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luglio 2006 - 16a domenica t. ord.
Ger 23,1-6 / Ef 2,13-18 / Mc 6,30-34
Egli è la nostra pace,
abbattendo il muro di
separazione, cioè l’inimicizia (Ef 2,14)
In questo brano della lettera agli
Efesini, S. Paolo ci presenta l’opera compiuta da Cristo nella storia della
salvezza. Gesù ha unificato in sé Giudei e Gentili (pagani), creando nella sua
persona un’umanità nuova, riconciliata con Dio. Egli ha fatto la pace e
l’ha annunciata a tutti. In Lui l’umanità intera riceve per dono le promesse
divine e viene edificata in tempio santo di Dio. Perché Cristo è la nostra pace: egli abbatte “il muro di
separazione”, uccide nella propria carne “l’inimicizia”. Egli unifica i due popoli nel suo sangue, crea in se stesso un
solo uomo nuovo.
È bello pensare che non solo Gesù ci
dà la pace, ma è Lui la nostra pace. Se lasciamo
vivere Gesù in noi, nella nostra vita, diventeremo a nostra
volta donne e uomini di pace. Come lasciar vivere in noi Gesù? Accogliendo quei doni che Egli ha messo a nostra
disposizione: i sacramenti, in particolare l’Eucaristia, la Parola, il Fratello.
Allora anche noi come il beato Papa Giovanni XXIII potremo dire quelle frasi semplici, ma rivoluzionarie: “Vogliamoci bene, il resto
verrà da sé. Bisogna odiare il peccato, non il peccatore. Parliamo di ciò che
unisce e supereremo anche ciò che ci divide”. E saremo
“uomini nuovi” e “donne nuove”, che renderanno “nuovo” quel pezzetto di mondo
che il Signore ci ha affidato.