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dicembre 2004 - SACRA FAMIGLIA
Sir
3,2-6.12-14 / Col 3,12-21 / Mt 2,13-15.19-23
Come il Signore vi ha
perdonato così fate anche voi
(Col 3,13)
Questa Parola, Paolo la
indirizza ai cristiani della sua comunità, perché avendo sperimentato il
perdono di Dio, essi sono capaci di
perdonare a loro volta chi commette ingiustizia contro di loro.
Ma l’amore batte in fondo ad
ogni cuore umano e ognuno può attuare questa Parola.
La saggezza africana così si
esprime: “Fa’ come la palma: le tirano
sassi e lei lascia cadere datteri”. Non basta quindi non rispondere ad un
torto, a un’offesa…, ci è domandato di più:
fare del bene a chi ci fa del male, come ricordano gli apostoli: “Non rendete male per male, né ingiuria per
ingiuria, ma, al contrario, rispondete benedicendo”.
Che fare allora? Alziamoci
al mattino con una “amnistia” completa
nel cuore, con quell’amore che tutto copre, che sa accogliere l’altro così
com’è, con i suoi limiti, le sue difficoltà, proprio come farebbe una madre con
il proprio figlio che sbaglia: lo scusa sempre, lo perdona sempre, spera sempre
in lui…
Ricominciamo ogni volta,
sapendo che Dio non solo perdona, ma
dimentica: è questa la misura che richiede anche a noi.
Un nostro amico di un Paese in guerra, ha visto massacrare i genitori,
il fratello e tanti amici. Il dolore lo sprofonda nella ribellione, fino ad
augurare ai carnefici un castigo tremendo, proporzionato alla colpa.
Gli tornano però di continuo alla mente le parole di Gesù sulla
necessità del perdono, ma gli sembra impossibile viverle. “Come posso amare i
nemici?” - si domanda. Gli occorrono mesi e tanta preghiera prima di cominciare
a trovare un po’ di pace.
Ma quando, un anno dopo, sa che gli assassini non soltanto sono noti a
tutti, ma circolano per il Paese a piede libero, il rancore gli attanaglia
nuovamente il cuore e comincia a pensare a come si sarebbe comportato se avesse
incontrato quei suoi “nemici”. Scongiura Dio di placarlo, di farlo ancora una
volta capace di perdonare.
“Aiutato dall’esempio dei fratelli con cui cerco di vivere il Vangelo -
racconta - comprendo che Dio mi chiede di non inseguire quelle chimere, ma piuttosto
di essere attento ad amare le persone che ora mi stanno vicino, i colleghi, gli
amici… Nell’amore concreto verso di loro, pian piano, trovo la forza di
perdonare fino in fondo gli uccisori della mia famiglia. Oggi il mio cuore è
nella pace”.
da un commento
di Chiara Lubch