23 marzo 2003
– 3a Quaresima
Es 20,1-17 / 1 Cor
1,22-25 / Gv 2,13-25
Non avrai
altro Dio fuori di me
(Es 20,3)
Gesù entra nel tempio di Gerusalemme e ne scaccia i
venditori. Non tollera che la casa di preghiera si trasformi in un luogo dove
si svolge un culto fatto puramente di pratiche esteriori, senza coinvolgerne i
cuori.
“Non avrai altro Dio fuori di me”, aveva detto Dio
nel libro dell’Esodo, che viene riportato nella prima lettura di oggi. Gesù non
è venuto per cambiare, ma a perfezionare i comandamenti dati da Dio al suo
popolo.
Con il suo gesto, animato dallo zelo verso il Padre,
Gesù vuole dirci una verità fondamentale per la nostra vita: è Dio che si deve
mettere al primo posto, non le cose di Dio. E l’uomo, creato a sua immagine,
soltanto se entra in comunione d’amore con Lui, si ente realizzato.
I comandamenti, allora, non sono da considerarli un
peso, ma un segno del suo amore; come i consigli di una mamma al bambino perché
impari a fare i primi passi. Osservare
i comandamenti non è solo un modo per fare un piacere a Dio, ma l’opportunità
di crescere nel bene.
Perché allora non approfittare della quaresima per
dare più spazio a Dio, con la preghiera, con la lettura di una pagina del
vangelo, spostando le nostre cose? Perché non provare a recitare insieme in
famiglia, secondo il suggerimento del Papa, una decina del rosario? Troveremo
migliorati così i rapporti con tutti.
Sono
Annamaria. Diversi anni fa mi sono imbattuta in una Parola della Scrittura che,
in quel particolare momento della mia vita, ha avuto un’eco straordinaria
dentro di me. Si trattata del Salmo 119: “Lampada ai miei passi è la Tua
Parola”. È stato comprendere, come mai mi era capitato prima. che Gesù è la
parola incarnata e di fronte a Lui non mi restava altro che mettermi in
ascolto. È stato questo ascolto a darmi una gioia e una forza mai provate,
facendomi scoprire il dono grande della preghiera.
Quando ho
cominciato a percepire questo amore ho subito compreso che non potevo tenere
per me questo tesoro, ma che dovevo trovare il modo di offrirlo anche agli
altri. Per questo l’invito del mio parroco, in quei giorni, di diventare
catechista, mi ha trovato subito disponibile. Questo servizio di catechesi
fatto in parrocchia ai bambini, mi ha ulteriormente motivata ad approfondire
ancor di più la Parola di Dio.
È stato
passare da una meraviglia all’altra, perché la Parola si apriva davanti a me
mostrandomi tutti i suoi tesori, anche quelli più nascosti.
Questa
esperienza mi commuoveva e mi spingeva
da una parte a donarmi sempre di più ai fratelli e dall’altra ad
accostarmi quotidianamente all’Eucaristia.