3 giugno 2001 – PENTECOSTE

At 2,1-11 / Rm 8,8-17 / Gv 14,15-16.23-26

 

LO SPIRITO DI DIO ABITA IN VOI

Rm 8,9

 

Lo Spirito Santo, dono del Cristo Risorto, compie una profonda trasformazione nel cristiano. Il cristiano è tale, e quindi si distingue dagli altri, per la presenza dello Spirito Santo, il quale fa di lui un figlio di Dio e un fratello di Gesù e lo rende capace di vivere in modo conforme a questa altissima vocazione.

Lo Spirito Santo, inoltre, è l’anima della Chiesa; è la sorgente della sua vita e della sua straordinaria fecondità spirituale. Se si prescindesse dalla sua presenza, non si potrebbe più parlare né di vita cristiana, né di Chiesa. È lui, infatti, che unendoci a Gesù, ci unisce anche tra di noi e fa di noi la famiglia dei figli di Dio.

Ne deriva che dobbiamo anzitutto renderci sempre più coscienti della presenza dello Spirito Santo in noi: portiamo nel nostro intimo un tesoro immenso, ma non ce ne rendiamo abbastanza conto. Possediamo una ricchezza straordinaria, che resta per lo più inutilizzata.

Poi, affinché la sua voce sia da noi sentita e seguita, dobbiamo dire di no a tutto ciò che è contro la volontà di Dio e dir sì a tutto il suo volere: no a noi stessi nel momento della tentazione, tagliando corto con le sue suggestioni; sì ai compiti che Dio ci ha affidato; sì all’amore verso tutti i prossimi; sì alle prove e alle difficoltà che incontriamo...

Se così faremo, lo Spirito Santo ci guiderà dando alla nostra vita cristiana quel sapore, quel vigore, quel mordente, quella luminosità, che non può non avere se è autentica.

Allora, anche chi è vicino a noi s’accorgerà che non siamo solo figli della nostra famiglia umana, ma figli di Dio.

Domenico P.

 

Noi abbiamo due modi diversi di far vacanza. Per me riposare significa stare in un posto e passare il tempo passeggiando e nuotando. A mio marito invece piace girare in macchina e visitare nuovi luoghi. Quest’anno eravamo molto stanchi, per cui pensavo che avevo bisogno di riposare a modo mio, almeno per qualche tempo. Ma una voce dentro di me mi diceva: “Fai di queste vacanze un dono a tuo marito”. Era una bella proposta e così ho deciso di seguirla. Per essere coerente, cercavo quindi di non esprimere le mie preferenze, per ascoltare ciò che diceva lui.

Questa vacanza diventava sempre più bella, perché quando dicevo a mio marito: “Fai quello che preferisci”, lui mi diceva la stessa cosa. Era cominciata una gara di amore tra di noi. Ho sperimentato che questo distacco dai propri progetti era un vero riposo. Questa vacanza è stata così equilibrata, così riposante per tutti e due che sentivo di vivere il momento più bello della mia vita. Ho avvertito che questa felicità non era legata ai luoghi belli o alle circostanze esterne, ma ad una realtà interiore.

B. S., USA