22 giugno 2003
– CORPUS DOMINI
Es 24,3-8 / Eb 9,11-15 / Mc 14,12-16.22-26
Prendete,
questo è il mio corpo
(Mc 14,22)
Da quando c’è la Chiesa,
l’Eucaristia è sempre stata il suo cuore. Negli scritti dei Padri, degli
apologeti, negli atti dei martiri, vengono messi in luce gli aspetti dottrinali
e vitali.
Nella festa di oggi, “Corpus
Domini”, viene in rilievo la presenza reale di Gesù e il suo rapporto personale
con ciascuno di noi.
Nasce così il culto verso
l’Eucaristia per se stessa. Ecco la festa del “Corpus Domini”, ecco le
benedizioni, le esposizioni, le processioni col Santissimo Sacramento.
La messa è al centro e al
culmine delle riunioni dei cristiani: basti pensare che tutto può essere
considerato preparazione a questo incontro personale con Cristo e che quasi
all’unanimità i presenti si possono accostare all’Eucaristia.
È il popolo di Dio che s’è
fatto più Dio, dove la comunione dei beni è silenziosa, ma costante e crescente
e serve a mille bisogni; dove la comunione con Cristo aumenta nel vivere la sua
Parola, dove l’ansia dell’evangelizzazione infiamma i cuori.
Non ricordo un momento particolare in cui ho scoperto Gesù Eucaristia,
ma già da bambina mi cresceva il desiderio di andare da Gesù sempre più spesso.
Un giorno il sacerdote mi ha chiesto se avevo un esame a scuola, ma gli ho
detto: “No, sono qui perché amo Gesù, non perché ho bisogno di qualcosa di
particolare”.
Nelle ultime vacanze mi è capitato di stare una settimana con i miei
genitori nell’isola d’Elba, in Italia. Eravamo in pullman con una comitiva. Ero
felice di trovarmi in un posto così bello, ma dal nostro alloggio non riuscivo
ad intravedere un campanile neanche in lontananza.
L’indomani che era domenica, dopo aver chiesto indicazioni e tanto
cercato, ho trovato che la chiesa più vicina era chiusa per restauro. Sono
riuscita a trovare un’altra chiesa dall’altra parte dell’isola, ma la Messa
cominciava quando partiva l’ultimo autobus.
Finalmente ho scoperto che a 12 km c’era una Messa alla sera, ma i
collegamenti erano scarsi e non mi rimaneva
che spostarmi con la bicicletta prestatami dall’alberghetto che ci ospitava.
Così ogni giorno facevo il mio tour di 25 km: durante il giorno cercavo di
amare intensamente i miei genitori in modo da lasciarli contenti alla sera,
mentre le altre persone della comitiva mi ritenevano... un’atleta in
allenamento!
Io ero felice di essere figlia di un Re, che è immenso amore, e
graditissima del grande dono dell’Eucaristia che mi dava la forza di amare e mi
univa con tutti gli altri che nel mondo la ricevono.
Marika b:,
Austria