27 maggio 2001 – ASCENSIONE DEL SIGNORE

At 1,1-11 / Eb 9,24-28; 10,19-23 / Lc 24,46-53

 

IO SONO CON VOI TUTTI I GIORNI

Mt 28,20

 

Il versetto dell’Alleluja “Io sono con voi tutti i giorni” (Mt 28,20) costituisce la chiave di comprensione del Vangelo di Matteo. E la presenza del Signore risorto nella comunità è sottesa anche nella conclusione del racconto di Luca, il brano che oggi viene proclamato. Infatti l’unione, la gioia e la preghiera della prima comunità cristiana nascono dalla certezza che Gesù continua realmente ad essere tra loro, anche se in modo diverso. Solo alla luce di questa nuova presenza si capisce perché l’Ascensione di Gesù, invece di produrre smarrimento, porta nei discepoli gioia e vitalità.

Il Vangelo di oggi sottolinea poi come Gesù risorto presente nella comunità è il vero biblista ed il vero teologo, colui che “apre la mente all’intelligenza delle Scritture” e quindi alla comprensione della storia. Anche noi abbiamo fatto, o possiamo fare, l’esperienza di una luce sempre nuova che proviene da un brano della Bibbia, quando ci si trova ad approfondirlo e a viverlo uniti nel nome del Signore.

Inoltre il Vangelo di oggi rivela che Gesù presente tra noi ci rende partecipi del processo pasquale della sua morte e risurrezione. Per questo nel libro degli Atti è scritto che “i discepoli se ne andarono contenti per avere sofferto nel nome di Gesù” e tutti i martiri cristiani furono testimoni, con la sofferenza, di una gioia sovrabbondante.

Da questa presenza del Signore tra noi nasce una gioia profonda e limpida, una pace inattaccabile, nonostante le contrarietà e gli imprevisti della vita. Tutto diventa più chiaro, la volontà di Dio appare più evidente e realizzabile, viene voglia di esclamare: “Signore, è bello per noi restare qui”. E tutto questo si irradia anche all’esterno, perché Gesù presente affascina e attira misteriosamente: mostra il volto di un Dio Amore, capace di conquistare e di innamorare. È ciò che occorre oggi per poter evangelizzare.

Gaetano B. e Franco C.

 

Sua Santità Tiffon nato nel 1865 ed eletto patriarca della Chiesa Ortodossa Russa nel novembre 1917, spese la vita in difesa della fede e della Chiesa, nel primo periodo della instaurazione del regime sovietico, subendo attacchi, calunnie e pressioni di ogni tipo. Si spense il 7 aprile 1925. Il Patriarca Tiffon, in una lettera aperta ad un prete, scriveva il 12 febbraio 1918: “Anche se sulla terra russa ci sono stati confessori e martiri della carità per la loro fede, nei nostri giorni torbidi il Signore ha rivelato una serie di nuovi martiri che hanno condiviso la sua passione: vescovi e preti, uccisi e tormentati da figli impazziti e infelici della nostra patria. Sì, passi da noi questo calice, ma se il Signore ci invia la prova delle persecuzioni, delle catene, dei tormenti ed anche della morte, con pazienza sopporteremo tutto con la fede che questo si compirà per noi, ma non senza il volere di Dio e che le nostre prove non resteranno senza frutto così come le sofferenze dei martiri cristiani hanno conquistato il mondo all’insegnamento di Cristo”.

Olga Iava, insegnante e pittrice russa, nata nel 1876. Fu deportata alle isole Solopki, dove rimase dall’agosto 1929 al gennaio 1931. Al momento della liberazione riuscì a salvare una serie di documenti relativi ai Gulag delle menzionate isole. Morì nel 1959. Le sue memorie manoscritte, conservate nella biblioteca comunale di San Pietroburgo, portano il titolo: “Le isole degli auguri”. In esse si legge: “Unendosi nello sforzo, lavorano insieme un vescovo cattolico, ancora giovane, e un vecchietto emaciato e scarno con la barba bianca, un vescovo ortodosso, antico di giorni, ma forte di spirito, che spinge energicamente il carico. Chi di noi avrà un giorno l’avventura di far ritorno nel mondo, dovrà testimoniare quello che vediamo noi qui adesso e ciò che vediamo è la rinascita della fede pura e autentica dei primi cristiani; l’unione delle chiese nella persona dei vescovi cattolici e ortodossi che partecipano unanimi nell’impresa, una unione nell’amore e nell’umiltà”.

(dalla Celebrazione dei martiri del XX secolo)