UN BAMBINO È NATO PER NOI
Accanto alla cassa del
supermercato c’è una carrozzina; dentro, un neonato. Nella calca dei giorni
pre-natalizi nessuno bada agli altri, sono tutti presi dal far valere il loro
turno, dallo spuntarla sugli altri e dal finire presto. Ma davanti al bambino
si fermano in tanti, gli sorridono, gli dicono qualche paroletta gentile. I
bambini hanno lo straordinario potere di spezzare l’estraneità e il mutismo
della nostra società e di creare un legame, semplicemente con il loro esserci.
Credo sia per questo che, a
Natale, Dio si è fatto bambino: “Un bambino è nato per noi, ci è stato dato un
figlio” (Is 9,5).
I bambini sono doni, doni
fatti a tutti. In loro ci viene donato il futuro; in ogni bambino vediamo
istintivamente una promessa, l’aurora di quel futuro migliore che tutti sempre
ci auguriamo. Il futuro ci è nato in Gesù: il Signore del futuro si è fatto
bambino.
Gesù è nato in disparte,
nella mangiatoia della stalla di Betlemme. Ma è accaduto e, anzi, ancor più
vuole accadere ciò che è accaduto con il neonato in carrozzina alla cassa del
supermercato: il bambino sta in mezzo, crea comunione, unisce, lega. Un bambino
è nato per noi!
Prendiamo questo Bambino in
mezzo a noi, cerchiamolo insieme come fecero i pastori di Betlemme, viviamo in
modo tale che egli abbia sempre presso di noi diritto di vita, che trovi casa
presso di noi. Così egli stabilirà la pace, donerà il futuro. Molti troveranno
la speranza, se troveranno il Signore in mezzo a noi. “Perché dove sono due o
tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro” (Mt 18,20).
Noi, uniti nel suo amore, e
Lui, l’Amore in mezzo a noi. Buon Natale!
Umberto S.
25 dicembre
2003 – SANTO NATALE
Is
52,7-10 / Eb 1,1-6 / Gv 1,1-18
Vi annuncio una grande gioia: vi è nato un Salvatore
(Lc 2,10-11)
Il cristianesimo è sempre
annuncio di realtà positive, è annuncio dell’amore disinteressato di Dio per
l’uomo. Un annuncio non di un’opera, di un interessamento, di un’azione, ma di
una persona che è per l’uomo, il Figlio stesso di Dio.
“Svegliati, o uomo: per te
Dio si è fatto uomo” esclamerebbe con forza sant’Agostino.
Cosa mettere in evidenza di
questo Salvatore dell’uomo, di tutti gli uomini? Che è venuto per ridare alla
famiglia umana l’immagine che Dio ha pensato, quella di persone che vivono
nell’amore reciproco, lo stile che si vive nella Trinità. “Egli è la nostra
pace, colui che di due popoli ne ha fatto uno solo” dice san Paolo.
Il Salvatore è venuto per
illuminare i rapporti che vivono dentro la casa, dentro la scuola, dentro l’ufficio,
in fabbrica, perché ormai tutto è unificato da questo Amore che è disceso sulla
terra, per farne un cielo dove ci si accoglie, si gioisce, si patisce insieme,
dove si ama l’altro come sé.
Allora nasce la gioia,
quella che è inscalfibile, perché sono amato, siamo amati, perché siamo
immaginati amore che va e amore che viene.
Ero in vacanza sulle Alpi e una volta, durante una passeggiata, mi
parve che il sole fosse caduto nella valle.
Immergeva di luce il paesaggio non più da sopra e da fuori, ma da sotto e da dentro. Monti,
strade, acque, rosseggiavano del sole che era in loro e quasi sotto di loro.
Ancora una breve salita e m’imbattei nella raffigurazione di un
presepe, in cui la fonte di luce era il Bambino.
Sì, questo Natale: vedere gli uomini, le cose, la vita, alla luce di
quel sole che si è immerso in noi, per far sì che Dio ci illumini di sé da
dentro e da sotto nella nostra quotidianità.
Klaus Hemmerle