26 dicembre 2004 - SACRA FAMIGLIA

Sir 3,2-6.12-14 / Col 3,12-21 / Mt 2,13-15.19-23

 

Come il Signore vi ha perdonato così fate anche voi

(Col 3,13)

 

Questa Parola, Paolo la indirizza ai cristiani della sua comunità, perché avendo sperimentato il perdono di Dio, essi sono capaci di perdonare a loro volta chi commette ingiustizia contro di loro.

Ma l’amore batte in fondo ad ogni cuore umano e ognuno può attuare questa Parola.

La saggezza africana così si esprime: “Fa’ come la palma: le tirano sassi e lei lascia cadere datteri”. Non basta quindi non rispondere ad un torto, a un’offesa…, ci è domandato di più: fare del bene a chi ci fa del male, come ricordano gli apostoli: “Non rendete male per male, né ingiuria per ingiuria, ma, al contrario, rispondete benedicendo”.

Che fare allora? Alziamoci al mattino con una “amnistia” completa nel cuore, con quell’amore che tutto copre, che sa accogliere l’altro così com’è, con i suoi limiti, le sue difficoltà, proprio come farebbe una madre con il proprio figlio che sbaglia: lo scusa sempre, lo perdona sempre, spera sempre in lui…

Ricominciamo ogni volta, sapendo che Dio non solo perdona, ma dimentica: è questa la misura che richiede anche a noi.

 

 

Un nostro amico di un Paese in guerra, ha visto massacrare i genitori, il fratello e tanti amici. Il dolore lo sprofonda nella ribellione, fino ad augurare ai carnefici un castigo tremendo, proporzionato alla colpa.

Gli tornano però di continuo alla mente le parole di Gesù sulla necessità del perdono, ma gli sembra impossibile viverle. “Come posso amare i nemici?” - si domanda. Gli occorrono mesi e tanta preghiera prima di cominciare a trovare un po’ di pace.

Ma quando, un anno dopo, sa che gli assassini non soltanto sono noti a tutti, ma circolano per il Paese a piede libero, il rancore gli attanaglia nuovamente il cuore e comincia a pensare a come si sarebbe comportato se avesse incontrato quei suoi “nemici”. Scongiura Dio di placarlo, di farlo ancora una volta capace di perdonare.

“Aiutato dall’esempio dei fratelli con cui cerco di vivere il Vangelo - racconta - comprendo che Dio mi chiede di non inseguire quelle chimere, ma piuttosto di essere attento ad amare le persone che ora mi stanno vicino, i colleghi, gli amici… Nell’amore concreto verso di loro, pian piano, trovo la forza di perdonare fino in fondo gli uccisori della mia famiglia. Oggi il mio cuore è nella pace”.

da un commento di Chiara Lubch