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novembre 2003 - 1a AVVENTO
Ger 33,14-16 / 1Ts 3-12.13 - 4,2 / Lc 21,25-28.34-36
Abbondate nell’amore tra voi e verso tutti
(1Ts 3,12)
Con questa domenica 1ª di Avvento inizia il nuovo
anno liturgico per la Chiesa. Ed è il terzo di una serie di tre (A-B-C) in cui
è diviso il tempo della Chiesa, per poter donare nell’arco di tre anni una
maggiore abbondanza della Parola di Dio, sia dal Primo sia dal Nuovo Testamento.
Oggi, attraverso l’apostolo Paolo, ci viene donata
una parola stupenda e piena di luce: “Abbondate nell’amore fra voi e verso
tutti”.
L’amore vicendevole, che dà e riceve, crea l’unità e
la comunità; quando la misura dell’amore fraterno è piena, allora quell’amore
trabocca e nasce l’amore verso tutti, un amore che arriva fino ai nemici, anche
laddove non trova corrispondenza, anche a chi non ci è prossimo nella fede.
Se ti eserciti nell’amore fraterno (“abbondate
nell’amore fra di voi...”) diventi capace di amare ogni prossimo (“...e verso
tutti”).
Ecco una settimana per esercitarci più
generosamente, per impostare così tutta la nostra vita di discepoli di Gesù.
Operato
all’intestino, e permanendo le sue condizioni gravi, don Gennaro accetta ad
agosto il mio invito a riposarsi qualche giorno in montagna, al fresco. Giunge
imprevisto, negli stessi giorni, un altro sacerdote del nordeuropa con grossi
problemi causati da stress pastorale, visibilmente provato. Desidera essere
ascoltato e lo faccio soprattutto dopo cena, passeggiando fino a tardi; uso
ogni attenzione per essere vuoto di me, dei miei pensieri, per non dare i
soliti suggerimenti di chi sta bene, affinché poco alla volta riacquisti
fiducia e si senta amato, anche se il problema permane.
L’indomani
racconto le nostre conversazioni della sera a don Gennaro, col quale è iniziata
una gara d’amore scambievole: in quei giorni la cuoca è in ferie e dobbiamo
anche prepararci il pranzo da soli, cercando di tener conto della salute, dei
gusti, dell’età, della sensibilità...
Mai celebrate
messe così intense, raccolte, come in quei giorni con un sacerdote che offre le
sue sofferenze anche per l’altro, che quando raramente partecipa, non si sente
neppure di fare la comunione. Eppure la nostra fiducia in Dio non viene meno.
Ci diciamo: noi facciamo la nostra parte, Lui farà tutto.
Aggravatosi,
don Gennaro muore il 1° dicembre: nei suoi ultimi appunti trovo: “Tutto per
Te... Grazie, solo grazie per sempre”.
Il sacerdote
in crisi lentamente si riprende e, una sera, imprevedibilmente, si offre:
“Questa sera posso celebrarla io la messa, se vuoi”.
Mi sembra una
vittoria dell’amore. L’Eucaristia ritrova un suo ministro, la chiesa può
contare ancora su un prete, ora missionario in Africa.
don Dante,
Veroli