29 aprile 2001 - 3ª di Pasqua

At 5,27-32.40-41/Ap 5,11-14/Gv 21,1-19

 

Gesù disse: tu mi ami

(Gv 21,17)

 

Per avere il coraggio di rispondere a questa domanda occorre prima riscoprire la fonte del nostro amore.  

Il Crocifisso-Risorto si avvicina ad un gruppo di discepoli che dopo una notte di pesca ritornano a mani vuote. Egli si rende presente, entra nel loro fallimento senza giudicare e li ristora con la sua Presenza. Il primo nutrirnento che offre loro è quello della sua Parola autorevole: “gettate la rete...” al di là del vostro fallimento! Accolto e assimilato questo cibo, diventano capaci di una pesca eccezionale; e questo fatto fa aprire gli occhi della fede al discepolo amato: egli riconosce per primo il Signore Risorto e subito comunica questa gioia a Pietro. Travolto dalla felicità di questa scoperta, Pietro abbandona tutto per tuffarsi nell'abbraccio di Gesù, ma nel suo entusiasmo deve ancora imparare a non contare solo sulle sue forze. Per questo il Signore offre un altro nutrimento: il pane. Da questo pane i discepoli ricevono la forza per rispondere personalmente alla domanda di Gesù: tu, mi ami?  

Non ci si può nascondere e vivere da parassiti nella comunità cristiana. Ognuno deve nutrirsi della Parola e del Pane per essere capace di tessere con gli altri discepoli quella rete d'Amore che attira nuovi pesci.

Tu, mi ami? Mi ami più di costoro, più del tuo lavoro, della tua famiglia, dei tuoi fallimenti? Vuoi tuffarti per primo?

Signore, so che tu mi ami; per questo mi tuffo anch'io, per cercare di risponderti con tutto me stesso. 

 

M. C. L.

 

 

Racconta un seminarista del Nord Italia: “Era il giorno delle pulizie. Avevo già sistemato la mia stanza e la cappella e avanzava ancora del tempo. Pensavo di studiare un po', quando mi sono accorto che un mio compagno stava pulendo l'aula della classe da solo, senza l'altro di turno. “Se lo aiuto, ho pensato dentro di me, non farò in tempo a studiare abbastanza. E poi non tocca a me. " Ma anche un altro pensiero si è fatto largo in me ed ha avuto la meglio: che senso avrebbe avuto quell'ora di studio, se Gesù mi chiedeva ora di amarlo più del mio lavoro? Ma più sorpreso ancora ero io quando il giorno dopo un altro compagno, conoscendo la mia difficoltà nello studio dell'ebraico, si è offerto ad aiutarmi

 

S. V.