28 settembre 2003 – 26ª t.o.

Nm 11,25-29 / Gc 5,1-6 / Mc 9,38-43.45.47-48

Se il tuo piede ti scandalizza, taglialo!

(Mc 9,45)

Con queste parole Gesù invita a tagliarsi un piede qualora questo sia di scandalo. Prima aveva detto identica cosa della mano. In seguito dell’occhio. Gesù non raccomanda, certamente, inutili mutilazioni. Egli vuole semplicemente dirci che davanti a qualcosa che può essere occasione di peccato grave, si deve essere disposti a rinunciare a tutto, anche alle cose ed alle persone care, anziché correre il rischio di perdere il bene sommo della salvezza, davanti al quale tutti i beni materiali sono un nulla!

Il piede, per esempio, ti può portare in ambienti che devi assolutamente evitare, perché inducono al male...

Gesù, nominando l’occhio, la mano e il piede, che sono membra così importanti e preziose dell’uomo, ci ripete che nessun sacrificio è troppo grande per non perdere la comunione con Dio.

Perciò tagliamo ogni attaccamento del nostro cuore a tutto ciò che non dobbiamo amare.

Gesù non si può seguire se non rinnegando se stessi ed amando la propria croce. Il cristiano non è una mezza figura: deve essere un uomo forte.

Come ogni potatura chiama un gettito nuovo, ogni rinuncia che il cristiano compie per amore di Cristo chiama uno zampillo di felicità.

 

LA TANGENTE

 

Ho da poco aperto uno studio come architetto: le speranze e le idee sono molte, e pure le quotidiane difficoltà di una attività appena avviata.

Un giorno, mentre stavo per iniziare il lavoro, squilla il telefono: è come una tempesta che scoppia all’improvviso! In poche parole mi si dice che per facilitare il pagamento delle mie spettanze dovrei versare al partito una percentuale interessante, il 18%: una tangente in piena regola!

La mente corre a tanti problemi: i mobili non ancora pagati (sono sposato da poco), le tasse, la carriera che potrebbe essere stroncata sul nascere…

Con i colleghi avevo sempre eluso il problema, lasciando intendere che sarebbe stato difficile piegarmi a queste cose… e adesso che fare? Pagare come tutti, o compromettere avvenire, soldi, ecc.?

Ma penso alla scelta di vita che ho fatto qualche anno fa, basata su una giustizia che non è soltanto terrena; e ripenso al giorno del mio matrimonio, in cui ho rinnovato questa scelta con mia moglie. A sera a cena ne parlo con lei e alla fine decidiamo di riconfermare la linea intrapresa nonostante i rischi che comporta; comunico la mia decisione anche ad alcuni amici che condividono il mio impegno di vita cristiana. Dopo qualche giorno comunico la mia decisione all’illustre collega che mi aveva fatto la proposta: non è per puntiglio, ma per una precisa motivazione morale che ho messo alla base della mia vita.

Il tempo passa e le difficoltà si moltiplicano proprio a causa di quella vicenda: la collaborazione di alcuni amici mi fa stare a galla; mi passano altro lavoro, uno mi anticipa il 50% dell’onorario. Per resistere a certe pressioni è importante la solidarietà delle persone che condividono le tue scelte! Intanto da parte mia ho fatto una richiesta scritta per sollecitare il pagamento in una forma semplice, ma decisa.

Passa ancora un po’ di tempo, e, come un cielo che si rischiara dopo il temporale, arriva la notizia del mandato pronto da ritirare in banca: la parcella è stata liquidata interamente e senza trucchi!

Passa qualche altro mese e con mio sommo stupore, proprio da quell’ente mi arriva un altro importante incarico di lavoro!

S. C., Napoli