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gennaio 2004 - 3a tempo ord.
Ne
8,2-4a.5-6.8-10 / 1Cor 12,12-31a / Lc 1,1-4; 4,14-21
Oggi si è
adempiuta questa Scrittura
(Lc 4,21)
Nel Vangelo Gesù conclude le
parole di Isaia che ha applicato a sé: parole di liberazione, di speranza, di
gioia e ha concluso dicendo: “Oggi si è
adempiuta questa Scrittura”. C’è tutta una tensione che pervade l’Antico
Testamento verso questo momento centrale della storia umana. È espressa molto
bene dalla scoperta della Parola come sorgente di vita quale è descritta nella
prima lettura all’attesa della realizzazione delle promesse racchiuse in essa.
Nella sinagoga di Nazareth
Dio dice il suo sì definitivo all’uomo nel sì di Gesù; non è più il tempo delle
promesse, ma il tempo della loro realizzazione.
Può sorgere però in noi una
domanda: ma come, dopo 2000 anni di cristianesimo, gli uomini continuano ad
essere oppressi, a subire violenza, il male sembra continuare a regnare in
questo mondo? Mi sembra che la risposta stia ancora in quella parola “oggi”. Se in questo momento accolgo
Gesù e il Vangelo allora sperimento la libertà, vedo nuove le cose, il creato
gli avvenimenti della vita; se questo poi lo facciamo assieme ad altri allora
inizia attorno a noi la rivoluzione che supera la nostra stessa immaginazione,
nasce un popolo nuovo. Come hanno sperimentato tanti santi che hanno detto sì a
Gesù; altrimenti siamo ancora nel vecchio mondo.
Organizzare un concerto rock all’aperto per diffondere la gioia e
raccogliere soldi per i nostri progetti di solidarietà con i ragazzi più poveri
del mondo, ci sembra un’idea ottima anche se alcuni adulti ce lo sconsigliano:
impresa troppo ardua per dei ragazzi e poi in questa stagione a Solingen, in
Germania, piove sempre.
Ma senza scoraggiarci partiamo con l’organizzazione: cercare fondi
presso banche e negozi, affittare il palco e l’impianto suono, chiedere
permessi al comune. Molti amici si aggregano a questa insolita macchina
organizzativa e l’entusiasmo cresce. Ancora pubblicità e volantinaggio.
Montiamo il palco e siamo alla vigilia, pronti per il collaudo con la visita
dei pompieri. Ed ecco la doccia fredda. I pompieri esigono una recinzione per
il pubblico altrimenti niente permesso e niente corrente elettrica.
Trovare e montare in un giorno una recinzione di 400 metri ci pare
un’impresa disperata e poi siamo sfiniti per la stanchezza. Tutto sembra
crollare e alcuni nostri amici piangono. Noi però ci stringiamo in unità:
abbiamo voluto fare questo concerto per Dio e adesso ci fidiamo del suo aiuto.
Vista la nostra convinzione tutti si rianimano. A 50 chilometri di
distanza troviamo la recinzione ed un camion per trasportarla. La montiamo
sotto la pioggia. Alla sera arriva il sospirato permesso e come per incanto
smette di piovere. Giungono le prime persone che diventano 600 e alla fine
1000. Durante il concerto si esibiscono due gruppi rock che si sono offerti di
suonare gratis per noi e due gruppi nostri. L’incasso è un successo,
l’atmosfera bella e la gente contenta. Sugli ultimissimi pezzi comincia a nevicare,
ma ormai ce l’abbiamo fatta! Siamo felicissimi. Vale la pena di vivere per
qualcosa di grande.
“Ragazzi per
l’unità” di Solingen, Germania
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a cura di Francesco S..