31 marzo 2002 – PASQUA DI RISURREZIONE
At 10,34.37-43/ Col 3,1-4 (1 Cor 5,6-8) / Gv
20,1-9
RISORTI CON CRISTO, CERCATE LE COSE DI LASSÙ
Col 3,1
Un’icona delle Chiese orientali raffigura Gesù Risorto che abbatte con potenza la porta che tiene prigionieri i morti. I cardini e persino i chiodi saltano in ogni direzione. Gesù allunga le braccia: con una mano trascina fuori Adamo e con l’altra Eva. Nella prima coppia umana è rappresentata l’umanità strappata dalla morte e portata nel regno del Risorto.
Gesù con la sua morte è disceso nell’abisso della nostra angoscia, della nostra morte, del nostro peccato, per innalzarci fino al Cielo. Essendo inseriti come membra, in Lui, già partecipiamo alla sua risurrezione e già siamo saliti, in Lui, nel cuore della Trinità. Ma, finché siamo itineranti sulla terra, continua incessante l’opera di santificazione. Ogni giorno constatiamo il divario tra “le cose di lassù” e la nostra fragilità che ci porta a cedere. “Lassù” il peccato e la morte non possono più entrare e la volontà del Padre è perfettamente compiuta. Invece, finché ci troviamo su questa terra, siamo esposti a mille difficoltà e tentazioni che possono frenare il nostro cammino o addirittura deviarlo verso false méte.
Conoscendo la lotta che c’è in noi, san Paolo ci sprona: “Risorti con Cristo, cercate le cose di lassù”. Ci spinge ad impegnarci per testimoniare nel nostro ambiente le realtà che Gesù ha portato sulla terra: lo spirito di concordia e di pace, di servizio ai fratelli, di comprensione e di perdono, di onestà, di giustizia, di correttezza nel lavoro, di fedeltà, di purezza e di rispetto. Affermando con la nostra vita queste realtà, portiamo la terra a rispecchiare sempre meglio la vita di “lassù”.
D. P. e L. C.
Vent’anni, e la convinzione che vivere la mia vita significasse fare
tutto ciò che mi piaceva. Un giro di amicizie oltre il limite della legalità:
droga, discoteca, teppismo, scontri con la polizia, sete di denaro e di potere,
lotte tra bande rivali.
Mio fratello aveva iniziato in quel periodo a frequentare dei nuovi
amici che subito mi avevano colpito: avevano tra loro un rapporto molto diverso
da quello che avevo io con la mia banda e vivevano prendendo sul serio le
parole di Gesù. Dio per me non era nessuno e quei ragazzi mi incuriosivano, ma
non riuscivo a capirli: li osservavo per poterli più tardi canzonare con i miei
amici.
Poi, l’incidente: una macchina mi ha travolta mentre, in motorino,
andavo in discoteca. Il dramma di un attimo: se la mia vita era conclusa, cosa
mi restava in mano? Mi è apparsa, in un lampo, tutta l’inutilità dei miei anni
spesi rincorrendo il nulla, che il nulla mi lasciavano. E un flash improvviso:
una gita in montagna di tanti anni prima, una persona che mi proponeva di
affidare la mia vita a Dio. Era ormai troppo tardi per farlo oppure Dio aveva
accolto quella preghiera?
In ospedale, a trovarmi non è mai venuto nessuno dei miei amici. Invece
è subito arrivata un’amica di mio fratello e mi è rimasta accanto per tutti i
giorni della degenza. Con lei, pian piano, è nato un rapporto di amicizia e di
stima profonde e ho scoperto che il suo Dio Amore poteva trasformare e
arricchire anche la mia vita.
“Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi” ripeteva anche a me
Gesù: era una rivoluzione radicale. Nel mio cuore gli ho detto di sì. Ho deciso
drasticamente di uscire dal giro. Non è stato facile. Ma c’erano i miei nuovi
amici a sostenermi e l’amore personale di Dio a darmi forza. Mi sentivo rinata
e il Vangelo mi indicava passo passo la strada da percorrere.
Susy F., Milano