29 dicembre 2002 - S. FAMIGLIA

Gn 15,1-6; 21,1-3 / Eb 11,8.11-12.17-19 / Lc 2,22-40

 

IL BAMBINO CRESCEVA, PIENO DI SAPIENZA

(Lc 2,40)

 

Oggi, festa della santa Famiglia di Nazareth, nelle letture ci vengono  presentate due famiglie, vissute distanti nel tempo, ma vicine  per l’esperienza di fede: quella di Abramo e Sara e quella di Maria e Giuseppe, con Gesù. Ambedue si lasciano guidare  dalla Parola di Dio. E così Dio può attuare il suo disegno di amore.

Abramo e Sara, già molto avanzati in età, credono a Dio che promette loro una numerosa discendenza e Dio, fedele alla promessa fatta, concede loro il dono di un figlio, Isacco.

Maria e Giuseppe obbediscono alle prescrizioni della legge mosaica, si recano al tempio per il rito della purificazione e l’offerta del loro primogenito e Dio svela a loro, con le parole del vecchio Simeone,  il suo disegno sulla loro famiglia, per la  salvezza delle genti, per altro attraverso il dolore.

La fede in Dio è fondamentale per costruire una famiglia secondo il progetto di Dio, dove i figli possano crescere, come Gesù, in sapienza e grazia. È la legge dell’amore che il Figlio di Dio incarnandosi  ha portato in terra, che crea  l’ambiente per una vera educazione. Testimoniare l’amore è il compito specifico della famiglia, che oggi - nella Santa Famiglia - ha un esempio da imitare.    

Oggi dovremmo riscoprire la bellezza della famiglia, unita dal sacramento del matrimonio, piccola icona della Famiglia del Cielo. Ma perché questo si realizzi, essa  deve lasciarsi guidare, affidandosi con totale fiducia alla Parola di Dio. Perché è Dio solo che possiede la chiave per la riuscita della famiglia.

 Nella vita frenetica di tutti i giorni si corre il rischio di non dare spazio a Dio, nella preghiera e nella generosità a vivere la Parola di Dio. Allora si offusca il vero rapporto di amore fra gli sposi, l’amore per i figli diventa frutto di calcolo solo umano, cosicché  i figli non trovano l’ambiente ideale per crescere, non solo in statura, ma, come Gesù, in sapienza e grazia.

Nella vita di famiglia arrivano anche i momenti della prova, come lo è stato nella vita della Famiglia di Nazareth. Ma la certezza che Dio è al nostro fianco, che anche il dolore fa parte del progetto salvifico sulla famiglia, sarà di sostegno e di incoraggiamento, perché anche la nostra famiglia possa testimoniare l’amore di Dio nel mondo.

G. R.

Gli zii che abitano al piano di sopra, avevano  litigato con i miei genitori. La questione sembrava chiusa dopo quella sfuriata, ma nei giorni che seguirono l’atmosfera era pesante: nell’aria aleggiava rancore.

Tutti si evitavano; io intanto, però, cercavo di pensare tra me e me a cosa avrei potuto fare. Ho chiesto aiuto allo Spirito Santo e la risposta è arrivata subito: potevo donare alla mia famiglia senza pace un briciolo di unità cercando di amare nelle cose semplici...

Ne ho parlato subito con i miei fratelli e tutti d’accordo ci siamo divisi i compiti: chi aiutava la nonna a spazzare il cortile, chi lo zio a vangare l’orto, chi la zia ad annaffiare i fiori, chi avrebbe lavato le scale e così via. Ogni sera, poi, noi ragazzi abbiamo deciso di salire al piano di sopra, per salutare gli zii.

Nonostante il nostro impegno, però, le cose non cambiavano e il rapporto tra loro e i miei genitori non migliorava affatto.

Ci è venuta un’altra idea: preparare una bella festa per il compleanno di mio fratello dove avremmo invitato tutti i vicini e naturalmente anche gli zii. Tutti hanno accettato di venire e ad un certo punto ho visto papà e mamma che stavano parlando proprio con gli zii ed il clima era più disteso.

Al momento di salutarci, tutti erano contenti. C’erano un’aria nuova nella nostra famiglia: si era riaperto il dialogo e la pace era ritornata.

Chiara, 11 anni