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gennaio 2005 - 3a domenica t. ord.
Is 8,23b - 9,3
/ 1Cor 1,10-13.17 / Mt 4,12-23
Vi farò pescatori di uomini
(Mt 4,19)
Forse in passato, per sostenere una attività e una organizzazione o la stessa Chiesa, sono esistite delle persone, quasi eroi solitari, che hanno saputo compiere opere meravigliose. Non è precisamente così che ci vuole Gesù in questo tempo. Fin dall’inizio Gesù coinvolge discepoli nella sua missione di «pescatore»: colui che libera l’umanità dal male, rappresentato dai pericoli del mare.
Non vale nel regno di Dio il proverbio: «Chi fa da sé fa per tre»; ma il contrario.
Cerchiamo in questo tempo, in questa settimana, di coinvolgere persone, amici, colleghi, familiari in un piccolo nostro progetto volto a «risanare» con atteggiamenti positivi il nostro ambiente. Qualcuno propone una «simpatia sapiente». Il Papa parla di spiritualità di comunione, come atteggiamento interiore e scelta coerente per far crescere la fraternità, a livello familiare, sociale ed ecclesiale.
Da alcuni anni la mamma è in una Casa di
Riposo nell’Alto Adige. Nel corso del tempo si sono verificati degli episodi
che hanno fatto soffrire noi familiari. Alcune volte ho avuto l’opportunità di
parlarne con il direttore o le assistenti geriatriche, ma non si era verificato
nessun cambiamento.
Dopo un episodio che ci aveva
particolarmente addolorati, ho proposto ai miei fratelli di scrivere al
Direttore, chiedendogli un colloquio e specificando nella lettera le cose di
cui volevamo parlare. Dopo alcune settimane abbiamo avuto l’appuntamento: quel
giorno però potevo andare solo io. Desideravo quell’incontro non tanto per
rinfacciare ciò che non andava, ma per segnalare qualcosa che poteva migliorare
il rapporto tra il personale della Casa di Riposo e le famiglie di chi vi era
ospitato.
Ma dovevo dapprima superare alcune
difficoltà: un certo giudizio che covavo nel mio cuore e anche la mia
impressione di essere discriminata perché italiana (lì sono quasi tutti di
lingua tedesca). Superate queste difficoltà dentro di me, il colloquio con il
Direttore ed un’infermiera si è svolto serenamente e abbiamo affrontato in profondità
alcuni aspetti problematici.
Alcuni giorni dopo il Direttore mi ha
inviato il verbale del nostro incontro e, con mio stupore, alla fine ha
aggiunto: «Siamo contenti che la famiglia abbia fatto notare alcuni punti, per
migliorare la qualità di vita dell’ospite della Casa di Riposo. Non si è
trattato assolutamente di polemica ma di concreta volontà di risolvere dei
problemi. La ringrazio personalmente per la sua disponibilità e il contributo
dato».
Romana