22
aprile 2007 - 3a di Pasqua
At 5,27-32.40-41
/ Ap 5,11-14 / Gv 21,1-19
Signore, tu sai tutto;
tu sai che ti amo (Gv 21,17)
Con
questa triplice risposta a Gesù, Pietro riceve il primato
dell’amore, diventa il “vicario” di Cristo, ricevendo il
ministero di amare sempre, tutti, fino in fondo, fino alla
morte.
Dopo
l’esperienza del peccato e delle sue conseguenze, del tradimento e del
ritorno a un passato senza speranza, come una inutile
notte di pesca, è dolce sentirsi chiamare da chi del mio peccato si
è caricato e se ne dimentica e mi chiede solo di ricominciare ad amare,
nel presente, come se il mondo cominciasse di nuovo. E
ritrovarsi in una famiglia dove c’è una sola legge che vale
per il primo e per l’ultimo, dove il primo deve essere l’ultimo
perché l’autorità si misura con la maggior necessità
di servire. Finalmente, sembra dire Pietro, ti ho capito, quando mi hai
chiamato satana, quando ti sei piegato a lavarmi i piedi, quando mi hai fatto
piangere amaramente con il tuo sguardo di paterno rimprovero e hai rifiutato la
mia spada per difenderti.
Allora anche noi, diciamo con Pietro: “Signore, tu
sai tutto, tu sai che ti amo!”
Avevo da un anno un buon lavoro,
finalmente un’occupazione sicura, ma ecco che mi capita
un incidente. Ero libero professionista, da tempo la ditta per la quale
lavoravo mi aveva promesso che avrebbe acceso un’assicurazione per me, ma
quando è successo l’incidente abbiamo
scoperto che non lo aveva fatto e dopo i primi tre mesi di malattia mi ha fatto
sapere che non mi avrebbe più pagato lo stipendio e che avrei perso il
posto. Avrei potuto intentare un’azione legale, ma avrei dovuto citare
come testimoni i miei ex colleghi mettendoli in gravissime difficoltà,
con il rischio di far perdere loro il posto di lavoro. Con mia moglie abbiamo
deciso di cercare di risolvere i nostri problemi senza danneggiare nessuno.
Dopo il quarto mese di disoccupazione,
abbiamo cominciato ad avere difficoltà economiche. Il lavoro di Marta
non bastava per mandare avanti la famiglia.
Dopo sei mesi dall’incidente, quando
la situazione dell’industria del nostro paese era in un periodo estremamente difficile, su segnalazione di un amico ho
trovato un lavoro migliore di quello che avevo perso. A noi è
parso una risposta… di Chi non si lascia mai vincere in
generosità.
M. e J.L.,
Uruguay