SOLENNITA' DELL'IMMACOLATA/B 2005
26 In quel tempo, l’angelo
Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, 27 a
una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe.
La vergine si chiamava Maria. 28 Entrando da lei, disse: “Ti saluto, o piena di
grazia, il Signore è con te”. 29 A queste parole ella rimase turbata e si
domandava che senso avesse un tale saluto. 30 L’angelo le disse: “Non temere,
Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31 Ecco concepirai un figlio, lo
darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32 Sarà grande e chiamato Figlio
dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33 e
regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine”. 34
Allora Maria disse all’angelo “Come è possibile? Non conosco uomo”. 35 Le
rispose l’angelo: “Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua
ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato
Figlio di Dio. 36 Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha
concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano
sterile: 37 nulla è impossibile a Dio ”. 38 Allora Maria disse: “Eccomi, sono
la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”. E l’angelo partì da
lei.
[Lc 1,26-38]
La festa di Maria che oggi celebriamo si colloca
opportunamente nel tempo di Avvento. Infatti, se "Avvento" significa
la prima venuta storica di Gesù, Maria non solo l'ha attesa insieme al suo
popolo, ma l'ha preparata e resa possibile: è, appunto, la Madre del Salvatore
promesso e atteso. Se poi l' "Avvento" dice l'ultima venuta di Cristo
- quando egli porterà la liberazione e la salvezza definitiva -, Maria, che è
già nella gloria, anticipa quel futuro che la Chiesa aspetta. Maria è già ora
quello che la Chiesa sarà, quando il suo Signore verrà.
Oggi la Chiesa, l'intera famiglia dei figli di Dio, si
stringe attorno a lei nel celebrare un privilegio eccelso che il Signore le ha
concesso: l'Immacolata Concezione. Lo
scorso anno ricorreva precisamente il 150° anniversario della definizione
dogmatica dell’Immacolata Concezione di Maria, compiuta dal beato Pio IX l’8
dicembre 1854. Quattro anni dopo la Vergine appariva a santa Bernardetta nella
grotta di Massabielle a Lourdes come “L’Immacolata Concezione”. Come possiamo
intendere questo straordinario dono di Dio a Maria? L'umanità, all'inizio del
suo cammino, ha fatto naufragio nel rapporto con Dio: i primi uomini,
lasciandosi ingannare dal Maligno, hanno rifiutato il Signore rompendo
l'alleanza con Lui (cfr. I lettura). Con la loro colpa hanno trascinato nello
stato di lontananza da Lui anche i loro discendenti. Hanno perduto il bene
supremo dell'amicizia con Dio per sé e per noi. Come in una famiglia, quando i
genitori fanno una scelta sbagliata, le conseguenze ricadono anche sui figli.
Così, ogni uomo nasce con questa tragica eredità. Dio, però, nel suo amore
misericordioso ha promesso fin dall'inizio la vittoria dell'umanità sul male
(cfr. ancora I lettura) e ha poi
inviato il Salvatore, figlio di una vergine (cfr. il Vangelo): Gesù col
suo sacrificio ha liberato gli uomini dal peccato che li teneva schiavi lontano
da Dio e li ha riportati in braccio al Padre. Tutto questo, però, si realizza
per ognuno nella misura in cui si unisce a Gesù nella fede e nei Sacramenti. E'
la realtà della Redenzione. Maria anche lei è stata redenta da Cristo. Ma in modo unico e specialissimo: è stata
liberata dal peccato in modo "preventivo", cioè preservata
dall'esperienza stessa del peccato. Noi tutti siamo stati liberati e tratti
fuori per pura grazia dallo stato di inimicizia e lontananza da Dio. Maria è
stata trattenuta dal precipitarvi. Non fu tirata fuori dal fango come noi, ma
fu preservata dal cadervi. In lei
rifulge, così, maggiormente l'opera della grazia di Dio. Maria è la prima
redenta, redenta in modo sublime e singolare. La redenzione compiuta da Gesù ha
operato in lei in anticipo. Abbiamo l'unico caso nella storia in cui la morte
di un figlio ha determinato la salvezza della propria madre prima ancora che
essa nascesse. Un figlio che "preesiste" alla madre e se la sceglie
come vuole...
"Immacolata
Concezione": fin dal primo istante in cui Maria ha cominciato a
esistere nel grembo di sua madre, è stata tutta di Dio, avvolta dal suo amore, senza
che il peccato potesse mai sfiorarla nè allora nè in seguito. "Immacolata" significa di per sé
che è libera da ogni "macchia". Il peccato è concepito come una
macchia che deturpa la persona in suo potere. In realtà, il peccato è
soprattutto negazione del rapporto con Dio e con gli uomini; è tradire Dio; è
voltargli le spalle, chiudendosi nel proprio egoismo. L'
"Immacolata", allora, va intesa la "senza macchia", la
"tutta bella", ma proprio perché è il contrario del peccato in tutte
le sue espressioni. E' cioè la creatura che appartiene a Dio nella forma più
intensa ed esclusiva. La sua relazione con Dio è la più alta e vertiginosa che
si possa pensare, dopo la relazione che lega fra loro le persone della Trinità.
E' soprattutto il contenuto positivo che è importante cogliere nel termine
"Immacolata":
- la "tutta
santa". E' il titolo con cui abitualmente è chiamata Maria nella
Chiesa d'Oriente, mentre noi preferiamo dire "la Madonna".
-la "piena di Spirito Santo", che la
rende tutta amore e le suscita incessantemente nel cuore l' "Eccomi, sono
la serva del Signore!": tutta sì a Lui, tutta sua e tutta nostra; tutta
bellezza, fascino, splendore, limpida trasparenza di Dio.
-la "piena di
grazia". Così nel Vangelo di oggi. In questo brano ci limitiamo a considerare
le prime battute del dialogo tra l'Angelo e Maria. Maria riceve il
"Vangelo", cioè la buona notizia dell'evento inaudito che l'amore di
Dio sta per compiere in favore degli uomini. Per questo la prima parola che Dio
rivolge a Maria è un invito alla gioia: "Rallegrati!". Cioè non puoi non essere felice, hai tutti i
motivi per esultare. A questo invito segue un nome nuovo che Dio dà a Maria e
quasi definisce la sua identità: "piena
di grazia"= ricolmata di ogni grazia e favore da parte di Dio, amata da
Lui in modo superlativo e fuori misura, trasformata dal suo amore gratuito e
resa accetta a Lui, immensamente piacevole, piena di Dio, fino a traboccarlo.
"Il Signore è con te". Il
Dio infinitamente buono e potente le assicura la sua vicinanza, la sua presenza
intima. Questa prossimità di Dio a Maria, quest'amore di Dio a Maria a quando
risale? Non l'avvolge soltanto nel momento in cui essa riceve l'annuncio dell'Angelo, ma molto
prima: nell'istante del suo concepimento Dio si dona a lei e l'abbraccia con
una tenerezza infinita. Anzi, prima ancora, perché da sempre Dio l'aveva
pensata, sognata, scelta e preparata come un autentico capolavoro della sua
sapienza e del suo amore. E Dio non ha ancora finito di stupirsi per quello che
ha operato in Maria. Non lavoro di fantasia se immagino Dio che non si stanca
di contemplarla, sorpreso e incantato davanti all'opera che gli è perfettamente
riuscita. Il nostro stupore gioioso davanti a Maria condivide quello di Dio
stesso. Maria è la creatura perfettamente realizzata nella quale l'umanità
raggiunge ed esprime il meglio di sé. E' il "fiore dell'umanità" e di tutto il creato. L'umanità, nella sua
storia di luci e di ombre, di miserie e di fallimenti, è come un immenso stelo
che però fiorisce in Maria. Questo fiore con la sua umile bellezza affascina lo
sguardo di Dio, che - come attratto e sedotto - si piega su di lui. Questo
fiore diventa, allora, un frutto: "il
frutto benedetto del tuo seno, Gesù". Il sogno di Dio nel creare
l'uomo a sua immagine finalmente si realizza. Dio ricomincia da Maria, inizio
della nuova umanità. Concedendo a Maria questo privilegio singolare, il Signore
non ha voluto soltanto prepararla a essere "degna Madre del suo
Figlio". Ma ci assicura anche che quanto ha fatto per lei vuol farlo anche
per noi, per la Chiesa, per tutti gli uomini.
È quanto ci richiama la II lettura (Ef. 1,3-6. 11-12: II
lettura): una “benedizione”, cioè un canto entusiasta e riconoscente che la
comunità cristiana in forma corale innalza a Dio. Il motivo della lode? Egli “ci ha benedetti…ci ha scelti prima della
creazione del mondo per essere santi e immacolati nella carità,
predestinandoci a essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo”. “Santi”, che cioè gli appartengono, sono
suoi. “Immacolati”: in modo integro,
limpido, senza macchia nè ruga. “Al suo
cospetto”: in una relazione immediata con Lui. “Nella carità”: l’espressione – che pare si debba congiungere con “ci ha scelti” o anche con “predestinandoci…” – dice che il disegno
di Dio in nostro favore è spiegato esclusivamente dal suo amore, è pura grazia.
In Maria “santa e immacolata” Dio ha attuato in anticipo questo suo
progetto di salvezza riguardante l’intera umanità. Come Lei, primizia e figura
della Chiesa, anche noi “santi e
immacolati”. Il nostro Battesimo è in qualche modo la nostra
"Immacolata Concezione". Lo è pure quel "nuovo Battesimo"
che è il sacramento della Riconciliazione. In questi sacramenti Dio ci rinnova
e ci rende simili a Maria. "Abbiamo
contemplato, o Dio, le meraviglie del tuo amore" (sal. resp.).
Meraviglie compiute in lei, e anche in noi. Lei è come la "forma", lo
"stampo" di cui il Signore si serve per plasmare anche noi in modo da
renderci "altri lei", copie vive della Madre sua e nostra.
Il segreto perché
ciò accada? Contemplarla. Così
sentiremo nascere nel cuore la nostalgia di una bellezza intatta, non torbida,
ma insieme anche la fiducia, sebbene ci vediamo tanto distanti da lei: Dio può
prendere uno straccio da una pozzanghera e farne un abito da sposa. Invocarla e imitarla nell'amore. Maria,
infatti, è bella perché ama, è solo amore, è tutta amore. Prendendo Lei come
modello e guida, realizzeremo il programma di vita che l'Avvento ci richiama:
Chiediamo ogni tanto a Gesù: riesci a vedere
in me tua madre? In che cosa le assomiglio? Proviamo anche a pensare che cosa
ci potrebbe rispondere Gesù.