4 marzo 2001 – 1ª di Quaresima

Dt 26,4-10 / Rm 10,8-13 / Lc 4,1-13

 

DIO SOLO ADORERAI !

Lc 4,8

 

La Quaresima è il periodo di preparazione per risorgere con Cristo. È il tempo in cui siamo chiamati a gridare silenziosamente il primato di Dio, a ripartire da Lui.

Anzitutto occorre fare  una profonda esperienza dell’amore di Dio. Il nostro tempo ci porta a vivere in un tran tran che ci addormenta nell’egoismo e nell’indifferenza, ci porta ad una vita frenetica, distratta e superficiale. Non incontreremo mai Dio se non ci sforzeremo di metterci a fuoco dentro, di pregare più e meglio, di dare nutrimento adeguato allo  spirito con la Parola e con i Sacramenti.

E poi occorre prendere Dio come ideale delle nostre azioni. Questo vuol dire andare controcorrente rispetto a chi si accontenta solo di ciò che la vita quotidiana offre e non riesce a provare entusiasmo per gli ideali veri.

“Solo al Signore tuo Dio ti prostrerai, Lui solo adorerai”, ci dice oggi il Vangelo. Liberarci dalla idolatria, dall’adorare tante cose! “Te, al centro del mio cuore” dice una canzone.

Si racconta che un saggio orientale ricevette la visita di un giovane saccente. Con la tradizionale ospitalità, egli versò il tè e, sempre sorridente, gli colmò talmente la tazza da farla traboccare. Il giovane rimase stupito di un simile gesto scortese ed esclamò: “La tazza è piena, il tè va perduto!”. Rispose serenamente il saggio:  “Come in una tazza piena non si può versare nuovo tè, così in una mente superba è impossibile immettere i pensieri di Dio!”

Se il nostro cuore è pieno di legami e di cose, non c’è spazio per Dio. Mettiamo Dio al centro e tutto il resto troverà la propria luce e il proprio colore.

G. C. e L. C.

 

Un giorno a scuola ho visto una ragazzina, di un’altra classe, tutta seria e pensosa. Mi sono avvicinata e le ho chiesto se potevo aiutarla, fare qualche cosa per lei. Lucy mi raccontò il motivo della sua tristezza: non ha più né il babbo né la mamma ed ora che si avvicinano le vacanze le viene sempre in mente che dovrà passare questi mesi in collegio. Non sapevo cosa dirle, non avevo parole per consolarla. Ci siamo lasciate, ma pensavo sempre a lei. Mi è venuta un’idea: le ho scritto una lettera dicendole quello che avrei detto a me stessa se mi fossi trovata nella sua situazione: “Dio ti ama e anche questa croce non può essere che amore di Dio”. Se lei crederà nell’amore, anche in queste circostanze, riceverà tante grazie, ho pensato. E poi non sarà più sola a soffrire, perchè io sono con lei d’ora in avanti. Ho trovato il momento che mi sembrava più opportuno per darle la lettera e l’ho lasciata. Allora mi mi sono venuti tanti pensieri: Lucy capirà? Crederà in Dio? Le sembrerà una pazzia? Mi prenderà in giro? Dirà che non posso capire perché non l’ho provato?

Il giorno dopo Lucy mi è venuta incontro quasi di corsa, tutta luminosa e mi ringraziò. Abbracciandomi, le venivano le lacrime agli occhi, ed anche a me. Mi ha detto che tutta la notte aveva pensato alle parole che le avevo scritto e che aveva riletto la lettera più volte. Quella frase “Dio ti ama” l’aveva scossa. Si è messa ad amare e non si è più sentita sola.

da “Esperienze Gen”