27 marzo 2005 - PASQUA DI RISURREZIONE

At 10,34.37-43 / Col 3,1-4 (1Cor 5,6-8) / Gv 20,1-9

La pietra era stata ribaltata dal sepolcro
(Gv 20,1)

La sorpresa che non ti aspetteresti mai: è ciò che capita alle donne davanti alla tomba di Gesù Risorto e poi incontrato.

Eppure queste sorprese ci sono anche oggi. «Io credo che Gesù è risorto perché io sono risorto» dice un signore che ha cambiato vita incontrando la sua comunità cristiana. Seguendo la cosiddetta arte di amare (amare per primi, amare tutti, vedere Gesù nell'altro, amarsi l'un l'altro) un giovane adulto si fa battezzare e riscopre il valore della castità con la sua fidanzata. Pur di ricevere l' Eucaristia (Sacramento pasquale) una donna risposata ma in attesa di annullamento matrimoniale chiede al «nuovo» marito non credente di vivere «come fra sorella e fratello» (come indica la Chiesa).

Forse un piccolo grande passo avverrà anche nella nostra esistenza se ci decideremo a vivere la fede non da soli ma partecipando più attivamente alla vita della Chiesa. Allora vedremo miracoli anche in noi in forza della Parola che ci trasformerà, lentamente ma decisamente, in «risorti» . E sarà ancora una sorpresa.

Lavoro come cameriere in un ristorante. Il Vangelo mi offre sempre la possibilità di amare soprattutto i clienti più difficili. Uno di questi è un medico con un carattere, a mio giudizio, molto cattivo. Chiede in modo prepotente di essere servito, arriva sempre all'ora di chiusura del locale..., comunque mi sforzo di servirlo con pazienza, nel miglior modo possibile.

Una mattina ero in moto a un semaforo. Una macchina mi urta con lo specchietto e fuggendo a gran velocità mi trascina per un lungo tratto. Ricordo che stavo in mezzo alla strada deserta, senza aiuto; chiusi gli occhi e mi abbandonai alla divina provvidenza. Riuscii ad alzarmi con la gamba insanguinata.

Dopo molte peripezie mi trovo all'ospedale. Mi sentivo impotente e abbandonato. Seduto su una sedia, mi dicono che dovevo procurarmi subito delle medicine. Non sapevo come fare, non avevo soldi e non potevo comunicare con la mia famiglia perché non abbiamo il telefono.

Mi misi nelle mani di Dio e fu così che, dopo una lunga attesa, intravidi quel medico, il cliente del ristorante, che si è avvicinato sorpreso, chiedendomi cosa fosse successo. Mentre mi ascoltava controllò la ferita, mi fece fare una radiografia, chiese all'infermiera di somministrarmi le medicine necessarie senza farmele pagare. Egli stesso poi chiamò un mio vicino di casa perché i miei venissero a prendermi.

Quando arrivò il momento di dirgli il mio grazie, dentro di me chiesi perdono a Gesù di tutti i momenti in cui avevo trascurato di amare di cuore lui e altri.

J. Ch., Argentina