11 marzo 2001 - 2ª di Quaresima

Gn 15,5-12.17-18 / Fil 3,17 – 4,1 / Lc 9,28-36

 

È IL FIGLIO MIO, L’ELETTO: ASCOLTATELO !

Lc 9,5

 

Domenica della Trasfigurazione. Le letture oggi presentano tre trasfigurazioni, diverse ma profondamente unite. Nella prima Abramo riconosce nel segno del fuoco la presenza di Dio, che si propone come alleato dell’uomo. La seconda trasfigurazione è descritta così da S. Paolo: “Gesù Cristo trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso”. La terza trasfigurazione è quella di Gesù ed è sorgente e modello di tutte le altre. “Questi è il  figlio mio, l’eletto, ascoltatelo!”

La Quaresima è il tempo della trasfigurazione che viene operata in noi quando le parole di Gesù diventano la nostra vita.

Ernesto Olivero descrive così questo processo di trasformazione:

«Quando il Signore chiama qualcuno a camminare con Lui, in risposta gli basta una sola parola: “eccomi”. Camminare con Dio vuol dire non aver paura di questo Papà che ci tiene per mano e ogni tanto ci trascina anche dove non vogliamo. Camminare con Dio è riconoscere fra tanti l’amico angosciato, è condividere la sua pena, è fare comunione con lui. Camminare con Dio significa diventare pane, il suo pane... ed essere mangiato da chiunque se ne voglia saziare. Camminare con Dio significa essere luce. La luce è Lui. E la luce è per tutti. Infine camminare con Dio significa essere a disposizione di chiunque: andare per strada pregando e vedendo in ognuno un figlio di Dio. Camminare con Dio, lasciarlo vivere dentro di noi: se pecchiamo ci riconciliamo, se facciamo qualcosa di bello l’ha fatto Lui in noi».

G. C. e L. C.

 

In questi giorni mia cognata era ricoverata all’ospedale e ogni tanto andavo a trovarla. Nella sua stanza c’era anche una povera vecchia sola sola, che nessuno ascoltava. Una delle prime volte che ero all’ospedale la vecchia cominciò a chiamarmi. Avrei voluto andare da lei, ma tutti, compresa mia cognata, mi dissuadevano: “Non ci far caso: è una vecchia un po’ matta, fa così tutto il giorno”.

Un po’ perplessa, stavo per rimettermi a sedere, ma poi mi è tornata alla mente la Parola di Dio. È stato come se una voce mi dicesse: “Vai e fai quello che ti viene chiesto”. Mi sono alzata, mi sono avvicinata alla vecchia, superando una certa repulsione perché aveva le mani molto sporche. Faccio quello che mi chiede e le porto un catino pieno d’acqua perchè possa lavarsi. Dopo essersi lavata, mi tocca le braccia e mi dice: “Grazie. Hai lavato le mani di Gesù”.

Sono rimasta sbalordita, ma ho sentito in me una grande gioia e la conferma della certezza che Gesù è presente in ogni uomo. Da quel giorno, mi sforzo di essere a sua disposizione ogni volta che mi è possibile.

Maria M.