24 aprile 2005 - 5 a di PASQUA

At 6,1-7 / 1Pt 2,4-9 / Gv 14,1-12

Chi crede in me, compirà le opere che io compio
(Gv 14,12)

È un lungo dialogo che il Maestro sta facendo con i suoi discepoli ed Egli parla come fosse già partito per il Cielo.

I discepoli e, in futuro, tutti i cristiani uniti nell'Unica Sua Chiesa diventano la presenza stessa di Gesù nel mondo.

Uniti a Lui e animati e sostenuti dalla forza dello Spirito Santo arriveranno a portare l'annuncio della Risurrezione fino agli estremi confini della terra, operando non tanto e non solo miracoli o opere prodigiose, ma «Il Miracolo» che Dio mette nelle mani della Comunità dei credenti diventati un cuor solo e un'anima sola: essere la Presenza viva del Risorto attraverso la fede in Lui e attraverso la realizzazione del Suo comandamento dell'amore reciproco.

Non dimenticarlo: Gesù chiama anche te in questa divina missione.

Linda Gaccione lavorava al 50° piano della Torre Nord . L'11 settembre, come sempre, prima di andare in ufficio aveva lasciato i suoi due bambini, Amanda di 3 anni e John di un anno e mezzo, all'asilo, esattamente di fronte alle Torri Gemelle, nel palazzo al numero 5 del complesso del World Trade Center. Erano le 8 e mezza quando Linda li salutò. Meno di due ore dopo al 5 del World Trade Center c'erano solo rovine. L'edificio era crollato insieme ai due grattacieli di 110 piani. Linda stessa si salvò per miracolo, scendendo le scale dal suo ufficio e correndo sotto la pioggia di detriti causata dall'impatto del secondo aereo. Ma passarono 10 ore – di frenesia, di terrore e di preghiere in cui Linda non smise mai di camminare su e giù per la città – prima che trovasse Amanda e John, uno in un ospedale , l'altro in una chiesa. Sporchi, confusi, ma salvi. Linda li abbracciò e li portò a casa troppo felice per chiedersi come fossero arrivati lì. «Passarono settimane prima che mi rendessi conto che dovevo la vita dei miei figli all'eroismo delle loro maestre – spiega Linda -. Quando me li misero in braccio non dissero niente. Ma pian piano riuscii a ricostruire l'accaduto»

Le due maestre, Charlene e Minerva, dopo lo schianto del primo aereo capirono che non c'era tempo da perdere. «Raccolsero i 12 bambini letteralmente a bracciate e si misero a correre giù dai due piani di scale – racconta Linda – quindi una alla volta tornarono su più volte a prenderne altri. Il tutto mentre attorno a loro si scatenava l'apocalisse». I bambini non camminavano alla svelta, quindi Minerva si precipitò in un negozio e prese due carrelli della spesa dove mise i piccoli. Poi cominciarono a correre. Nella confusione a un certo punto si persero di vista e una decise di fermarsi in un ospedale, mentre l'altra domandò a un sacerdote che conosceva di ospitarli in chiesa. «Nessuna delle due si allontanò mai dai bambini – dice ancora Linda – neanche per fare una telefonata ai loro cari, finché l'ultimo non fu prelevato da un genitore, a notte fonda. Solo allora andarono a casa».

Da Avvenire, 7/9/02