11 febbraio 2001 - 6ª domenica t.o.

Ger 17,5-8 / 1 Cor 15,12.16-20 / Lc 6,17.20-26

 

BEATI VOI POVERI, PERCHÉ VOSTRO È IL REGNO (Lc 6,20

 

Davvero i poveri sono beati? Se sì, perché lo sono? E come fanno ad esserlo?

Quello che annuncia il profeta di Nazareth va contro la mentalità corrente. Anche se constatiamo che “i soldi non fanno felici”, tutti tendiamo a possedere sempre più!

Ma da Gesù vengono proclamati beati i poveri. Perché? Lo spiega Lui stesso: perché il Regno di Dio è loro.

Il Regno di Dio comprende tutto quello che Dio è e possiede, ed è quindi molto, molto più di tutte le ricchezze del mondo. Ci sono di quelli che vendono tutto quello che hanno, per comprare quel campo: diventano poveri per possedere il Regno di Dio! E constatiamo che sono veramente beati, felici.

Quelli che sono già poveri possono trovarsi in una condizione favorevole per aprire il proprio cuore alla vera ricchezza.

Non si può possedere il Regno di Dio e non si può essere beati, se non si è, o non si diventa, poveri.

Chi è più ricco e più beato di un Francesco d’Assisi, di un Charles de Foucauld, di una Bernardette Soubirous, di tanti altri che conosciamo?

Dentro di noi, se ci guardiamo con sincerità, in certi momenti troviamo una luce, abbiamo delle aspirazioni che ci indicano la vera beatitudine. Peccato che non abbiamo il coraggio di compiere delle scelte costose e di fare spazio al Regno di Dio!

Lorenzo C.

 

Un giorno, inaspettatamente, siamo stati licenziati. Dopo il panico iniziale, insieme ad un nostro amico, abbiamo cercato di dare inizio ad una società di rappresentanza. Qualche tempo dopo, casualmente, ci siamo accorti che egli aveva cercato di frodarci dal punto di vista economico. Abbiamo subito chiarito la situazione, lui ha chiesto scusa e noi abbiamo deciso di ridonargli fiducia. Una mattina, nel venire al lavoro, ci ha comunicato che era in attesa di un figlio e che anche per questo avrebbe avuto bisogno di un aiuto finanziario. Per noi la cifra era notevole, tenendo presente il momento che stavamo vivendo per gli inizi dell’attività.

La sera abbiamo parlato a lungo tra noi ed abbiamo visto che non potevamo rifiutare: l’amore evangelico concreto, che avevamo deciso di vivere, doveva essere disposto anche a questo. Il giorno successivo gli abbiamo dato la somma richiesta. Era incredulo e commosso.

S. M., Italia

 

Non siamo ricchi e per aiutare i bisognosi abbiamo pensato di raccogliere carta usata; il guadagno lo portiamo a quelli che sono in necessità. Quando ci siamo accorti che carta e cartoni occupavano molto spazio (che non abbiamo), abbiamo dovuto tagliarla, ma non trovavamo il tempo per farlo. Lo zio, che noi ospitiamo perché è vecchio, solo, malato e non può camminare bene, ha cominciato ad aiutarci e adesso occupa la giornata tagliando con tanto entusiasmo il materiale, cosa che può fare anche con le sue limitazioni fisiche. È felice di poter aiutare anche lui chi ha bisogno.

F. J., Panama