NATALE 2002

NATALE: CON GLI OCCHI DI MARIA

 

“Vorrei andarmene lontano da qui. Vorrei essere da qualche altra parte dove la pace sia stabile e l’ambiente pulito, dove poter lavorare e fare quel che desidero. Dove poter vivere semplicemente ed essere una persona che non ha costrizioni”. Queste parole, ascoltate durante una discussione, sono la voce di un giovane, che mi accompagna in questo Natale e nel nuovo anno. Non è poi una voce così lontana e diversa da quello che anche noi pensiamo: che bello sarebbe vivere in un mondo da sogno, dove non ci sia il male, la cattiveria, il dolore…un po’ quel mondo che ritroviamo proprio nel clima delle festività natalizie!

Ma c’è anche un’altra voce: una voce che neutralizza la prima e la trasforma dall’interno: “Voglio essere là dove siete voi. Voglio condividere le vostre angosce e insicurezze. E così, nella mangiatoia e sulla croce, sarò la vostra pace e il vostro futuro”.

Credo sia questa la vera voce del Natale, perché è la voce dell’Incarnazione, di Dio che abbandona il cielo per porre la dimora in mezzo a noi (Gv 1,14). Ed è allora una voce di gioia, perché nessun luogo, nessuna situazione, neanche la più tragica e dolorosa, sono lontane da Dio.

Nella sua ultima Lettera sul Rosario, il Papa definisce i misteri gaudiosi proprio come quelli caratterizzati dalla gioia che si irradia dall’evento dell’Incarnazione, invitandoci a guardare, con gli occhi di Maria, alla “nascita del Bimbo divino, il Salvatore del mondo, cantata dagli angeli e annunciata dai pastori proprio come una grande gioia” (Rosarium Virginis Mariae, 20). In un altro brano ci stimola a contemplare il volto del Cristo con gli occhi di Maria, nel momento del Natale: “Quando finalmente lo dà alla luce a Betlemme, anche i suoi occhi di carne si posano teneramente sul volto del Figlio, mentre lo avvolge in fasce e lo depone nella mangiatoia (Lc 2,7). Da allora il suo sguardo, sempre ricco di adorante stupore, non si staccherà più da Lui” (Rosarium…, 10).

Credo sia questo il dono da chiedere per il Natale: gli occhi di Maria, capaci di penetrare il mistero dell’Incarnazione; occhi che non ci fanno sfuggire da questo mondo, ma che anzi ci aiutano a guardarlo e ad amarlo con gli occhi e con il cuore di Dio.

            Umberto S.