2005 ASCENSIONE DEL SIGNORE / A

 

8  "Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra." 9 Detto questo, fu elevato in alto sotto i loro occhi e una nube lo sottrasse al loro sguardo. 10 E poiché essi stavano fissando il cielo mentre egli se nandava, ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: 11" Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che è stato di tra voi assunto fino al cielo, tornerà un giorno allo stesso modo in cui lavete visto andare in cielo".

[Atti 1, 8-11]

 

16 In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro fissato. 17 Quando lo videro, gli si prostrarono innanzi; alcuni però dubitavano. 18 E Gesù, avvicinatosi, disse loro: "Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. 19 Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, 20 insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo".

[Mt 28, 16-20]

 

 Nella festa dell'Ascensione la Chiesa celebra ancora la risurrezione di Gesù, ma nella sua dimensione più profonda. In che senso? Gesù è risorto, ha vinto la morte. Questa affermazione, che è il cuore dell'annuncio pasquale, potremmo intenderla in senso riduttivo o equivoco, pensando per es. che Gesù ha lasciato il sepolcro tornando semplicemente alla forma di esistenza che aveva prima della passione e morte. Egli, invece, è entrato in uno stato di vita radicalmente nuovo, la vita stessa di Dio, la giovinezza di Dio, la felicità di Dio, che sono eterne e infinite. E' quanto cogliamo nel brano degli Atti e nel passo evangelico di oggi.

 

Nel testo degli Atti (1,1-11: I lettura) Gesù risorto incontra i discepoli a più riprese, “apparendo loro per 40 giorni”. L’intento di Luca è mostrare che essi hanno avuto il tempo per ricevere da Cristo un insegnamento e una formazione completi in vista della missione. L’autore poi narra l'ultima apparizione di Gesù risorto ai discepoli. In questo incontro Egli orienta il loro sguardo al futuro prossimo che li attende: "Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni...fino agli estremi confini della terra". Con queste parole Gesù delinea l'esperienza e il servizio della Chiesa nella storia. Alla base di tale esperienza c'è il dono dello Spirito. E' Lui, fonte inesauribile di vita, che comunica la luce, l'energia e il coraggio per la missione. Questa missione consiste nel rendere testimonianza al Cristo risorto. Ecco l'altro elemento costitutivo dell'esperienza e della coscienza della Chiesa: "sarete testimoni di me", cioè della mia persona. Lo Spirito svolge un ruolo decisivo nell'abilitare gli evangelizzatori al loro compito. Tale testimonianza al Risorto, che è dono e impegno nello stesso tempo, ha una apertura universale: nessun territorio è escluso, cioè ogni persona della terra e della storia è destinataria di questo annuncio. Il libro degli Atti mostra come gradualmente, di tappa in tappa, si è realizzato sotto la guida dello Spirito Santo il "programma missionario" affidato da Gesù ai discepoli prima dell'Ascensione. Affidato anche a noi che siamo chiamati a scrivere oggi nuovi capitoli degli Atti degli Apostoli.

A questo punto Luca narra l'Ascensione. Non è tanto interessato a offrire la cronaca di questo avvenimento. Intende piuttosto mostrare alcuni aspetti della Pasqua di Gesù. Colpisce la ricorrenza del termine "cielo": l' "andare" di Gesù al "cielo", l' "essere assunto fino al cielo", l' "essere elevato in alto". Tutto questo è evocato dalla parola "Ascensione". Visualizzando in modo così marcato la partenza di Gesù, Luca la presenta come un "viaggio spaziale", come un trasferimento in qualche parte remota dell'universo? Il "cielo" è chiaramente simbolo di Dio. Così pure la "nube" che, avvolgendo Gesù, lo sottrae allo sguardo dei discepoli, nella Bibbia indica la realtà di Dio che si fa misteriosamente presente. Tutto questo linguaggio simbolico, allora, dice che Gesù, risorgendo dai morti, è entrato nel mondo di Dio, inabissandosi nel vortice infinito della vita di Dio. Nella sua umanità totalmente trasfigurata Egli condivide la regalità universale di Dio (cfr. Ef. 1,17-23:II lettura) e il modo di essere proprio di Dio. Ciò comporta necessariamente la cessazione della sua presenza visibile tra gli uomini. L'Ascensione inaugura, così, un tempo nuovo: il tempo della Chiesa, il tempo della missione dei testimoni, il tempo dello Spirito che suscita e sostiene la missione. Attraverso l'esistenza, l'attività, l'annuncio dei "testimoni" Lui, Gesù, continuerà a essere presente in modo quasi visibile, raggiungendo e conquistando ogni uomo della storia. Tutto questo fino al giorno in cui "tornerà" nella gloria, quando la sua presenza, ora invisibile, sarà pienamente svelata. Lo ricordano gli angeli ai discepoli, mentre li richiamano al dinamismo missionario. Un appello che vuole scuotere e rianimare quei cristiani che forse non aspettano più nulla e hanno smarrito il senso del loro vivere e del loro agire. In questa attesa, piena di speranza e non di rado anche di nostalgia, noi sappiamo che Gesù con l'Ascensione, cioè col suo ingresso nella realtà di Dio, ha portato in Dio la nostra umanità, ormai glorificata: dove è arrivato Lui, il primo fratello, siamo attesi anche noi (cfr. la Colletta della Messa). Sappiamo anche che, immerso in Dio, Gesù ci è ora vicino e presente come lo è Dio stesso, con una potenza e un amore che sono propri di Dio.

 

Il Vangelo di oggi presenta il medesimo mistero, sia pure con variazioni e accentuazioni diverse. La scena descritta in questo brano, con cui termina il Vangelo di Matteo, è di una solennità estrema. Gesù incontra i suoi discepoli che erano venuti all'appuntamento con Lui sul monte in Galilea. E' Lui che prende l'iniziativa: si fa "vedere" e si "avvicina". La loro reazione: fede mescolata al dubbio, che nel cammino dei credenti non di rado rimane un compagno inseparabile. Ma subito tutta l'attenzione è concentrata su Gesù e specialmente sulle parole che pronuncia. Matteo non racconta l'Ascensione. Intende, appunto, sottolineare il fatto che il Maestro non è partito, ma resta nella Chiesa, nella quale continua a risuonare la sua voce. Qual è il contenuto delle parole che Egli non cessa di rivolgere? Una dichiarazione apre e un'altra chiude un ordine perentorio del Risorto.

"Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra". Nella risurrezione Gesù ha ottenuto da Dio la sovranità universale. E' ormai per sempre il "Figlio dell'uomo" (cfr Dn 7, 13-14;Mt 26,64), il "Signore" glorioso che "siede alla destra del Padre", condividendo con Lui la cura di tutte le creature e specialmente il potere di salvare gli uomini. Un'autorità, un potere che ora partecipa agli "Undici": "Andate dunque e fate discepoli...". Ecco la missione che affida loro. Letteralmente nel testo si ha questo unico imperativo, che viene specificato da alcuni participi: "andando fate discepoli". Non si tratta di aspettare nell'immobilismo, ma di mettersi in movimento verso gli uomini, che sono tutti candidati a diventare discepoli di Gesù. "Fare discepoli" significa non semplicemente offrire un messaggio, ma mettere in relazione personale con Gesù, in uno stato di totale appartenenza a Lui. Come dire: fateli diventare ciò che siete già voi, cioè discepoli come voi e insieme con voi. E ciò come avviene? Ecco altri due participi che mostrano come si diventa discepoli e chi è il discepolo: "battezzando...e insegnando a osservare". Nel Battesimo il credente incontra il Risorto ed entra in un rapporto definitivo di appartenenza al Padre, al Figlio, allo Spirito Santo. L'insegnamento è la catechesi sia in preparazione al Battesimo, sia la catechesi permanente durante tutto il cammino di fede dei discepoli. Il contenuto di tale catechesi: "Tutto ciò che vi ho comandato", vale a dire le parole di Gesù riportate nel Vangelo di Matteo e in primo luogo nel discorso della Montagna. Si tratta di apprendere, ma soprattutto di attuare nella vita l'insegnamento di Gesù. Fare di ogni uomo un discepolo: ecco l'impegno della Chiesa e dei cristiani in ogni tempo. Un'impresa possibile? "Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo". Con l'Ascensione Gesù è divenuto veramente l'"Emmanuele", cioè il "Dio con noi" (Mt 1,23; un testo che l'ultima parola di Gesù "Io sono con voi" richiama esplicitamente).

 

Testimoni del Risorto sempre e dovunque. Un ambito particolarmente vitale è quello delle comunicazioni sociali. La Giornata Mondiale, che oggi si celebra, focalizza l’attenzione sul tema “I mezzi della comunicazione sociale: al servizio della comprensione tra i popoli”.

 

In un dialogo incessante d'amore Gesù risorto continua a ripeterci: "Io sono con voi! Io sono con te!". Possiamo assicurarlo: "Anche noi siamo con te! Anch'io sono con te!".

 

Quando mi trovo davanti a qualcuno, in qualunque situazione, Gesù mi chiede: "Fallo diventare mio discepolo! Sii mio testimone!". Come fare? Cominciando ad amare concretamente ognuno. Se poi si presenta l'opportunità, Gesù mi chiederà anche di parlare. Nessuno mi deve sfiorare invano! La forza, l'entusiasmo, la gioia per attuare tutto questo Gesù ce l'assicura e ce la dona. E' lo Spirito Santo. Come gli Apostoli riuniti con Maria nel Cenacolo attendiamolo e invochiamolo.