26 ottobre
2003 – 30ª domenica t.ord.
Ger 31,7-9 / Eb 5,1-6 / Mc 10,46-52
Va’, la tua
fede ti ha salvato
(Mc 10,52)
Abbiamo sentito affermare
fin da bambini che Gesù è il salvatore
del mondo, ma cosa significa realmente questa affermazione?
La liturgia di questa
domenica ci dà due esempi concreti. Il primo dal brano di Geremia: un popolo,
deportato tra il pianto in terra straniera, viene radunato dall’estremità della
terra e riportato nella propria patria tornando con giubilo; in tutto ciò fa
l’esperienza di un Dio che è padre.
Nel Vangelo un cieco grida
forte: “Figlio di Davide, abbi pietà di
me”, e riceve da Gesù il dono di poter vedere di nuovo grazie alla fede in
Lui.
Ecco fare l’esperienza della
salvezza e toccare con mano che non sta nelle nostre possibilità darci la pienezza della vita, ma è dono di
qualcuno che ci ama e ci accoglie gratuitamente. Ciò richiede la fiducia totale
in questo Dio che ha offerto la sua vita per noi.
Ecco qui la liberazione profonda che Gesù ci ha
portato. Ci ha liberati dall’oscurità in cui vive chi si crede figlio di un
destino cieco per darci la certezza che Dio è Padre amoroso per ciascuno di
noi.
Dovendo subire un intervento chirurgico, attendevo con serenità quel
giorno, sicura che tutto quanto mi fosse successo sarebbe stato amore di Dio
per me.
Arrivato quel momento, mi sono trovata nella sala d’attesa per
aspettare il mio turno. C’erano tante persone che si lamentavano ed ho capito
che Dio mi voleva lì per portare il suo amore a tutti. Una ragazza musulmana mi
ha chiesto: “Ma come mai tu sei così felice? Non hai paura?”. Ed io le ho
risposto: “Dio è nostro Padre: non abbandona nessuno! Perché aver paura? Meglio
pregare ed affidarsi a Lui!”. Poi sono entrata nella sala operatoria dove sono
rimasta per tre ore e l’intervento è andato bene.
A causa dell’embargo, in ospedale non c’era l’aria condizionata e la
temperatura fuori raggiungeva 60 gradi. Era proprio difficile! Nonostante
questo, i giorni seguenti ho cercato di
amare tutti: una mamma ammalata di cuore, una ragazza, un bambino piccolo.
Anche il medico che mi curava era molto sorpreso per la pace e la tranquillità
che avevo e mentre mi toglieva i punti mi ha domandato: “Come mai non piangi
mai, sei sempre nella gioia malgrado il tuo dolore?”, “Dottore - gli ho
risposto - Dio è sempre con me ed anche con lei!”.
Sapevo che quel dottore aveva bisogno di sapere che Dio lo amava ed io
l’ho ringraziato per avergli potuto comunicare la sua presenza.
Sally, Iraq
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a cura di Francesco S.