18 marzo 2001 - 3ª di Quaresima

Es 3,1-8.13-15 / 1 Cor 10,1-6.10-12 / Lc 13,1-9

 

FATE PENITENZA, IL REGNO DI DIO È VICINO !

Mt 4,17

 

La Quaresima è tempo di esperienza di Dio. È invito a togliersi i sandali, come Mosé (1a lettura), perché la terra della nostra vita quotidiana è luogo sacro dove Dio si manifesta e nel quale noi possiamo riconoscere la sua sovranità liberatrice.

“Fate penitenza, il regno di Dio è vicino”, dice il versetto dell’acclamazione al Vangelo.

Penitenza. Questa parola può suonare come un qualcosa che mortifica la libertà o come un qualcosa di mesto che accompagna le nostre azioni.

Nessuno di noi, quando prepara lo zaino per andare in escursione in alta quota, vi mette cose inutili e ingombranti, che occupano solo spazio e aggiungono peso. Il regno di Dio che ci viene offerto è un tesoro così grande che vale la pena lasciare quello che impedisce un cammino libero e spedito.

Fare penitenza è un esercizio di liberazione dalle cose che appesantiscono il cuore e la mente, è riconoscere ciò che è importante e ciò che è marginale, è staccarci dal superfluo e centrare la vita sull’indispensabile.

Dietrich Bonhoeffer ricorda che quando è stato caricato dalle SS sul vagone merci che lo portava al campo di concentramento, un contadino gli gridò dietro: “Ricordati che la cosa più importante è che la cosa più importante sia la cosa più importante!”. Queste parole illuminarono tutto il periodo duro della sua prigionia.

Talvolta a noi pesa toglierci i sandali e non ci accorgiamo della fortuna di essere alla presenza del Signore. Avvolti dalla sua luce e dal suo amore.

L. C. e G. C.

 

Ad un certo punto della mia vita mi sono accorto che non vivevo appieno il cristianesimo, perché mi lasciavo prendere dalla mediocrità, come vestire elegantemente e spendere soldi per giornali, riviste e oggetti superflui.

L’altro giorno stavo andando dal giornalaio per comprare ancora un fumetto, ed ho riflettuto su ciò che da un po’ di tempo mi andavo ripetendo. Mi sono accorto che, per dedicarmi alla lettura, mi ero isolato dagli amici, facevo dispiacere ai miei genitori, recavo danno a me stesso e soprattutto non seguivo più Gesù. Mi sono ricordato di una frase del Vangelo “fate penitenza, il regno di Dio è vicino”. Pensando a tutto questo, sono arrivato dal giornalaio. “Buon giorno, cosa compri?”, mi ha detto la commessa. Ed io: “non lo so... ma... oggi non compro niente!” e sono andato via. La commessa è ancora stupita, perché da quel giorno in quel negozio ci vado di rado.

(Giorgio, un ragazzo di 12 anni)