27 agosto
2006 - 21a domenica t. ord.
Gs 24,1-2a.15-17.18b
/ Ef 5,21-32 / Gv 6,60-69
Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna
(Gv 6,68)
“Volete andarvene anche voi?”. A nome
degli apostoli e nostro risponde Pietro: “Da chi andremo?”. Pietro che aveva ascoltato tante parole del Maestro ne aveva colto una caratteristica importante: erano
parole che danno alla vita quotidiana una pienezza straordinaria. Riconosce e
testimonia che solo la parola di Gesù può introdurre nella vita eterna.
Questa espressione non riguarda solo la vita dopo la morte,
ma anche questa nostra esistenza terrena: ascoltare e vivere la parola di
Gesù, dà una consistenza nuova al nostro oggi e al domani.
Nel messaggio di
Papa Benedetto ai giovani Per la Giornata Mondiale della Gioventù di quest’anno
scriveva: “Costruire la vita su Cristo, accogliendone con gioia la parola e
mettendone in pratica gli insegnamenti: ecco, giovani del terzo millennio,
quale deve essere il vostro programma!”. Questo può essere anche il nostro impegno, sicuri
che chi ci ascolta la Parola di Dio e ad essa fa
costante riferimento, poggia la propria esistenza su un saldo fondamento.
CREDO ALL’AMORE DEL PADRE
Un
giorno, andando all’università, sono passato da una chiesa. Ero lì in preghiera quando mi si avvicina, zoppicando, un ragazzo
vestito di stracci e con uno zaino molto pesante. È per chiedermi un’elemosina.
Mi alzo e insieme andiamo verso la porta per non
disturbare le persone sedute nei banchi.
Lì egli
si apre sulla sua situazione: mancavano tre giorni per entrare in una comunità
di recupero, ma non aveva i soldi per mangiare né sapeva dove andare a dormire.
Mi mostra anche una brutta piaga ad una gamba.
Avevo
con me solo il denaro sufficiente per comperare un
libro per un esame e per mangiare in mensa. Mi sono voltato verso l’altare e
con fede: “Gesù - gli ho detto fra me - tu sai che questi soldi mi servono, ma
io credo all’amore del Padre...”. Li ho presi e gli ho dati al ragazzo, il cui
volto si è illuminato. Ancora fuori della chiesa lui continuava a
ringraziarmi... Poi sono andato in facoltà, ed è
passata la mattinata senza che pensassi più all’accaduto.
A
mezzogiorno, in mensa, mi servo col mio vassoio e consegno la mia tessera magnetica alla cassiera, che mi dà uno scontrino
con stampato “euro 0”. Come mai? Lei mi chiede se avevo fatto
la domanda per borsa di studio. Rispondo di sì, ma che non ero
entrato in graduatoria. E lei: “Hai perso la
borsa, ma in compenso ti hanno assegnato la mensa gratuita per tutto l’anno”.
Sento
un “tonfo” al cuore: il Padre lassù non aveva aspettato neanche due ore per
ricambiare...
Stefano,
Padova