23 dicembre 2001 – 4ª AVVENTO

Is 7,10-14 / Rm 1,1-7 / Mt 1,18-24

 

NON TEMERE DI PRENDERE MARIA CON TE

Mt 1,20

 

Matteo, dopo aver scritto una genealogia di Gesù, ne presenta la nascita come un fatto assolutamente miracoloso. Maria concepì Gesù per opera dello Spirito Santo. Affermato il fatto, l’evangelista si sofferma nell’esporre le conseguenze. La prima è il naturale sconcerto di Giuseppe: qual è il ruolo che egli personalmente doveva avere nell’avvenimento? Un intervento particolare glielo rivela: egli dovrà imporre il nome al bambino, cioè dovrà essere il suo padre legale. Conosciuto il ruolo che gli era assegnato in quel  matrimonio, egli si sentì libero dal turbamento, dallo sconcerto e dal dubbio.

E perché si realizzasse in pieno il piano di Dio, Giuseppe si sentì dire: “non temere di prendere Maria con te”. Le prime parole dell’uomo rivolte a Dio sono “ho avuto paura” (Gen 3,10); le prime parole che il Signore rivolge all’uomo quando si manifesta a lui sono “non temere!”. La paura è il contrario della fede. E la fede è una virtù necessaria nel rapporto con Dio, con quel Dio che in Gesù, l’Emmanuele, supera la separazione dall’uomo.

Il ponte che unisce le due sponde è Maria. Perciò oggi è rivolto a noi questo invito a prendere con noi Maria. Prendere Maria significa guardare a lei come Madre di Gesù e nostra. In Lei possiamo ammirare la pratica perfetta della carità e di tutte le altre virtù di cui la carità è madre e regina. In Maria possiamo contemplare la donna che accoglie e mette in pratica la Parola, la madre che ci precede, per insegnarci la strada, sul cammino della fede. Che bello anche per noi, come per Giuseppe, poter prendere Maria e rivivere nella nostra vita la sua.

G. C.

 

Frequento l’Istituto Magistrale a Coira, ed anche lì ho tante occasione per vivere il Vangelo.

Ultimamente, proprio a scuola, ho conosciuto una ragazza. In famiglia aveva ricevuto il cristianesimo ma, parlandone, mi accorgevo quanto fosse nuovo per lei il concetto di “sforzarsi di fare attimo dopo attimo la volontà di Dio”. Una sera mi ha proposto di andare al cinema insieme. Le ho chiesto di che film si trattasse e lei mi ha detto che le sembrava interessante anche se non ne conosceva i dettagli. Dopo pochi minuti dall’inizio della proiezione mi sono reso conto che il film non corrispondeva di certo agli ideali che come cristiano voglio vivere, anzi, si opponeva ai valori cristiani ed alla dignità dell’uomo facendo dell’amore un gioco banale. Sentivo che per essere coerente con le mie convinzioni dovevo uscire da quella sala.

Non sapevo quale sarebbe stata la sua reazione, ma ero certo che seguire “quella Voce” era il meglio che potessi fare. Mi sono ricordato che magari saremo incompresi, derisi, addirittura ridicolizzati ma sappiamo che è Vangelo anche questo! Allora le ho detto con tanta libertà: “Tu fai quello che vuoi, comunque io me ne vado”. Mi sono alzato da in mezzo alla sala e sono uscito. Sapevo che forse non avrei lasciato soltanto la sala ma anche lei, eppure ero tranquillissimo.

Improvvisamente mi sono sentito afferrare un braccio: “Vengo anch’io!”. Siamo usciti insieme ed abbiamo avuto una discussione molto profonda su come io vedessi il rapporto tra un ragazzo ed una ragazza e come intendessi viverlo. Questo ci ha aiutati a portare il nostro rapporto ad un livello più alto e più vero.

Anche lei ora sta approfondendo la conoscenza e la vita dell’Ideale. Ed ho provato una grande gioia quando, un giorno, mi ha detto: “Sai, ieri sera una ragazza del mio paese mi ha invitata al cinema. Vedendo il manifesto ho capito che il film in programma non corrispondeva alle nostre convinzioni. Le ho proposto di non andarci e di venire invece a cena da me. Abbiamo passato una serata molto bella nella quale è stato possibile raccontarle cosa significa ora per me andare controcorrente nel campo della purezza”.

Andrea, Svizzera