29 settembre 2002 - 26ª domenica t. o.
Ez 18,25-28 / Fil 2,1-11 / Mt 21,28-32
I PUBBLICANI VI PASSANO
AVANTI NEL REGNO
Mt 21,31
Gesù non è un dispettoso che si diverte a
capovolgere le nostre idee; le capovolge solo per raddrizzarle: “i miei
pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie” (Is
55,8). Per questo Egli racconta la parabola dei due fratelli: uno dice di sì,
ma poi non fa. È l’ascoltatore che non vuole convertirsi. L’altro fratello dice
no, ma poi fa, cambia vita.
Gesù dice che i peccatori pubblicamente noti ci
precedono perché sono simili al secondo fratello. Le persone che si ritengono e
che sono ritenute giuste non sentono alcun bisogno di conversione. I peccatori
invece hanno un vantaggio: ovviamente non fanno la volontà di Dio, ma non
possono fingersi giusti, se non altro perché tutti ricordano loro ciò che sono.
I giusti proprio perché non sentono il bisogno della conversione, sono molto
più indietro dei peccatori e delle prostitute.
Come possiamo vivere questa Parola? Innanzitutto non
riducendo l’amore di Dio ad un rapporto di interesse, ad un contratto. Poi
prendiamo sempre più coscienza che di fronte a Dio siamo bisognosi della sua
misericordia e della nostra conversione. Inoltre facciamo nostri i suoi
pensieri, le sue vie, i suoi sentimenti per sperare e per accogliere con gioia
ogni barlume di cambiamento del prossimo.