25 gennaio 2004 - 3a tempo ord.

Ne 8,2-4a.5-6.8-10 / 1Cor 12,12-31a / Lc 1,1-4; 4,14-21

Oggi si è adempiuta questa Scrittura

(Lc 4,21)

 

Nel Vangelo Gesù conclude le parole di Isaia che ha applicato a sé: parole di liberazione, di speranza, di gioia e ha concluso dicendo: “Oggi si è adempiuta questa Scrittura”. C’è tutta una tensione che pervade l’Antico Testamento verso questo momento centrale della storia umana. È espressa molto bene dalla scoperta della Parola come sorgente di vita quale è descritta nella prima lettura all’attesa della realizzazione delle promesse racchiuse in essa.

Nella sinagoga di Nazareth Dio dice il suo sì definitivo all’uomo nel sì di Gesù; non è più il tempo delle promesse, ma il tempo della loro realizzazione.

Può sorgere però in noi una domanda: ma come, dopo 2000 anni di cristianesimo, gli uomini continuano ad essere oppressi, a subire violenza, il male sembra continuare a regnare in questo mondo? Mi sembra che la risposta stia ancora in quella parola “oggi”. Se in questo momento accolgo Gesù e il Vangelo allora sperimento la libertà, vedo nuove le cose, il creato gli avvenimenti della vita; se questo poi lo facciamo assieme ad altri allora inizia attorno a noi la rivoluzione che supera la nostra stessa immaginazione, nasce un popolo nuovo. Come hanno sperimentato tanti santi che hanno detto sì a Gesù; altrimenti siamo ancora nel vecchio mondo.

 

 

Organizzare un concerto rock all’aperto per diffondere la gioia e raccogliere soldi per i nostri progetti di solidarietà con i ragazzi più poveri del mondo, ci sembra un’idea ottima anche se alcuni adulti ce lo sconsigliano: impresa troppo ardua per dei ragazzi e poi in questa stagione a Solingen, in Germania, piove sempre.

Ma senza scoraggiarci partiamo con l’organizzazione: cercare fondi presso banche e negozi, affittare il palco e l’impianto suono, chiedere permessi al comune. Molti amici si aggregano a questa insolita macchina organizzativa e l’entusiasmo cresce. Ancora pubblicità e volantinaggio. Montiamo il palco e siamo alla vigilia, pronti per il collaudo con la visita dei pompieri. Ed ecco la doccia fredda. I pompieri esigono una recinzione per il pubblico altrimenti niente permesso e niente corrente elettrica.

Trovare e montare in un giorno una recinzione di 400 metri ci pare un’impresa disperata e poi siamo sfiniti per la stanchezza. Tutto sembra crollare e alcuni nostri amici piangono. Noi però ci stringiamo in unità: abbiamo voluto fare questo concerto per Dio e adesso ci fidiamo del suo aiuto.

Vista la nostra convinzione tutti si rianimano. A 50 chilometri di distanza troviamo la recinzione ed un camion per trasportarla. La montiamo sotto la pioggia. Alla sera arriva il sospirato permesso e come per incanto smette di piovere. Giungono le prime persone che diventano 600 e alla fine 1000. Durante il concerto si esibiscono due gruppi rock che si sono offerti di suonare gratis per noi e due gruppi nostri. L’incasso è un successo, l’atmosfera bella e la gente contenta. Sugli ultimissimi pezzi comincia a nevicare, ma ormai ce l’abbiamo fatta! Siamo felicissimi. Vale la pena di vivere per qualcosa di grande.

“Ragazzi per l’unità” di Solingen, Germania

Commenti a cura di Francesco S..