme, come è ricordato negli Atti degli Apostoli, che servì Paolo nell’apostolato, è stato con Barnaba, suo cugino, ed ha seguito Pietro del quale è stato definito "interprete": a Roma, probabilmente, mise per iscritto la predicazione dell’apostolo Pietro. Con il suo vangelo si rivolge a cristiani provenienti dal paganesimo, e non dal mondo giudaico. Per la sua data è il primo vangelo conosciuto nella storia.

Il tema essenziale del suo libro è la manifestazione del Messia Crocifisso per amore

Da una parte mostra in Gesù il Figlio di Dio riconosciuto come tale dal Padre, temuto dai demoni, identificato dal centurione ai piedi della croce. Inoltre presenta Gesù come "colui che sulla terra ha il potere di rimettere i peccati", che prova la sua potenza e la sua missione con i miracoli, che ha potere sul maligno.
Dall’altra però sottolinea fortemente gli insuccessi di Gesù, lo scandalo delle folle, l’ostilità dei capi giudei, l’incomprensione talvolta dei discepoli, tutte le opposizioni che conducono alla ignominia della crocifissione.

Così tutto il messaggio di Gesù è chiarito dalla croce: il Buon Pastore che dà la vita. L’evangelista orienta tutta la sua opera verso la Passione e dall’alto del Calvario fa comprendere le parole ed i fatti che riguardano Gesù. Il Vangelo è l’azione decisiva di Dio nella storia, la lotta contro satana e contro tutte le forze del male per liberare gli uomini da ciò che li incatena; è la presenza del Figlio di Dio manifestata dai miracoli e dall’insegnamento. La passione è il momento essenziale di quest’opera perchè è il vertice dell’amore di Dio che si inserisce nell’umanità e ricapitola in Lui il cammino di ogni uomo raccogliendolo dall’abisso.
Questa morte è efficace. "Allora il centurione che era presente di fronte a Lui, visto che era spirato gridando così, disse: "Veramente quest’uomo era Figlio di Dio"". La dichiarazione del centurione costituisce il punto d’arrivo del vangelo di Marco. E’ la risposta all’interogativo fondamentale che soggiace a tutto il libro. chi è Gesù?
Lo stile del vangelo di Marco è unico. ha il linguaggio e il dono plastico del narratore popolare, con espressioni varie e suggestive dovute ad una presentazione del vissuto fatto in modo vivo e pittoresco. L’evangelista non intende scrivere una biografia di Gesù: vuole invece attirare l’attenzione dei lettori (o di quanti ascoltano) sul mistero della persona di Cristo. E pone il lettore e l’ascoltatore di fronte all’avvenimento facendolo partecipare all’azione e facendogli rivivere la scena.
Gesù di Nazareth appare come un essere che suscita meraviglia, per i suoi contrasti. Gesù palesa sentimenti: lo stupore, la collera, la compassione, la tristezza; abbraccia i bambini, rimprovera i lebbrosi; dà uno sguardo d’amore al giovane ricco che l’interroga, affascina le folle che gli si stringono intorno e fa notare le volte che non lo capiscono
Più che l’insegnamento di Gesù (che pure è presente) Marco mette in rilievo il destino e l’opera di Gesù che devono provocare chi si mette in contatto con Lui: intende affermare che davanti a Gesù non si può rimanere indifferenti.Chi avvicina il vangelo di Marco non è invitato a contemplare il passato, ma ad impegnarsi in questo vangelo, a seguire Gesù senza pentimenti, per fare a sua volta la scoperta che fu quella degli apostoli e dei discepoli. 

Gli apostoli hanno provato entusiasmo per Gesù quando hanno visto i suoi miracoli. Anche la folla ha provato simpatia di fronte alla realtà facile e disimpegnata che hanno ritenuto di vedere nei suoi doni.
Ma Gesù chiede il superamento dell’entusiasmo iniziale suscitato dai suoi prodigi: occorre penetrare nel mistero della croce, perchè occorre capire che il valore definitivo della vita non si trova in qualche guarigione miracolosa momentanea, nel facile benessere, ma nella trasformazione della propria esistenza che si perde in quella del Salvatore.
Gesù rivolge a tutti una domanda: chi sono Io per te? Ed essa richiede una presa di posizione ed una scelta di vita che realizzi un pieno affidamento al suo progetto d’amore.
Per comprendere Gesù bisogna "seguirlo" ed inserisi nel suo cammino: come il cieco Bartimeo che, dopo aver riacquistato la vista, segue Gesù per strada e si mette a fare il medesimo cammino. Il vangelo di Marco vuole arrivare qui mostrando il culmine di amore che Cristo ha manifestato da crocifisso.