29 gennaio 2006 - 4a domunica t. ord.

Dt 18,15-20 / 1Cor 7,32-35 / Mc 1,21-28

Io gli porrò in bocca le mie parole

(Dt 18,18

La parola di Dio mentre è vincolante per lo stesso profeta, viene pronunciata per la vita dell’uomo, per la continua e quotidiana conversione della sua vita.  Talvolta essa risulta volutamente ostica e dura come pietra, perché è quella voce “altra” rispetto all’io, che assegna un’identità e qualifica la stessa relazione con Dio.

La parola di Dio non ha la fisionomia di una parola che ciascuno può anche scegliere di credere; essa è invece per sua natura Parola che impone in forma perentoria una scelta, prescrive un’opera, attende un’obbedienza.

La parola di Dio è come un appello ad aprire gli occhi e le orecchie, che ostinatamente vogliamo comunque tenere chiusi;... l’apertura comporterebbe il dover metterci a pensare e iniziare a cambiare vita! La parola di Dio è motivo di speranza per l’uomo, incline a cercare sempre e solo di accomodarsi al presente. Per nutrire la speranza, egli deve poter contare sulla promessa di Dio, quella di agire con il Suo spirito e con la Sua mano per rinnovare il suo cuore e la sua esistenza.

 

LA SOMMA

 

Con Daniela, ci sembra sia giunto il momento dell’acquisto della casa. Abbiamo fatto i nostri conti, abbiamo impegnato tutti i nostri risparmi e l’anticipo sulla liquidazione, ma ancora ci manca una somma per la quale faremo un mutuo decennale. Proprio in questi giorni, al lavoro, abbiamo fatto un grosso acquisto.

Il fornitore mi ha poi preso in disparte e mi ha informato che quando volevo passare da lui avrei trovato “il mio”. Capisco che ciò che intende per “il mio”, è una certa somma che avrei potuto intascare, in altre parole si trattava di una forma se non proprio di corruzione, sicuramente di malcostume molto frequente nelle compravendite. Da una parte quella somma mi avrebbe fatto comodo e la tentazione di accettarla non è stata insignificante.

Però, la libertà di essere “puro di cuore” come dice il Vangelo che voglio vivere, non ha prezzo. La certezza che Dio provvederà, come ha abbondantemente provveduto finora, ci ha fatto rifiutare l’offerta e ci ha messi in cuore la spinta a donare la nostra seconda auto a una persona che sicuramente ne ha più bisogno di noi.

A.D., Italia