24 dicembre 2006 - 4a AVVENTO
Mic
5,1-4a / Eb 10,5-10 / Lc 1,39-48
25 dicembre - NATALE DEL SIGNORE
Is
52,7-10 / Eb 1,1-6 / Gv 1,1-18
Benedetta tu fra le donne
e benedetto il frutto
del tuo grembo!
(Lc 1,42)
Abbiamo creduto
nella tua Parola, Signore, non soltanto come ascoltatori, ma come quelli
che la mettono in pratica e nel nostro grembo che era sterile, come Elisabetta,
la vita è sbocciata: ha bruciato tante miserie con il fuoco del tuo amore. In
noi, alle volte, abbiamo sentito che la tua Parola si è fatta carne e abbiamo
avuto la certezza che eri venuto ad abitare con noi e
in mezzo a noi.
Benedetta tu
Maria, fra tutte le donne, perché non hai voluto, come Eva, diventare come Dio,
hai voluto essere invece come l’abbraccio che lo contiene, come il nulla
primordiale da cui Dio ha creato nuovamente tutte le cose e ci ha fatto esistere.
Benedetto il
frutto del tuo grembo, che inonda di luce, nella notte, la misera stalla che è
l’umanità, anche oggi.
Maria
prendimi per mano e fammi correre in fretta sulla strada della carità operosa e
quotidiana che conduce da Elisabetta, strappami dai grandi idoli di Babilonia e
di Gerusalemme e guidami a Betlemme, città di pace, città
del pane per tutti; svuotami dalle mie vanità, spegni la fame del consumo,
tienimi lontano dalle capitali del piacere e del potere, lascia che io diventi
la mangiatoia dove, questa notte, deporrai ancora una volta il tuo Figlio,
unico albergo dove c’è posto per Lui.
Eccomi
Gesù,
come povera paglia per il tuo e nostro Natale.
In casa c’è un albero lucente, un piccolo presepe, ma durante la
difficile giornata trascorsa è sparito quel senso di gioia che prima avevamo.
Forse sono stata io a incrinare i rapporti, non volevo
mollare la mia idea o forse è stato mio figlio che, quando gli ho chiesto una
cosa, non mi ha voluto rispondere.
E il disagio è cresciuto, facendoci fare o
dire cose che non volevamo. Tutto sembra aver perduto senso. Anche
lo star qui a lavare i piatti mi sembra assurdo.
Poi, come un lampo, ricordo la frase: “Tutto quello che hai fatto
ad uno dei miei fratelli l’hai fatto a me” dice Gesù. Finiti i piatti, faccio
un frullato per mio figlio e vado nell’armadio a cercare la pomata che serve a
mio marito. E mi dico: forse Natale è questo, l’amore tra di
noi, anche se costa.
Intanto alle mie spalle c’è mio figlio
che mi dice sorridente: “Ti trascuriamo, no?” Pian pianino sta rinascendo il
rapporto e la voglia di continuare a volerci bene.
L. R., Italia