At 5,12‑16 / Ap 1,9‑11.12‑13.17‑19 / Gv 20,19-31
Beati quelli che crederanno
(Gv 20,29)
Questa espressione del Vangelo di Giovanni fa parte del capitolo nel quale vengono narrate alcune apparizioni di Gesù Risorto al discepoli. Questi testimoni oculari sono il fondamento della nuova comunità di fede che si costituisce per tener vivo e trasmettere l'evento della Risurrezione.
Beati quelli che crederanno. Noi oggi possiamo fare questa gioiosa esperienza se ci lasciarno invadere, corpo e anima, dalla scoperta della presenza del Risorto: "Io sono il Vivente " (Ap. 1,18). Sì, Gesù è vivo. È il Vivente che si fa presente anche nella nostra vita, raggiungendoci nei posti più diversi (lavoro, casa, strada ... nelle situazioni più varie (paura, pianto, gioia) e nelle occasioni più normali preghiera comune, carità vissuta..)
Gesù Risorto entra a porte chiuse: non ci sono barriere che lo possano tenere lontano. Ha solo bisogno di essere ri‑conosciuto. Basta aprire gli occhi della fede e riconoscere i segni del suo amore per noi, come fa Tommaso detto Didimo cioè gemello. Noi siamo i gemelli di Tommaso: possiamo sperimentare la presenza del Vivente quando siamo ri‑uniti nel suo nome (Mt 18,20); possiamo mettere le nostre mani nelle ferite del suo corpo quando lo abbracciamo nel prossimo colpito dal dolore ("lo avete fatto a me ", Mt 25,40).
Signore Gesù, donaci la gioia della tua Presenza per portarla a tutti coloro che ne sono senza.
M. C. L.
Era una fredda sera di
novembre
e davo la cena ai miei figlioli: mancava solo
Angelo, che arrivò proprio mentre scodellavo il minestrone.
Mangiò anche lui, però me
ne chiese un po' da portare a qualcuno. Essendo abituata al suo modo
di fare, non chiesi nulla e preparai il minestrone. Circa un
1 oretta dopo ritorna e mi chiede una coperta di lana
per la persona a cui aveva portato da mangiare. “Vuole dormire sulla panchina dei
giardini, ha spiegato Angelo, ma
indossa solo una
giacca leggera per cui ci vuole proprio una coperta”. Mi sono un po'
arrabbiata e ho detto di portarlo dai Frati o alla Casa di Riposo. "Sai come sono fatte le persone anziane, ha precisato, lui queste cose
le sa, ma preferisce
stare all’aria libera, altrimenti gli sembra
di andare in prigione". Visto la sua determinazione,
gli dico di andare in laboratorio a prendere una coperta da lavoro. La
sua risposta: “Mamma, ma
che cristiana sei! Guarda che quel vecchietto è Gesù! E per Lui vuoi darmi una coperta piena di polvere e di colla? No, cara mamma,
io prendo quella morbida del mio letto".
Ed è uscito con la sua coperta sotto il
braccio. Mentre prendevo dal baule un'altra coperta
ripensavo al mio comportamento: Angelo
mi aveva messo un po’ in
crisi!
Dopo poco ritornò a casa e, pieno
di gioia, mi disse che il vecchietto, avvolto
con quella coperta, era così felice sulla
sua
panchina che gli sembrava di stare in paradiso. Poi
gira l'occhio sul suo letto e commenta: “La Provvidenza ha già pensato anche a me". Rispondo
che finché c'è la mamma, c’è anche la
Provvidenza... "No, mamma, ti sbagli. Ti ringrazio della premura,
ma sono sicuro che se sarò vicino al
Signore e lo prego, Egli non mi abbandonerà
mai, anche quando tu non ci
sarai più". In cuor
mio ho ringraziato il
Signore che mi
aveva donato un figlio che viveva i miei stessi
ideali.
Dall’Unitreya di Trento