28 ottobre 2001 – 30ª domenica t.o.

Sir 35,12-14.16-18 / 2 Tm 4,6-8.16-18 / Lc 18,9-14

 

LA PREGHIERA DELL’UMILE PENETRA LE NUBI

Sir 35,17

 

Spesso il popolo d’Israele fece l’esperienza di una radicale impotenza di fronte ad avvenimenti che nessuna forza umana avrebbe potuto cambiare. E apprendeva l’umiltà, cioè un atteggiamento di dipendenza totale e di piena fiducia in Dio. E proprio nella sua condizione di popolo umile e povero, più volte trovava rifugio e ascolto solo in Colui che aveva stretto con esso un’alleanza eterna.

La vita di Gesù fu tutta una lezione di umiltà. Era Dio e si fece prima uomo nel seno della Vergine Maria, poi pane nell’Eucaristia e quindi “nulla” sulla croce.

Nella lavanda dei piedi, lui che era il Maestro, si chinò a fare il più umile dei servizi. Propose a modello i piccoli e disse: “Imparate da me che sono mite e umile di cuore” (Mt 11,29).

Cosa spingeva il Figlio di Dio ad agire così?

Egli non faceva che rivelarci il modo di amare della Trinità, che è un reciproco ‘farsi nulla’ per amore, un eterno donarsi l’uno all’altro. E Gesù riversa sull’umanità questo amore trinitario che raggiunge il suo culmine proprio nell’atto di donarsi completamente nella sua passione e morte. Dio mostra così la sua potenza nella debolezza: è un amore che solleva il mondo proprio perché si mette all’ultimo posto, sull’infimo gradino della creazione.

È veramente umile chi, sull’esempio di Gesù, sa farsi nulla per amore degli altri, chi si mette davanti a Dio in un atteggiamento di totale disponibilità al suo volere, chi è talmente vuoto di sé da lasciarsi vivere da Gesù.

E allora la sua preghiera sarà esaudita, perché non è più lui a pregare; è una preghiera che ottiene ciò che domanda perché è messa sulle labbra dallo Spirito Santo.

Ecco dunque la preghiera che penetra le nubi e giunge al cuore di Dio, quella di un figlio che si solleva dalla sua miseria per gettarsi con fiducia fra le braccia del Padre.

(stralci da un commento di Chiara Lubich)

 

Crediamo nel suo amore e siamogli fedeli.

Se guardate la Croce, vedrete il suo capo inclinato per baciarvi.

Vedrete le sue braccia tese per abbracciarvi.

Vedrete il suo cuore aperto per accogliervi.

Non abbiate paura: Egli ci ama e vuole che tutti noi ci amiamo gli uni gli altri.

Poveri e peccatori come siamo, Egli ci ama.

Il suo amore è fedele e tutti dobbiamo credere nel suo amore.

Abituiamoci alla preghiera.

Non preghiere interminabili, ma brevi, purché piene di amore. Una preghiera che ci unisca a Cristo.

Aprirgli il cuore. Semplicemente questo.

E semplicemente accettare quel che viene da Lui, offrendogli generosamente quello che ci chiede, con un bel sorriso. Vi accorgerete che questa è la preghiera più bella che potete fare nelle vostre famiglie.

Tutto il resto, non dubitatene, lo farà Dio.

(Madre Teresa)