28 maggio 2006 - ASCENSIONE

At 1,1-11 / Ef 4,1-13 / Mc 16,15-20

 

Il Signore operava insieme con loro

(Mc 16,20)

 

Così finisce il Vangelo di Marco. Ora il mistero di Cristo è pienamente svelato e adesso comincia il mistero di ogni cristiano e la missione nel mondo della comunità dei discepoli. Ritornando nel seno del Padre, Gesù si fa contemporaneo e conterraneo con ogni essere sulla terra. Per la sua momentanea assenza, Gesù si fa perennemente presente in quanti aderiscono alla sua Parola e con loro e attraverso di loro l’annuncio del Vangelo è portato fino agli estremi confini della terra.

Così recita una preghiera del Medio Evo: “Cristo non ha più mani, voi siete le mani di Cristo. Cristo non ha più piedi, voi siete i piedi di Cristo. Cristo non ha più corpo, voi siete il corpo di Cristo”.

La Chiesa, corpo di Cristo disteso nel tempo e nella storia, animata e vivificata dallo Spirito Santo, è chiamata, insieme con il suo Signore e Maestro, a manifestare il meraviglioso disegno del Padre pensato da tutta l’eternità: trasformare questa “valle di lacrime” nel giardino di Dio e questa terra nella casa di Dio e degli uomini.

 

Simon è un bambino di colore, ha sette anni ed è sempre da solo sulla strada.

Un giorno stavamo passeggiando e lui ci ha seguiti. Allora ci siamo fermati e ci siamo interessati a lui: vive con la mamma che lavora fino a tarda sera e così lui passa il tempo fuori. Ero turbata dopo questo incontro e ho pensato: “Se fosse un figlio nostro cosa farei?”.

Due giorni dopo una suora mi racconta che c’è una donna che lavora da loro nel convento e che è molto preoccupata per suo figlio. Questo figlio era proprio Simon. La settimana seguente Simon faceva parte della nostra famiglia per tutto il tempo che la mamma lavorava. Avevamo preso questa decisione insieme ai nostri quattro figli.

Presto ci siamo resi conto che lui aveva tanti problemi a scuola. Ho passato molto tempo vicino a lui per aiutarlo, tempo “rubato” alle figlie; anche loro avevano bisogno di aiuto. Finalmente la piccola di nove anni ha proposto di aiutare lei Simon e così io potevo seguire le grandi. I nostri figli, in quel periodo, hanno dovuto spesso “perdere” la mamma, ma hanno provato la gioia del dare e hanno sperimentato come l’amore può risanare tanto.

Un giorno la mamma di Simon, che è musulmana, ci ha detto che aveva molto pregato il suo Dio di trovare una famiglia per suo figlio e le sembrava che lui le avesse risposto.

M.Z., Belgio